Povera Cna. Bilanci rossissimi, licenziamenti e una Newco per salvarsi

Povera Cna. Bilanci rossissimi, licenziamenti e una Newco per salvarsi

Cna Servizi ha perso circa il doppio della cifra che si ipotizzava. Quasi 2 milioni di euro di buco nel bilancio 2013. Calano i soci. Le società part

Cna Servizi ha perso circa il doppio della cifra che si ipotizzava. Quasi 2 milioni di euro di buco nel bilancio 2013. Calano i soci. Le società partecipate non se la passano meglio. Quella che un tempo era la più potente associazione di categoria della provincia di Rimini, adesso ha l’acqua alla gola. Tanto che i vertici locali hanno chiesto aiuto al livello regionale e nazionale, e stanno lavorando alla Cna di area vasta con Forlì, Cesena e Ravenna. Prima che sia troppo tardi.

Rispetto al “buco” ipotizzato nei mesi scorsi, quando il presidente parlava di una cifra compresa fra 800 mila e 1 milione di euro, i conti messi nero su bianco fotografano una realtà molto più preoccupante. Cna Rimini è alle prese con un vero e proprio terremoto, tanto che si ipotizza anche una trasformazione societaria, nuove modalità di gestione, nuove forme societarie e in particolare la costituzione di una Newco, ma sul piatto ci sono pure una serie di licenziamenti (fino ad una cinquantina). Il tutto per mettere in sicurezza la cooperativa, oggi nel bel mezzo di una tempesta. “Quello della Newco è un progetto che non nasce oggi e che però non è concluso”, spiega il segretario di Cna Davide Ortalli. “Dobbiamo ancora completare il disegno, ci sono trattative aperte. Il progetto dell’area vasta lo stiamo perseguendo e ci sono relazioni continue anche col sistema regionale e nazionale”. E a proposito del taglio di una cinquantina di dipendenti? “Sono ipotesi” aggiunge. “Stiamo lavorando da mesi al piano industriale a seguito di una situazione di difficoltà che non abbiamo mai nascosto”. Il presidente di Cna, Fabrizio Moretti, raggiunto telefonicamente, per il momento preferisce invece non commentare.
Non solo per Cna Servizi, ma anche per i “satelliti” della organizzazione il panorama non è per niente roseo. Quella che è stata la più potente associazione di categoria di Rimini, in costante feeling con le amministrazioni comunali di sinistra, che ha dato le carte su varie partite, dalle zone artigianali ai global service passando per tanto altro, si trova nel momento più nero della sua storia, davanti alla scelta fra lo scioglimento (causa esaurimento del capitale sociale) e la prosecuzione in forme nuove.

Cominciamo da Cna Servizi. Il bilancio 2013 si chiude con un buco non molto lontano dai 2 milioni di euro: esattamente 1.865.148. La perdita ha anche una conseguenza immediata: occorre ripianare e ricapitalizzare in quanto il patrimonio, anche a seguito delle perdite pregresse, è diventato negativo. E non è l’unica situazione del genere.
In passato Cna ha smentito di trovarsi “commissariata”. Ma, di fatto, qual è la situazione? I problemi riminesi della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa vengono ormai seguiti da vicino anche dagli organismi regionali e nazionali di Cna e inoltre è stata incaricata una società bolognese per redigere un corposo progetto di ristrutturazione aziendale. Non c’è più solo il gruppo dirigente di Rimini, insomma, a farsi carico della partita.
Da circa sette mesi è iniziata una operazione di “salvataggio” che coinvolge il sistema Cna. Si cercano sinergie, economie di scala e questa è la ragione del progetto che punta, in soldoni, all’area vasta romagnola di Cna, guardando in particolare ad una partnership con Forlì, Cesena e Ravenna. Lo esige la continuità aziendale che in ogni modo si vuole garantire. La sede riminese si aspetta che il sistema federale Cna intervenga con investimenti e apporto gestionale. Allo stesso tempo la società di consulenza esterna ha lavorato ad un piano industriale che mira ad una radicale ristrutturazione per ripianare i debiti e guardare avanti. Ai vertici Cna si è affiancato un consulente d’azienda esterno col ruolo di temporary manager. Piano industriale da sottoporre anche alle banche per ottenere il necessario sostegno finanziario.
Visto il quadro, adesso c’è chi chiede che vengano individuati i responsabili della debacle, com’è accaduto in occasione dell’ultima assemblea di bilancio.

Il “buco”. Come detto, sfiora 1 milione e 900 mila euro, in più Cna Servizi nel 2013 “non ha provveduto nei termini di legge al versamento dell’imposta Iva, delle ritenute Irpef e dei contributi sociali”, scrivono i revisori dei conti nella loro relazione al bilancio 2013. Cifre che vanno da quasi 765 mila euro per l’Iva (al momento della redazione del bilancio) e 212 mila euro di contributi sociali (in questo caso è stata ottenuta una dilazione dall’Inps per pagare in 12 rate mensili e il pagamento è in corso di esecuzione), mentre l’Irpef è stato nel frattempo regolarizzato.
A gravare sulla perdita del 2013 è stato anche l’esito negativo della contrattazione con i dipendenti e la rappresentanza sindacale, che non hanno accettato nessun tipo di rinuncia alla retribuzione prevista nel contratto nazionale.
Due le teste saltate per questa voragine. Oltre a Salvatore Bugli, che a marzo si è dimesso da direttore generale di Cna provinciale e poi anche dagli organi amministrativi delle società del circuito nelle quali sedeva, anche Renzo Casali ha presentato le dimissioni, e a maggio è stato nominato amministratore unico Renzo Lazzari.

Calano i soci. Nel 2013 Cna Rimini ha perso per strada 101 aziende. Anche se 143 sono state le nuove ammissioni, il saldo negativo è dovuto a 1 recesso, 224 decadenze e 19 esclusioni.

Se si guarda l’andamento delle società partecipate, la situazione non migliora.
Ecipar, ente di formazione e consulenza (che ha nella propria compagine sociale Cna Associazione, Nuova Riminimpresa, Cna Servizi Finanziari, CAR e Cna Servizi) nel 2013 ha perso 73.381 euro.

Negativo anche il risultato di Riminimpresa (l’immobiliare di Cna) per 166.582 euro.

Stessa musica per Apea Triangolone (legata al comparto delle aree produttive), che perde 2.258 euro ed è in liquidazione.

Scioglimento e liquidazione in corso anche per Ondalibera (socio unico Nuova Riminimpresa), la società editoriale che pubblica Chiamami Città, il cui ultimo bilancio ha un segno rosso di 436.453 euro. A nulla è servita la cassa integrazione in deroga, dunque, mentre hanno pesato i crediti commerciali e finanziari non più esigibili (quasi 300 mila euro) e la contrazione dei ricavi (-104 mila euro).

Nuova San Giovanni srl è ferma al bilancio 2012 e in liquidazione volontaria, ma coinvolta nell’affaire del “compartone” di San Giovanni in Marignano. E’ la società proprietaria dell’area sulla quale è stata prevista la realizzazione di qualcosa come 113 unità immobiliari, e per la quale il Movimento 5 Stelle di quella città ha presentato una interrogazione sul mancato pagamento di Ici e Imu proprio da parte di Nuova San Giovanni srl.

Consorzio Artigiani Romagnolo, nell’orbita di Cna, negli anni ha ottenuto appalti e subappalti nei settori di costruzioni, impianti, strade, servizi ed energia con clienti pubblici e privati. Segna una perdita d’esercizio 2013 pari a 577.800 euro (nel 2012 era stata di 265.414), ma guarda con ottimismo al 2014, con commesse per 24 milioni di euro. Va detto che la perdita avrebbe potuto essere molto superiore, pari a 1.455.160. Nel bilancio è stata infatti iscritta una sopravvenienza attiva di 877.360 euro, perché il Car ha vinto in primo grado un contenzioso col ministero della Difesa a titolo di risarcimento danno. Ma non è detto che eventuali ulteriori gradi di giudizio non ribaltino la situazione.

Con questo “curriculum”, Cna da luglio esprime il presidente della Camera di Commercio di Rimini.

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