Referendum: la minoranza civile e la solita Italietta

Uno splendido risultato che delinea una nuova aristocrazia, senza alcun potere, fondata sulle parole di Kant e Shakespeare. Il 31,2% diventa una sort

Uno splendido risultato che delinea una nuova aristocrazia, senza alcun potere, fondata sulle parole di Kant e Shakespeare. Il 31,2% diventa una sorta di numero magico, su cui s’intrecciano alcune simpatiche coincidenze. Clamoroso il risultato di Ravenna, sempre in testa all’affluenza in tutte le votazioni repubblicane, ma che questa volta fa segnare un record negativo.

Che splendido risultato quello del referendum sulle trivelle. Chi è andato a votare, come il sottoscritto, ha scoperto di far parte di un’élite di cittadini italiani, il 31,2% per la precisione, dotati del bagaglio culturale e politico necessario per esprimere un parere su una questione che, superati tutti gli esami formali, le nostre istituzioni hanno ritenuto meritevole del voto referendario di tutti i cittadini.
C’è quindi da essere orgogliosi di far parte di questo manipolo che rappresenta – per interesse civico, volontà di partecipazione, capacità di attingere informazioni – l’aristocrazia civile del nostro Paese. Insomma, se si prendono come riferimento la Costituzione e le altre norme del nostro Stato, che dovrebbe essere di diritto, chi è andato a votare automaticamente entra a far parte dei “cittadini”, rispetto ad una strabordante massa d’”ignavi”, di cui fanno parte anche il presidente del Consiglio e il presidente emerito della Repubblica.
Segnaliamo subito alcune casuali coincidenze.
Escluso il caso di Bolzano, tra le più basse percentuali di affluenza si sono registrate nelle civilissime province di Napoli, Caserta (quelle della terra dei fuochi), Reggio Calabria, Palermo… cioè nelle zone dove, ma è appunto solo un caso, è più forte la presenza della criminalità organizzata e più debole la presenza dello Stato in tutte le sue articolazioni.
Nella civilissima e splendida Ravenna, che è sempre stata ai vertici nella partecipazione popolare al voto in tutte le consultazione della nostra Repubblica, questa volta si è raggiunto un record negativo di affluenza. L’unica provincia in cui si è superato il quorum è quella di Matera, la cui città capoluogo è patrimonio mondiale dell’Unesco, prima città del Sud dove si sono registrati episodi di Resistenza al Nazifascismo e città prescelta come capitale europea della Cultura nel 2019. Insomma un luogo che ha tante nobili caratteristiche che lo rendono paragonabile con Ravenna, con cui si è giocato il titolo di capitale europea della Cultura. L’unica cosa in cui Matera sembra differire da Ravenna è l’assenza della doppia morale dell’apparato del partito di potere, che, di solito, canta le lodi della partecipazione, salvo poi cambiare completamente strategia quando il leader di turno, guarda caso anche capo dell’Esecutivo, lo ordina.
Fatte rilevare queste simpatiche coincidenze, si potrebbe un po’ giocare con il 31,2 che assume quasi l’aura di numero magico, che i più maliziosi potrebbero prendere come paradigma di spiegazione di tanti fenomeni del nostro paese.
Pensate, si sono recati alle urne circa quindici milioni di persone, cioè più o meno dello stesso numero che in Italia legge con una certa regolarità libri e quotidiani cartacei (14 milioni e mezzo). Altra singolarità: il 31,2% equivale più o meno alla percentuale di diplomati in Italia…
Insomma, si potrebbe andare avanti per ore, si potrebbe dire che il 31,2% rappresenta probabilmente il numero di coloro che sono in grado di risolvere un’equazione, tradurre una versione dal latino o un brano dall’inglese. Probabilmente si tratta della stessa percentuale di chi sa esprimere un concetto o scrivere in maniera più o meno corretta.
Insomma, tutte curiose coincidenze. Ma il vero motivo che ci rende veramente orgogliosi di far parte di questo 31,2%, risiede nel fatto che possiamo rispecchiarci nelle parole di uno dei massimi geni dell’umanità. Si chiamava Immanuel Kant e scriveva:
“Abbi il coraggio di servirti della tua intelligenza… La pigrizia e la viltà sono le cause per cui tanta parte degli uomini rimangono volentieri minorenni per tutta la vita e per cui riesce tanto facile agli altri erigersi a loro tutori. Sembra tanto comodo essere minorenni. Se ho un libro che pensa per me, un padre spirituale che ha coscienza per me, un medico che decide per me, io non ho più bisogno di darmi pensiero per me. Purché io sia in grado di pagare, non ho più bisogno di pensare: altri si assumeranno questa noiosa occupazione”.
Ecco quindi, in alto i cuori, siamo il 31,2% che pensa con la propria testa (sia che si dica sì o che si dica no), siamo la minoranza civile, che non ha bisogno degli ordini di Renzi e Napolitano. Parafrasando l’altro immortale genio, William Shakespeare, di noi che siamo andati a votare oggi possiamo dire: “we few, we happy few, we band of brothers”. Il resto è la solita Italietta.

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