Ricordate chi era Annika Brandi? Dopo 33 anni, non c’è un colpevole per la “strage di Natale”

Ricordate chi era Annika Brandi? Dopo 33 anni, non c’è un colpevole per la “strage di Natale”

Rinviato il processo di appello a Totò Riina, accusato di essere il mandante della strage del Rapido 904, in cui morì, a 26 anni, Anna Maria, studentessa universitaria di Riccione. Il giudice, infatti, va in pensione. Ma chi si ricorda della Brandi (a cui è stata intitolata una scuola pubblica)? Il Comune deve prendere posizione.

C’è qualcosa di agghiacciante in questo tempo, che massacra i giorni e macella la Storia. Se tutti, giustamente, dolorosamente, parlano della ‘strage di Bologna’ del 2 agosto 1980, quasi nessuno parla più della cosiddetta ‘strage di Natale’, la “strage dimenticata”, come ha scritto il Corriere della Sera. Era il 23 dicembre del 1984, Grande galleria dell’Appennino, 18 chilometri di buio dopo la stazione di Vernio, tra Firenze e Bologna. Ore 19.08. Il buio è disossato da un lampo. L’ordigno è sul portabagagli della nona carrozza. Seconda classe, in mezzo al treno. Il treno, quell’enorme pitone di metallo, si scuote, si scassa, esplode. Nel Rapido 904, che da Napoli andava a Milano, muoiono in 16, 267 risultano feriti. Un disastro. Totale. Bettino Craxi, all’epoca Presidente del Consiglio, sbotta: “S’è voluto sporcare di sangue questo Natale”. Il sangue schizza fino in Romagna, in Riviera, a Riccione. Il 28 dicembre 1984 l’inviato de la Repubblica racconta i funerali di Anna Maria Brandi, che “stava tornando a casa dopo una rapida gita a Firenze, assieme al suo ragazzo, anche lui di Riccione”. La cerimonia funebre, “affollatissima”, si è svolta nella chiesa degli Angeli Custodi, celebrata da monsignor Giovanni Locatelli, all’epoca Vescovo di Rimini.

Anna Maria Brandi dal sito ‘Per non dimenticare’ del Ministero della cultura

Nella Rete degli archivi ‘Per non dimenticare’ del Ministero della cultura, appare una foto di Anna Maria Brandi, detta ‘Annika’. Capelli lunghi, sorriso complice. La didascalia è scarna. Troppo scarna. “Nata a Hainée St. Paul La Louvrière (Belgio) il 5 giugno 1958. Studentessa universitaria. Vittima nella strage sul rapido 904 Napoli-Milano”.
La ‘strage di Natale’ è una strage bastarda perché non ha un colpevole: da oggi è la strage della giustizia italiana. La responsabilità dell’accaduto fu addossata prima a Cosa Nostra, poi al terrorismo neofascista, poi fu tirata in ballo la P2, infine la Banda della Magliana. Nel 2011 la Dia di Napoli emette un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del boss Salvatore Riina, considerato il mandante della strage. Assolto nel 2015 per assenza di prove, si va in appello. Ora, però, notizia di ieri, il processo d’appello contro Riina deve ricominciare da capo perché il presidente della Corte di Firenze, Salvatore Giardina, va in pensione. “A più di trent’anni di distanza dalla strage siamo ancora senza una verità accertata da un tribunale”, ha commentato l’avvocato Danilo Ammannato, legale di parte civile, sentito da l’Espresso.
Rosaria Manzo, presidente dell’associazione delle vittime: “È stata una doccia fredda. Eravamo convinti di chiudere questa pagina dolorosa per noi e per tutta Italia. Siamo sconcertati, stupiti e sconvolti. Non è bello sentirsi dire dopo 33 anni: ‘avete aspettato tanto, ormai un mese più o un mese meno che vi cambia…’. Ricominciare da capo è veramente una cosa avvilente. Questa situazione è stata creata dalla nuova riforma Orlando”.
A Riccione, come si sa, nel 1992 è stata intitolata ad ‘Annika Brandi’ una scuola primaria pubblica. Ma chi ricorda a Riccione chi era Annika Brandi, cosa è stata la ‘strage di Natale’, cosa significava vivere negli anni ‘di piombo’, negli anni del brigatismo, della mafia onnipotente, delle logge massoniche che misuravano la distanza dal colpo di Stato? Due anni fa, intorno ai trent’anni dalla strage, accolta nel pubblico disinteresse, un riccionese mi passò un libro con poesie e pensieri di Annika Brandi. Spesso di delicato nitore. Di fronte all’incuria dello Stato, che in 33 anni non sa dare un volto al colpevole di una strage micidiale e memorabile, devono agire le forze del Comune. Il Comune di Riccione deve dare un segno, un segnale, ricordare Annika, scendere in campo, prendere posizione. Tutti, purtroppo, paiono troppo presi dalla prossima gara della Moto GP, a Misano.

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