Politici riminesi: molti hanno i redditi in picchiata, salvo chi accede a fondi regionali

Politici riminesi: molti hanno i redditi in picchiata, salvo chi accede a fondi regionali

Quattro dei capigruppo nel consiglio comunale di Rimini si sono impoveriti negli ultimi anni. Altri invece hanno aumentato l’imponibile: fra questi il leader della lista pro-Gnassi “Rimini Attiva”, Kristian Gianfreda, che per produrre un film ha avuto 33mila euro dalla Regione.

Fare politica arricchisce? A Rimini sembrerebbe di no, almeno in base a quello che emerge dalle dichiarazioni ufficiali dei consiglieri comunali accessibili al cittadino della strada, pur con qualche eccezione.
Abbiamo fatto una verifica a campione, limitandoci ai capigruppo, ed arrivando a un risultato non del tutto prevedibile: quattro pubblici amministratori su otto hanno visto diminuire, anziché aumentare i loro redditi, durante il mandato consiliare.

Mario Erbetta, che fino a poco tempo fa era alla testa del Patto Civico di fede gnassiana, è passato da 43.634 (anno d’imposta 2015) a 38.547 dell’ultima dichiarazione: meno 12%.
Un altro meno 12% è quello del capogruppo Pd Enrico Piccari, passato nello stesso periodo da 5.986 a 5.261 euro.
Stabile con lieve tendenza alla diminuzione è anche il portafoglio di Gennaro Mauro (Movimento Nazionale per la Sovranità): da 50.189 a 50.085 euro (in percentuale meno 0,2%).
Un’autentica mazzata – meno 52% – è invece quella che si è abbattuta sulle tasche di Marzio Pecci (Lega Nord), passato dai ragguardevoli 104.210 euro del 2015 ai 50.245 del 2017.
Ci sono però delle eccezioni a questa tendenza calante.
Non contiamo nel gruppo il giovane Luca Pasini, capogruppo della lista Futura #ConGnassi: il suo reddito era pari a zero nel 2015 perché “sprovvisto di lavoro e a carico della famiglia”, mentre nel 2017 si trova in tasca 5.578 euro grazie ai gettoni dell’attività politica.
Ben più sostanziosi sono gli aumenti che arridono a Carlo Rufo Spina (Forza Italia): era fermo a quota 9.698 euro nel 2015, poi lievitati a 15.817 nel 2017.
Così anche Luigi Camporesi: 12.500 euro nel 2015, ne ha dichiarati 18.491 nel 2017.

Registra un’impennata anche il reddito di Kristian Gianfreda, capogruppo di una lista pro-Gnassi: è passato da 18.256 euro del 2015 a 23.149 euro nel periodo d’imposta 2017, pari al significativo incremento di più 27%.
Educatore professionale, regista cinematografico, legato alla Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, il corianese Gianfreda ha fatto nel 2017 il salto nell’imprenditoria mettendosi in proprio con la ditta individuale Coffee Time Film. Recentemente le cronache hanno parlato del film “Solo cose belle”, da lui diretto e proiettato in anteprima alla presenza, nientemeno, del capo dello Stato. La pellicola tratta “la storia dello scontro/incontro tra gli ospiti di una casa famiglia e un paese dell’entroterra riminese”; fra i personaggi troviamo “extracomunitari, ex-prostitute, carcerati, disabili gravi, bimbi in affido”, “un mondo ai margini, in cui tutti sembrano sbagliati, fino al finale a sorpresa”, spiega una nota nel sito del Film Commission della Regione Emilia-Romagna [link].

Proprio l’E-R Film Commission, struttura pubblica regionale dell’assessorato alla cultura, ha finanziato il lungometraggio con un contributo a fondo perduto di 32.794 euro, a copertura del 38% delle “spese ammesse” del progetto, spese teoricamente ammontanti a 86.300 euro.
Per riuscire a rientrare nel bando e accedere ai soldi, Gianfreda è stato un fulmine – a dimostrazione che il nome della lista di cui è capogruppo a palazzo Garampi, “Rimini Attiva”, corrisponde alla realtà: il bando dei finanziamenti, da mezzo milione di euro, è stato pubblicato in gazzetta ufficiale regionale il 2 febbraio 2017; le domande dovevano pervenire entro il 28 aprile dello stesso anno; il cineasta ha presentato il suo progetto sotto il nome della ditta individuale, entrata in attività proprio una settimana prima della scadenza del bando, il 21 aprile, si badi bene, con 40mila euro di capitale sociale versato, una bella cifra. Dopo il giudizio dell’apposita commissione, in estate il regista ha avuto la buona notizia del finanziamento pubblico. La produzione si è assicurata poi il sostegno di varie cooperative sociali ed altre aziende, oltre ad attivare una iniziativa di crowdfunding: raccolti per ora “da 41 donatori 1.865 euro su 30.000” [link].

Tornando alla nostra rassegna dei politici, negli ultimi anni le perdite di reddito sembrano essere state prevalenti fra i capigruppo. Salvo qualcuno fra loro, capace di scalare in pochi giorni la montagna della burocrazia regionale accedendo ad un finanziamento del 40% con una ditta appena nata, come è capitato a Gianfreda. Tutta bravura? Fortuna? O ci vuole anche un po’ l’occhio lungo? “Una questione di sguardo”, dicono i recensori del film facendo i complimenti al regista-capogruppo, perché “mostra come sia possibile vedere il bello della vita semplicemente cambiando la prospettiva”.

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