Renata Tosi e Roberto Rinaldini sono i personaggi dell’anno che si chiude

Renata Tosi e Roberto Rinaldini sono i personaggi dell’anno che si chiude

Lui crea dolcezze. E di questi tempi, nei quali l'amaro rischia di prendere il sopravvento, è un uomo della Provvidenza. Lei, a dispetto dell'apparenz

Lui crea dolcezze. E di questi tempi, nei quali l’amaro rischia di prendere il sopravvento, è un uomo della Provvidenza.
Lei, a dispetto dell’apparenza minuta, rappresenta lo tsunami del cambiamento. Forse il terremoto che più ha scosso la scena politica riminese dell’ultimo mezzo secolo.
Roberto Rinaldini e Renata Tosi a giudizio di Rimini 2.0 sono i personaggi dell’anno che si sta per chiudere. Hanno sfondato, hanno lasciato il segno in campi tanto diversi ma entrambi affermando il successo del coraggio, la novità, la tenacia, l’inventiva, la leadership, ed hanno riscosso l’approvazione di tanti, infondendo speranza e ottimismo.
Pesantezza, inerzia, opacità, insegna Italo Calvino nelle Lezioni americane, si attaccano a tutto e se non si trova il modo di sfuggirle provocano una lenta pietrificazione. Veniamo così trasformati nelle statue di noi stessi. Accade nella politica, nell’informazione, nella società, nel pubblico e nel privato. Ovunque. Ci sono persone che frantumano con la loro azione la pesantezza della pietra e volano come Pegaso, cavallo alato.
Niente santificazioni, però, anche perché i due non gradirebbero.

copertina-personaggi-dellannoA egregie cose il forte animo accendono le prelibatezze di Roberto Rinaldini. Come recitava il trailer di Chocolat, qui “un assaggio è tutto quello che ci vuole”. Ma la cioccolataia Juliette Binoche avrebbe di che imparare dallo stilista riminese del dolce.
Con quel volto che sembra fatto per il teatro, elegante anche con le mani in pasta, austero, soddisfatto di sé ma non tronfio, Rinaldini impersona il flusso di energia creativa che sprigiona dal lavoro costruito sui binari della disciplina e della passione artistica.
Un po’ divo e un po’ poeta del dolce stil novo, il suo tratto è la golosa perfezione che unisce colore e sapore. Una pasticceria estetica, la sua. Le sue torte, termine arcaico ma sempre esaustivo, sembrano capi di moda.
Ha iniziato molto presto a farsi notare. E’ diventato campione d’Italia di pasticceria juniores nel lontano 1998, poi è entrato nella blasonata Accademia Maestri Pasticceri Italiani che nel 2013 l’ha nominato “Maestro pasticcere dell’anno”. Premi su premi conquistati dagli anni 90 ad oggi, è il fondatore di Rinaldini Pastry ed ha portato il marchio anche a Tokyo e attualmente, oltre a Rimini, è presente in altre quattro città italiane. Quest’anno ha raggiunto altri due traguardi: è entrato a far parte dei Relais Dessert, praticamente l’élite dei più grandi pasticceri del mondo, ed è stato chiamato nel ruolo di giudice nel programma televisivo “Il più grande pasticcere”, il cooking talent show di Rai 2 in onda dal 25 novembre.
I Rinaldini Shop sono esposizioni del bello prima che cattedrali del gusto e quindi insegnano a tutti a prendersi cura della bellezza che sboccia dalla artigianale dedizione al mestiere (etimologicamente fusione di ministerium, cioè “funzione di ministro, aiuto, servizio” e mysterium).

Renata Tosi è stata capace di portare a unità la richiesta di novità che è salita dai riccionesi. In quel 53% di consensi ottenuti c’è, intera, la enormità della sfida vinta partendo da una situazione iniziale che sembrava la classica mission impossible.
Non è l’espressione della cosiddetta società civile, Renata Tosi, che spesso serve a nascondere personale di complemento buono per tutte le stagioni e con un livello di attacamento alla poltrona da far rimpiangere i protagonisti della prima Repubblica. Nella politica locale si muoveva da anni ma senza che le incrostazioni dei palazzi della burocrazia le si fossero attaccate sulla pelle.
Figlia di due sarti, una laurea in giurisprudenza, prima donna sindaco di Riccione, si è caricata del compito di guidare la riscossa riccionese. Una sorta di Giovanna d’Arco investita del dovere di liberare la città da logiche politico-amministrative a tratti feudali. Ha vinto le elezioni facendo leva su pochi e comprensibili messaggi, il primo dei quali è stato la ragionevolezza al potere, da cui è scaturito il no deciso al Trc.
Che la politica a Rimini e dintorni abbia perso la bussola lo dice, fra le altre cose, l’imposizione di un tram-busto (trambusto: “confusione, agitazione disordinata di una massa di persone in preda al panico o alla paura, che protestano e tumultuano”, che a pensarci bene è l’effetto che ha prodotto l’opera sulla popolazione) come quello di una metropolitana che metropolitana non è, costosa, antiquata, già provata e accantonata altrove, che sta “sbudellando” quella che non a caso i più conoscono come Perla Verde. Insomma, “Quer pasticciaccio brutto” del Trc, direbbe Carlo Emilio Gadda.
Stando ritta in trincea senza temere i colpi dell’artiglieria, Renata Tosi si è addossata un peso colossale senza perdere mai il sorriso e l’amore per la propria città. Ha fatto comprendere che le statue di pietra si possono abbattere, anche se sono gigantesche perché la loro mole si è stratificata nei decenni. Ha risposto al bisogno dei riccionesi di stringersi attorno a nuovi obiettivi in cui credere per non precipitare nell’anonimato senza ritorno. In lei si è visto il coach che ispira fiducia e che sa cucire un nuovo rapporto fra città e gestione della cosa pubblica.

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