Primarie Pd: i Popolari di Mario Mauro tirano la volata a Richetti

Primarie Pd: i Popolari di Mario Mauro tirano la volata a Richetti

Strane e tortuose le vie della politica. A Roma Mario Mauro, leader dei Popolari per l'Italia, si dice interessato a riunire le anime del centrodestra

Strane e tortuose le vie della politica. A Roma Mario Mauro, leader dei Popolari per l’Italia, si dice interessato a riunire le anime del centrodestra. Anzi, la sua è “quasi una supplica”, mossa dall’obiettivo di rimettere insieme la grande famiglia che un tempo aveva in Silvio Berlusconi l’unica guida. In nome di una politica “virile” da contrapporre al renzismo, inadeguato a risolvere i problemi del Paese. Così Mauro Mario in una intervista di metà agosto a Il Giornale. E giù accuse a Renzi, per aver “trasformato un governo di coalizione in un monocolore Pd”. Ma fu ancora più duro quando venne sostituito nella commissione Affari costituzionali del Senato, tanto che parlò di “epurazione renziana”. Tutto questo a Roma. E a Bruxelles ha chiesto nei giorni scorsi di aderire al partito popolare europeo, che si contrappone allo schieramento socialista del quale fa parte anche il Pd di Renzi.
In Emilia Romagna, invece, Mauro chiede ai suoi di sostenere la candidatura di Matteo Richetti, renziano doc, alla presidenza della Regione.

Da varie città emiliano-romagnole ci sono giunte segnalazioni di quella che, nella prima Repubblica, veniva chiamata politica dei due forni, secondo la celebre definizione di Giulio Andreotti: per acquistare il pane (nel senso di improntare l’azione politica più opportunamente congeniale agli interessi del momento) ci si può servire del forno di sinistra o di quello di destra. L’importante è che il pane cuocia bene.
Ma davvero Mario Mauro osa tanto? Prima abbiamo ricevuto solo segnalazioni verbali. Poi, di fronte alla incredulità del cronista, anche la “prova”. In cosa consiste? In una mail inviata dal responsabile organizzativo nazionale dei Popolari per l’Italia, Gian Paolo Gualaccini, “ai Responsabili Regionali, Provinciali e Territoriali ‘Popolari per l’Italia’ dell’Emilia Romagna”. Carta canta, e canta anche forte. Perché Gualaccini ha inviato ai quadri del piccolo ma ambizioso partito di Mario Mauro, la richiesta di raccogliere le “firme per la presentazione della candidatura a presidente della Regione di Matteo Richetti alle primarie del Centrosinistra”, con tanto di moduli allegati. Invitando i suoi a darsi da fare e a rispettare i tempi. Quali “scambi” sono in programma? E cosa ne penserà, in particolare, il coordinatore dei Popolari per l’Italia in Romagna, il riminese Luigi Bonadonna, che lasciò il Pd sbattendo la porta per approdare poi a Scelta Civica e a Rimini Più? Non è che alle prossime elezioni amministrative la squadra di Rimini Più si ritroverà insieme al fornaio Andrea Gnassi? (p.c.)

Ma poco fa Richetti ha annunciato il passo indietro dalle primarie (e sempre oggi emerge che Richetti risulta iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di accusa di peculato nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese pazze” del consiglio regionale) con questa dichiarazione, e dunque i Popolari hanno lavorato invano:

«Ragazzi tutti, mandare questo messaggio mi costa un fegato nuovo. Anzi, credo CI costa un fegato nuovo. Tra ieri sera e stamattina ho dovuto prendere una decisione. Di quelle che non ci dormi. Mi fermo qui. Ci sono cose di fronte alle quali ci si ferma. Se c’è una cosa che ci unisce è che per noi la politica è un pezzo fondamentale della nostra vita. Ma non è la vita. Io continuo e continuerò a usare il noi, ma questa volta vi devo chiedere di rispettare una scelta che è personale. Immaginando il vostro dissenso. Facciamo ricorso a tutta la nostra amicizia, se riusciamo. Non ho parole a sufficienza per pronunciare le mie scuse, ad ognuno di voi, al vostro impegno, alla vostra passione. Vorrei farlo di persona con ognuno di voi, guardandovi negli occhi. Un abbraccio forte, a tutti. Matteo Richetti».

Sulla caduta di Errani e le primarie Pd, i nostri precedenti approfondimenti:

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