Salvini taglia il business dell’accoglienza ai profughi

Salvini taglia il business dell’accoglienza ai profughi

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Da 35 a 19 euro a persona. Quale impatto avrà sulle cooperative, anche a Rimini, che si dedicano alla accoglienza dei profughi la decisione del ministro dell'Interno di dare un taglio ai fondi? Ci saranno ancora alberghi pronti ad accaparrarsi queste "presenze"? Voto Provincia: nel Pd parte la caccia al ‘traditore’. Alberi tagliati: la politica deve pensare all'impatto delle opere.

Profughi, tagli ai costi dell’accoglienza. Il Viminale: obiettivo 19 euro a persona. Anche a Rimini la pacchia per chi è entrato nel business della accoglienza dei migranti sta per ridimensionarsi? Chissà se ci sarà ancora la corsa delle cooperative, ma non solo, visto che sono spuntate anche srl in questo settore e non pochi albergatori hanno messo a disposizione le loro strutture, ad accaparrarsi i bandi delle prefetture.
“Si spendevano 35 euro a migrante ora si passerà da un tetto minimo di 19.33 euro a uno massimo di 26 euro, a seconda del tipo e della grandezza dei centri. Il vicepremier leghista Matteo Salvini aveva promesso «una bella sforbicata» ai 3.4 miliardi di euro – che, dati 2017, diventano 4 miliardi e 363 milioni considerando anche le spese per il soccorso in mare e quelle di istruzione e sanità – vengono impegnati dall’Italia per l’accoglienza ai migranti. Era una sua promessa elettorale. E ieri il ministro dell’Interno ha detto che la scadenza della sforbiciata si avvicina. «In questo librone – ha detto nella diretta Facebook – c’è la famosa riduzione dei 35 euro pro capite destinati alla coperture delle spese gestione dell’accoglienza ai migranti richiedenti asilo. È un lavoro elaborato con l’Anac del presidente Cantone dell’Autorità anti corruzione, con il ministero dell’Interno. I famosi 35 euro al giorno per ogni richiedente asilo diventeranno molti, molti, meno. Lo presenterò il 7 novembre». ANAC ha elaborato sei ‘disciplinari tipo’, che integrano il bando tipo fatto a suo tempo dal ministro Marco Minniti per i centri più grandi. I sei disciplinari variano a seconda della tipologia del cento di accoglienza (…). Il primo bando riguarda centri da 50 ospiti massimi con singole unità abitative, il secondo centri collettivi da 51 a 300 posti, il terzo centri collettivi con massimi 50 posti. Il quarto centri con una capienza di oltre 300 persone, il quinto i cosiddetti hotspot, il sesto i centri di rimpatrio fino a 300 posti. Dai 35 euro massimi a migrante si scenderà, con tetti variabili, a un massimo di 26 euro, con l’obiettivo, a numeri invariati, di ottenere una riduzione del 32-34% del costo pro capite, come dire 1,1 miliardi in meno alle cooperative che gestiscono i centri di accoglienza! (Carlino nazionale).

Nel Pd parte la caccia al ‘traditore’ (Carlino Rimini). “Tutto bene per il centrosinistra riminese? Mica tanto. Perché nel comune di Rimini i voti a favore di Santi sono stati 19 e non 20 (ovvero la somma di sindaco e consiglieri di maggioranza), quelli per la Spinelli 14. Qualcuno della maggioranza ha tradito. Fin da mercoledì sera è scattata la caccia al ‘franco tiratore’. Nelle telefonate e nelle chat tra i vari consiglieri c’è chi ha accusato quelli di Patto civico. «Solo falsità – replica Mirco Muratori, consigliere di Patto civico e neoeletto in Provincia – Noi siamo stati leali, abbiamo votato compatti per Santi». Che sia stato allora qualcuno del Pd a tradire, magari per mandare un messaggio al partito e pure a Gnassi? Una delle versioni più accreditate è proprio questa, ma non mancano altre ipotesi”.
Voto disgiunto in Provincia? “Erano due le schede per queste elezioni provinciali: una per votare il presidente, l’altra per scegliere i 12 componenti del consiglio provinciale. (…) La lista di Santi ha raccolto 47.784 voti, contro i 40.798 di quelli della Spinelli, ottenendo 7 consiglieri su 12. Questo significa che se il sindaco di Coriano avesse vinto le elezioni, non avrebbe avuto poi in consiglio la maggioranza per poter governare. Il voto disgiunto è stato chiaro, netto. Molti grillini hanno appoggiato la Spinelli, ma non hanno votato per i consiglieri. Poi ci sono stati alcuni elettori del centrodestra che hanno votato, per il consiglio, i candidati del centrosinistra, e viceversa. Solo così sembrano spiegarsi le performance di alcuni (vedi Pasini) e gli scarsi risultati di altri, tenendo conto anche del fatto che i consiglieri comunali di Rimini erano quelli il cui peso (visto il voto ponderato) valeva in assoluto di più”.
Il sindaco di Cattolica, Mariano Gennari, smentisce di avere dato ‘ordini’ ai 5Stelle (Carlino Rimini). “I consiglieri del Movimento Cinque Stelle hanno deciso, in totale autonomia, se andare o non andare a votare, ed eventualmente per chi votare”, dichiara Gennari. “…ai consiglieri pentastellati è stata lasciata totale libertà di voto: alcuni si sono recati alle urne mentre altri, più ‘ortodossi’, hanno preferito rimanere a casa, non riconoscendo votazioni che sono ad appannaggio esclusivo dei politici. Tra questi ci sono anche due consiglieri cattolichini”. Gennari assicura di essersi “limitato a dire che sarei andato alle urne. I consiglieri grillini hanno fatto le loro scelte in assoluta autonomia. Ribadisco: non ci sono state riunioni tra noi pentastellati della provincia e dall’alto non è arrivato alcun ordine di scuderia. A chi mi ha chiesto un parere ho semplicemente suggerito di cercare di interpretare il voto, cioè di immaginare come avrebbero potuto votare i cittadini che ci hanno scelto per rappresentare il territorio”.

Alberi tagliati: la politica deve pensare all’impatto delle opere (Corriere di Rimini). Far passare la condotta del Piano di balneazione nei parchi Cervi, Bondi e Fabbri salvando gli alberi farebbe aumentare i costi di 350mila euro o 2 milioni di euro (in caso di utilizzo della “talpa” per scavare un tunnel sotto le radici), ma “l’accenno ai soldi non è piaciuto a Rimini Verde”: “Si tratta di una spesa di poco conto se rapportata al costo totale del Psbo (oltre 150 milioni), ma suona come una provocazione e un’arma di ‘distrazione di massa’ da parte di chi ha la responsabilità di avere serenamente progettato una strage di 131 alberi nei nostri parchi cittadini”. Sorvolando anche sulle linee guida del ministero dell’ambiente che “raccomandano, nel caso di opere pubbliche, di integrare i criteri di fattibilità con precise valutazioni sull’impatto che le opere possono avere”. Perché “un albero maturo ad alto fusto, come ad esempio un acero, è in grado di fissare e assorbire in 20 anni, 3,8 tonnellate di anidride carbonica”.

Delucca: «Chiedo al Comune cosa posso fare del mio bosco» (Carlino Rimini). “Lo scrittore e storico Oreste Delucca, Sigismondo d’oro nel 2013, deve spendere migliaia di euro per la manutenzione di un polmone verde di due ettari nella zona di San Martino Monte l’Abate e il corso dell’Ausa, in via Cà Sabbioni. Un terreno agricolo penalizzato dalla burocrazia”.

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