Riccione: scacco matto allo stallo nella riqualificazione della zona turistica

Riccione: scacco matto allo stallo nella riqualificazione della zona turistica

Perché nella Perla verde si assiste ad una effervescenza che ha già attivato diverse ristrutturazioni totali in ambito turistico, insieme a progetti nuovi, e che sta interessando anche investitori esterni? Perché a Rimini, dove l'amministrazione comunale sta spendendo somme ingenti in arredi e "contenitori" culturali, tutto questo non avviene? Ne abbiamo parlato col sindaco Renata Tosi.

Riccione ha ingranato la marcia e mostra una vitalità invidiabile dal punto di vista della riqualificazione della zona turistica. Non c’è un’altra città della costa romagnola in grado di competere. Mentre a Rimini Gnassi investe montagne di soldi pubblici sui “contenitori” del centro storico e sui lungomari, senza che i privati si lascino contagiare dalla voglia di innovare le loro strutture ricettive, nella Perla verde Renata Tosi (nella foto di Daniele Casalboni) segue una strada del tutto diversa: “Io ho puntato sul software. Sono dell’avviso che creare dei bellissimi contenitori serva a poco se non hai già “animato” il software. Vale in ogni campo: prima di pensare al nuovo teatro (l’hardware, ndr) ho spinto molto sull’attività culturale”, spiega. “I contenitori sono meravigliosi ma da soli non fanno la differenza…”. Il ragionamento vale anche per il turismo ed è questo che vogliamo approfondire.

A Rimini la situazione è ingessata. Le ristrutturazioni totali, o comunque in grado di lasciare il segno, non si vedono. I tanti alberghi chiusi, che si acquistano anche per pochi soldi, non se li fila nessuno. Di nuovi non ne nascono. L’i-Suite è stato forse l’ultimo vistoso hotel nuovo da cima a fondo a vedere la luce. Ma correva l’anno 2009. Non è che poi non sia successo nulla. Qualche rara eccezione c’è stata, ed una di queste l’abbiamo subito “bollata” con molto piacere: l’Up Hotel gestito da Fabrizio Fabbri.
Quasi tutto fermo anche per l’opera che avrebbe dovuto innescare la miccia del cambiamento: il parco del mare. Ne tiene a bada la sua evoluzione concreta l’ex assessore ai Lavori pubblici Roberto Biagini, e ogni tanto presenta un accesso agli atti per sapere come procede. Bene, pochi giorni fa il dirigente gli ha risposto che nemmeno un accordo, uno, è stato stipulato con quanti hanno presentato le famose manifestazioni d’interesse, che pure furono parecchie. Era il 2017 quando l’amministrazione comunale gongolava: 155 le proposte presentate, 128 quelle accolte, 50 le strategiche, 365 gli operatori economici coinvolti. E commentava: “Ora al via la negoziazione con i privati” (qui). Se non decolla niente è colpa della Bolkestein? Parrebbe di no perché gli interventi dei privati dovrebbero interessare il demanio comunale. Procedono solo gli arredi legati al parco del mare, azionati e pagati dagli enti pubblici. A meno che non si voglia dare la colpa al garbino, bisogna partire dai dati oggettivi.

Di oggettivo a Riccione ci sono numerosi frutti di una effervescenza contagiosa. In principio fu la variante al Rue (Regolamento urbanistico edilizio) approvata nel 2016. Ha messo in moto un fiorire di interventi. Hotel Corallo: il cantiere si è aperto nel 2019 e vedrà la costruzione di una parte nuova che si aggiunge all’esistente. Hotel Principe Majestic: il vecchio è stato demolito e il nuovo sta prendendo forma. Hotel Ambasciatori: verrà ampliato con un nuovo corpo. Hotel Casablanca: chiuso da anni, sarà oggetto di una ristrutturazione totale. Idem per l’Aquila d’Oro. Hotel Promenade: demolito e rifatto. E l’elenco non è completo. Aggiungiamo solo il progetto del condhotel che reca la firma di Boeri tra il lungomare della Repubblica e viale Milano, il già famoso bosco verticale, su un’area di 4.500 mq, e la colonia ferrovieri acquistata all’asta e che diventerà anch’essa un condhotel. A questa lista si affianca quella degli accordi operativi seguiti alle manifestazioni d’interesse, che riguardano i campeggi in zona Savioli, Grand Hotel, colonia Mater Dei, Conchiglie e l’ex dancing Serenella, l’area del Baby Golf su via D’Annunzio, l’hotel Arizona, la Colonia Perla Verde, l’area del Bollicine e dell’Indiana Golf, l‘hotel Etna, la Colonia Primavera e la Colonia Serenella. Tanta roba, direbbe Fedez pensando ad uno dei sui primi album.

I due bandi del Comune di Riccione hanno raccolto 42 manifestazioni d’interesse: “Ho chiesto agli imprenditori della zona mare della città, di dirci come immaginano la rigenerazione delle loro proprietà prevedendo anche interventi nelle adiacenti parti pubbliche”, spiega Renata Tosi. Nel primo bando, su 32 proposte ben 20 hanno ottenuto la “promozione”, nel secondo 10 su 10. Fra le trasformazioni più significative ci sono quelle dei campeggi: “Abbiamo 30 ettari di campeggi che oggi sono piazzole. I proprietari hanno immaginato e vogliono realizzare dei villaggi turistici di concezione europea, riqualificando anche tutto il viale Torino e dando alla porta sud della città una nuova veste”.
Per i primi 20 c’è già l’accordo arrivato entro novembre, e adesso tocca agli altri 10 ma anche per questi i tempi sono stretti: entro fine anno. “Altrimenti si passa nella nuova pianificazione urbanistica e potrebbero non vedere soddisfatti i loro desiderata”. I tempi li detta la pubblica amministrazione, togliendo l’alibi al privato che di solito lamenta le lungaggini dei Comuni. Sembra un paradosso ma questo sta accadendo a Riccione.

Ma non è tutto. Il marchio Riccione, la vitalità del sindaco Renata Tosi, la verve con la quale si pone sulla scena pubblica così come davanti ai vari interlocutori istituzionali, la capacità di allacciare relazioni e di tenere sempre aperta la porta del suo ufficio, il pallino di ridurre al minimo la distanza fra pubblico e privato limando ogni forma di burocrazia in eccesso, stanno “attirando” anche investitori esterni desiderosi di lasciare il segno. I nomi sono top secret, almeno per ora, ma si parla anche di qualcuno in arrivo dagli States e con un’idea robusta, sempre in campo alberghiero.

Qual è stata la molla? “All’inizio del mio mandato, nel 2014, venni sollecitata da una constatazione e da tanti riscontri maturati parlando con gli operatori: molti dei progetti elaborati rimanevano nei cassetti. Così chiesi quali fossero i nodi. “Aiutatemi a capire dov’è il freno”, questa fu la mia domanda agli operatori economici, e sulle risposte ottenute mi sono messa a lavorare”, spiega Renata Tosi.

E quali erano i nodi?
Mi dissero che gli oneri di urbanizzazione erano fuori mercato e siamo intervenuti riducendoli, mi dissero che una premialità sugli interventi sarebbe stata incentivante e su questa base abbiamo applicato l’articolo 7-ter della legge regionale 20 del 2000 (“misure urbanistiche per incentivare la qualificazione del patrimonio edilizio esistente”): avere immobili meno energivori e più sicuri sismicamente rappresenta un valore, compensato a favore del privato che interviene, con un aumento di superficie del 20%. E poi i condhotel, anche qui la norma c’è ma in questa provincia l’ho applicata solo io. Restare chiusi in Comune e pensare di saperla tutta noi è sbagliato. Ho fatto delle esigenze degli operatori norme generali per tutti.

Così si è rimessa in movimento la rigenerazione della città turistica?
Direi di sì, quello che sta succedendo è molto significativo, anche perché scatta la logica della “contaminazione”, nel senso che laddove parte un progetto ne trascina altri nella stessa zona.

Spesso chi si rapporta ad un Comune lamenta lungaggini, burocrazia e freni…
Io vengo dal privato, ho lavorato a lungo in uno studio notarile dal quale è passata buona parte dell’economia provinciale. Ho sempre avuto a che fare con le imprese, che hanno contribuito a trasferirmi una certa attenzione. Incontro gli imprenditori e mi sforzo di affiancarli, con la preoccupazione che l’ente Comune dia risposte rapide, perché questo ci viene chiesto e da questo dipendono l’economia e il lavoro di tanti.

Riccione però ha anche una conformazione un po’ diversa rispetto a Rimini.
Certo, la realtà riccionese è un po’ più “facile” perché più piccola e localizzata in maniera differente, non c’è grande distacco tra mare e città, come a Rimini. Però un elemento sul quale Rimini non ha mai puntato e che invece è molto importante per fare turismo è la sicurezza. A Riccione abbiamo un alto senso del percepito della sicurezza che fa bene non solo alla città ma anche al turismo: oggi un turista cerca anche tranquillità e sicurezza nella sua vacanza. E’ un elemento importante tanto quanto una piazza riqualificata.

Su cosa punta nel suo “stile” di sindaco?
Quello che sto facendo io lo possono fare tutti: sono un sindaco che non si isola e non si considera autosufficiente, che dialoga e che non molta umiltà chiede anche di essere aiutata dagli imprenditori a sintonizzarsi sulla loro visione, sulle attese di chi sceglie Riccione per investire nel turismo, che domanda di capire quali sono i nostri gap e su cosa dobbiamo migliorarci.

Quale turismo vuole intercettare Riccione?
A noi non interessa qualunque tipo di turismo, puntiamo sulla qualità e su un target alto. Siamo molto attenti al turismo legato agli eventi sportivi.

Quindi Italian Roller Games, World Baton Twirling Championship, campionati italiani di Salvamento e di Tennistavolo…
Sì. Anche il giro d’Italia per molti componenti delle squadre si è poi tradotto in un ritorno a Riccione per trascorrervi la vacanza. E’ questo che conta.

Gli eventi sono sempre utili ad una città turistica?
Lo sono se si traducono in economia. A differenza di altri a me gli eventi interessano per la loro bellezza e soprattutto se possono essere trasformati in “pacchetti”, ovvero pernottamenti nelle strutture ricettive della città.

Renata Tosi è sempre nell’occhio del ciclone, le polemiche non la spaventano?
Assolutamente no, c’è bisogno di confronto e vivacità, io non mi sottraggo mai… La mia unica priorità è quella di far crescere sempre di più questo gioiello che abbiamo l’onore di amministrare.

Le stelle premiano Riccione e Cervia
Quanti alberghi di gamma alta dispongono le diverse città della costa? La risposta la prendiamo dai dati ufficiali della Regione Emilia Romagna, anno 2018. Su 400 (alberghi e residenze turistiche), Riccione dispone di trentasette 4 stelle e 4 stelle superior e un 5 stelle, che quindi pesano quasi per il 10% sul totale delle strutture esistenti. Rimini si ferma al 6,45% visto che di 4 stelle ne conta 69 e di 5 stelle 1 su 1.101 alberghi. In proporzione va meglio a Cattolica dove gli esercizi ricettivi alberghieri sono 238 e i diciotto 4 stelle influiscono per il 7,56%. A Bellaria Igea Marina lo stesso raffronto dà un esito del 4,31% (quindici 4 stelle), mentre a Misano siamo all’1,75% (due 4 stelle su 114). Se si allarga il panorama alla costa romagnola, Cesenatico è a quota 6,45% (diciannove 4 stelle e un 5 stelle su 310), Cervia svetta col 14,29% (quarantasette 4 stelle e cinque 5 stelle su 364), Ravenna – considerando mare e città insieme – è a 6,90% (otto 4 stelle su 116). La curiosità è rappresentata da Savignano Mare, ma solo perché dispone di tre hotel e siccome uno è un 4 stelle, l’incidenza vola al 33,33%.

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