Renato Clarizia sul caso Rothschild e sul ruolo di Bcsm

Renato Clarizia sul caso Rothschild e sul ruolo di Bcsm

Attorno alla consulenza finanziaria di oltre 300 mila euro. Avvolta nella nebbia.

La consulenza affidata a Rothschild occupa ancora il dibattito politico a San Marino. E non potrebbe essere diversamente, considerata la nebbia che avvolge l’incarico affidato con una delibera del Congresso di Stato dello scorso anno proprio alla Rothschild S.p.A. ma senza, ad oggi, si conosca il minimo risultato. Il paradosso più stridente è che a motivare la maxi consulenza finanziaria di oltre 300 mila euro, ci fu una ragione di bruciante urgenza: “La necessità di adottare nel breve termine scelte strategiche tese al consolidamento e rafforzamento del sistema finanziario domestico e nel contempo all’individuazione delle risorse finanziarie necessarie al finanziamento del debito e degli investimenti dello Stato” (così recita la delibera n. 47 del 9 luglio 2012). E’ trascorso più di un anno e, a fronte di una bella somma spesa, i problemi restano tutti aperti.
Ma c’è un altro tema, oltre a quello legato alla trasparenza sull’incarico di “consulenza e collaborazione”. Il Titano ha una Banca Centrale, statutariamente attrezzata anche per svolgere quantomeno “funzioni di consulenza” nei confronti del Congresso di Stato. Perché non viene utilizzata?

Con queste queste domande abbiamo interpellato il presidente della Bcsm, Renato Clarizia (nella foto). E va detto che, tanto per cominciare, non si è sottratto e nel giro di poco tempo ci ha fatto avere la sua risposta. Ognuno può poi giudicare nel merito, ma qualcuno che risponde a San Marino c’è. Per richieste molto più semplici in alcuni uffici della Repubblica si ottiene solo silenzio (proprio muti come pesci), ma in futuro ci sarà modo di parlare anche di questo.
Cominciamo dalle domande rivolte al prof. Clarizia, che è anche docente di Istituzioni di diritto privato presso la Facoltà di giurisprudenza all’Università di Roma Tre, avvocato ed esperto di leasing e factoring. Anzi, prima una premessa.
Banca Centrale ha ovviamente uno statuto, che ne mette nero su bianco la mission, e le linee guida fondamentali sono queste: Bcsm ha il compito di promuovere la stabilità del sistema finanziario e tutelare il risparmio, quindi si occupa anzitutto di vigilanza. Ma non solo. Deve “fornire servizi bancari e finanziari allo Stato e alla Pubblica Amministrazione anche al fine di coordinare la gestione delle disponibilità e la scelta delle forme di finanziamento”, e deve “fornire un adeguato sostegno al sistema finanziario della Repubblica assolvendo anche a funzioni di stimolo ed orientamento” (art. 3).
Di certo, però, Bcsm può svolgere “funzioni di consulenza” (art. 39), che non risulta siano state attivate dal Segretario alle Finanze prima di incaricare Rotschild: “Per il raggiungimento delle sue finalità alla Banca Centrale sono attribuite le seguenti funzioni: a. la formulazione di pareri, per il tramite della Segreteria di Stato per le Finanze, al Consiglio Grande e Generale ed al Congresso di Stato su tematiche monetarie, creditizie, finanziarie, valutarie ed economiche; b. l’individuazione, su incarico del Congresso di Stato per il tramite del Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio, delle forme di finanziamento più adeguate alla copertura dell’eventuale fabbisogno finanziario dello Stato e della Pubblica Amministrazione”. I punti a e b, in particolare, prefigurano un percorso che lo stesso Valentini avrebbe potuto seguire per rispondere alle esigenze che si erano poste nel luglio del 2012. Quanto meno in termini di consulenza e orientamento.
L’articolo 25 aggiunge che “per la propria operatività finanziaria la Banca Centrale può concludere transazioni e mantenere rapporti con enti creditizi sia sammarinesi che esteri, Organizzazioni Finanziarie Internazionali, Banche Centrali, Autorità di Vigilanza o simili Autorità estere”.
Sulla carta, insomma, le competenze sono ampie e forse alcune ancora da mettere in pratica pienamente.
Nell’agosto del 2012 un comunicato stampa del Congresso di Stato rispondeva alle polemiche già montanti. Il Segretario di Stato alle Finanze, Pasquale Valentini, sosteneva che “l’iniziativa intrapresa debba essere letta anche in risposta alle richieste avanzate dal Fondo Monetario Internazionale, che chiede al nostro Paese di essere attivo, di mostrare iniziativa per affrontare il presente, ma anche per le evenienze che potrebbero sopraggiungere. Dunque il FMI guarda con attenzione alla scelta sammarinese di affidarsi alla Rothschild: un soggetto estero quale elemento di garanzia, che attraverso un’opera di intermediazione con i principali organi istituzionali possa procurare quei finanziamenti di cui San Marino ha bisogno”. Aggiungeva che “l’intervento della Rothschild è come un innesto di linfa nuova per un sistema oggi asfittico”. Posto che il FMI si sarà ormai stancato di guardare e si starà chiedendo a quando i primi risultati, e considerato che il sistema continua ad essere asfittico, Valentini aggiungeva che Rothschild “non svolge compiti che avrebbe potuto espletare Banca Centrale, in quanto organo di vigilanza e indirizzo”.
Diciamo subito che il presidente Clarizia conferma, sostanzialmente, a Rimini 2.0 il punto di vista di Valentini. Ma ci arriveremo fra poco.
Da un breve esame dello statuto di Bcsm sembra esserci qualche cartuccia in più nel fucile della Banca Centrale, ma probabilmente nessuno ha chiesto a Clarizia di spararla, nemmeno in termini di consulenza. 
La domanda che abbiamo posto al presidente di Banca Centrale e al direttore generale Giannini, è questa: fra le competenze di Banca Centrale rientrano – in parte, del tutto o per nulla – anche quelle oggetto della consulenza finanziaria affidata alla Rothschild S.p.A.? A nostro parere la risposta va letta con attenzione. Eccola:
“Nel ribadire la piena autonomia di questa Banca Centrale rispetto all’azione del Congresso di Stato ed alle scelte operate dalla Segreteria alle Finanze, nonché la leale e piena collaborazione che sia in questa che nella passata legislatura caratterizza l’azione di Banca Centrale, la risposta alla Sua domanda può trovarla Lei stesso nel rileggere attentamente le dichiarazioni riportate dalla Segreteria alle Finanze quanto al contenuto dell’incarico affidato a Rothschild e i compiti istituzionali propri di Banca Centrale. In via generale, si chiede a tale soggetto internazionale, peculiarmente qualificato, di ricercare finanziamenti che possano dare nuova linfa all’economia sammarinese, mentre a BCSM è affidato in primis il compito di salvaguardare la stabilità del sistema finanziario e di assistenza alle autorità politiche di vertice su specifiche tematiche, ma non certo quello di ricercare sul mercato internazionale possibili investitori finanziari”.
Che, in primis, questa sia la mission, non ci sono dubbi. Ma sono proprie della ragion d’essere di Banca Centrale anche le funzioni di sostegno al sistema finanziario della Repubblica, di stimolo e orientamento, di consulenza, anche per individuare le forme di finanziamento più adeguate alla copertura del fabbisogno finanziario dello Stato e della pubblica amministrazione. E a leggere il contratto fra lo Stato di San Marino e Rothschild, in parte reso pubblico dal Segretario alle Finanze Felici due mesi fa, si trova conferma del fatto che solo in parte l’obiettivo è quello di ricercare sul mercato internazionale gli investitori finanziari: “Assistenza nello studio e nell’individuazione di potenziali opportunità strategiche relative al consolidamento/rafforzamento del sistema finanziario della Repubblica di San Marino; supporto nella selezione delle opportunità strategiche individuate per il Cliente, anche alla luce della condivisione delle stesse con le Autorità di vigilanza nazionale e con le autorità italiane; supporto nella selezione, nell’ambito del mercato nazionale e internazionale, di potenziali soggetti interessati ad investire nel sistema finanziario della Repubblica di San Marino (inclusi investitori privati e istituzionali, gruppi bancari..”). Se si esclude la questione Cassa di Risparmio, la finalità più sostanziale dell’incarico, muove da ragioni legate a “problematiche di equilibrio” del bilancio e ad “un potenziale problema di liquidità da fronteggiare”. In questo quadro, ha chiarito l’attuale Segretario di Stato alle Finanze rispondendo alla interpellanza di Gian Matteo Zeppa (Rete) “maturava la decisione di attivare una ricognizione volta alla ricerca di possibili strade da percorrere in caso di effettiva necessità di risorse finanziarie”. Se questa è l’interpretazione autentica dell’affidamento dell’incarico a Rothschild – e non c’è ragione di dubitarne perché ha l’imprimatur di Claudio Felici – appare chiaro che Bcsm avrebbe potuto fare una buona parte di lavoro.
Ovviamente sulla opportunità e sulla utilità dell’incarico a Rothschild, sul ruolo di Bcsm e sulla situazione finanziaria della Repubblica di San Marino, il dibattito è aperto.

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