Renata Tosi fa scuola: non si balla sull’evasione dei tributi locali

Renata Tosi fa scuola: non si balla sull’evasione dei tributi locali

Il pugno duro ha pagato: il Cocoricò ha già versato due rate della tassa sui rifiuti per il 2018 e potrà aprire i battenti per Capodanno. Da Riccione arriva un segnale forte e chiaro anche per altre amministrazioni comunali, compresa quella di Rimini.

Il Cocoricò ha deciso: non rinuncia al Capodanno, ma per farlo salda il conto della Tari col Comune di Riccione. Per ora ha già pagato le prime due rate del 2018, pari a 18mila euro, assicura il sindaco Renata Tosi. Per la terza, pari a 12mila euro, si è già accesa la spia rossa: una diffida che indica il termine per saldare in 30 giorni. C’è poco da dire: il pugno duro della sindaca ha dato i suoi frutti. Non si balla sull’evasione dei tributi locali: è questo il messaggio che esce forte e chiaro da Riccione. E che farebbe bene a raccogliere anche il sindaco di Rimini. Dove i problemi dello stesso tipo non mancano davvero.

Chi non paga la tassa sui rifiuti nuoce ad una comunità più vasta, non solo alle finanze comunali. Sia esso il titolare di una discoteca, di un ristorante o di un hotel. Tolleranza zero. Ad imprimere la rotta è una giunta di centro destra che a quanto pare ha ben chiaro il concetto di giustizia contributiva, non più di casa a sinistra. “Il meccanismo pensato dall’amministrazione comunale si dimostra efficace”, commenta la Tosi. “Quasi un miracolo perché finora la discoteca non aveva mai pagato”. La somma accumulata fra il 2016 e il 2018 è pari a 80mila euro.

Il provvedimento che prevede la sospensione della licenza fino a tre mesi per i furbetti della Tari ha fatto centro. Ci sono amministratori di altre parti d’Italia che stanno chiedendo lumi a quelli di Riccione e probabilmente copieranno il regolamento approvato a settembre nella Perla. Speriamo che anche l’assessore Brasini decida di copiare. Oltre al Cocoricò, sono una decina i locali non in regola e sui quali pende la spada di Damocle della chiusura.

C’è invece da chiedersi se paghi la politica “difensiva”, verso i propri associati, schierata per l’occasione dalle associazioni di categoria. Aveva reagito davanti al provvedimento piovuto sul Cocoricò, il presidente del Silb e di Confcommercio provinciale, Gianni Indino. Sostenendo che “sicuramente si poteva rimandare l’applicazione della sanzione a gennaio, ed evitare di “colpire” un’attività come il Cocoricò proprio durante il periodo natalizio, con la festa di Capodanno già programmata e la vendita dei biglietti già partita”. Perché ipotizzare una sorta di salvacondotto fra l’altro in uno dei momenti più economicamente favorevoli di tutto l’anno? E’ vero il contrario, come dimostra la decisione del Cocoricò di saldare il debito: il principio che non si balla sulla evasione dei tributi locali deve scattare quando il business c’è. Oppure si dovrebbe chiudere un occhio in nome di una logica benevola verso quel mondo economico che contribuisce ad eleggere sindaci e maggioranze? “Obbligare un locale come il Cocoricò a una chiusura nel periodo natalizio significa assestare un duro colpo all’economia della riviera, oltre che estirpare un punto di riferimento per il divertimento di migliaia di ragazzi”, ha sostenuto Indino. Ma a parte che si sta parlando di un obbligo derivato dal non avere pagato una tassa, chi evade a sua volta assesta un colpo alla economia di qualcuno, sicuramente quella del Comune di Riccione e, di conseguenza, della città.

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