Quando il Galli era un rudere, Riccione s’inventò la stagione lirica

Quando il Galli era un rudere, Riccione s’inventò la stagione lirica

Estate 1947. Nell'Arena del Turismo di Riccione arrivano le stelle dell'opera e vanno in scena il Rigoletto e il Barbiere di Siviglia. L'affronto al "tempio" inaugurato da Verdi a Rimini, che però nel dopoguerra risultava distrutto dalle bombe.

“Inaugurazione a Riccione di una grande stagione lirica”. Estate 1947. Il titolo è del “Giornale dell’Emilia”. Quando a Rimini il teatro Galli, al tempo ancora Vittorio Emanuele, è un vero e proprio rudere e i segni della guerra sono ancora ben presenti (com’è noto lo saranno a lungo, ma il 28 ottobre il teatro riapre i battenti a Rimini), Riccione sferra l’attacco. Mette insieme un cartellone di tutto rispetto nella nuova e centralissima Arena del Turismo.

Non bada a spese e alla prima, il 6 agosto 1947, va in scena il Rigoletto, con nomi di spicco internazionale: “il baritono Alessandro De Swed che abitualmente canta al Metropolitan di New York”, “la cantante svedese Hyordis Schyymberg”, il tenore Giuseppe Di Stefano, “una autentica rivelazione del Teatro lirico italiano che a Riccione darà le sue ultime recite prima di partire per l’America”, riporta il quotidiano.

Alexander De Svéd, questo il suo nome, di nazionalità ungherese, fu la star non solo del Metropolitan ma anche del Covent Garden di Londra e della Staatsoper di Vienna, ma non mancò di calcare le scene anche di tutti i maggiori teatri italiani. E che dire del tenore Di Stefano, che pochi mesi prima di arrivare a Riccione aveva debuttato alla Scala, unanimemente definito “uno dei cantanti lirici più popolari e amati del dopoguerra”? Nomi di prima grandezza, insomma.

1952. Mercato con vista ruderi del teatro: foto Vitale Valvassori, immagine di proprietà della Biblioteca Gambalunga

Il Rigoletto venne replicato l’8 agosto, mentre la sera precedente toccò al Barbiere di Siviglia per la regia di Paolo Bignami, “e dove il baritono Tito Gobbi personificherà il protagonista in una eccezionale interpretazione che già gli amatori del cinematografo conoscono per averlo applaudito in un film di recente programmazione”. Tito Gobbi è stata un’altra stella nel firmamento della lirica, e nel 1947 aveva già al suo attivo anche una decina di pellicole. Direttore d’orchestradel Barbiere di Siviglia fu Manno Wolf-Ferrari.

La stagione lirica venne gestita dalla Organizzazione Grandi Spettacoli Frasca, un altro “marchio” ben noto nel più ampio mondo dell’offerta di spettacolo in Italia in quegli anni.

La Perla si era già inventato il Premio Riccione, che nel 1947 valeva 500mila lire, dei quali 300mila al primo classifica in materia di opera drammatica e 200mila per il romanzo. Il concorso di teatro richiamò 217 autori, molti di meno per l’altra sezione, ma sapere a chi andò il premio ex aequo? A Fabrizio Onofri e Italo Calvino. “Prima di recarsi alla festa al Savioli, l’on. Umberto Terracini presidente della assemblea costituente e consorte Maria Laura, con il viceprefetto di Forlì e il sindaco di Riccione, avevano partecipato ad un pranzo in onore delle commissioni giudicatrici del premio”, riferisce la stampa.

Fotografia d’apertura: Rimini, 1943-1944. Danni dei bombardamenti di guerra. Teatro Vittorio Emanuele II. Fotografia di Angelo Moretti (Foto Moretti Film, Rimini), di proprietà della Biblioteca Gambalunga

COMMENTI

DISQUS: 0