S’avanza un candidato per il centrodestra: sconsigli di Bruno Sacchini

S’avanza un candidato per il centrodestra: sconsigli di Bruno Sacchini

Da Bruno Sacchini riceviamo e pubblichiamo. All’avv. Roberto Giannini Modesta Proposta Egr. sig. avvocato, personalmente non la conosco, ma tu

Da Bruno Sacchini riceviamo e pubblichiamo.

All’avv. Roberto Giannini
Modesta Proposta

Egr. sig. avvocato,
personalmente non la conosco, ma tutti mi dicono che nel suo campo lei è un Principe del Foro, cosa che non stento a credere.
Mi confermano pure che lei intenderebbe scendere in campo con una lista civica sostenuta da tutto il centrodestra.
Ma mi scusi, sig. avvocato, chi glielo fa fare?
Chi glielo fa fare, a uno come lei già brillantemente posizionato in campo professionale, di infilarsi in un ginepraio fatto di beghe interpartitiche e particolarismi tattici oggi come oggi inestricabile, sia a livello locale che nazionale?
Oppure, dopo che c’han provato in tanti, lei crede di poter fare il Totti della situazione così, per tocco magico e investitura divina?
In una tale girandola di Carneadi candidati a sindaco che chi accetta di correre oggi non solo va incontro a sconfitta certa (conviene agli stessi partiti che la sostengono fare una fine ingloriosa al ballottaggio?), ma minerebbe la sua stessa credibilità professionale.
Chi infatti si affiderebbe a un legale dedito a scelte così clamorosamente perdenti?
Perché è vero che l’unica speranza del centrodestra è affidarsi a Civiche fuori dalla palude, ma mi scusi, ci vogliono civiche vere, non una cosa venuta fuori all’ultimo momento e perciò stesso incapace, per improvvisazione e approssimazione oggettive, di garantire l’alternanza.
Crede davvero che, messa come è messa oggi la politica, bastino buone intenzioni e un’ineccepibile credibilità professionale per poter fare qualcosa di reale?
Crede davvero che il modello Brugnaro, a Venezia, abbia un fondamento?
Stia attento ai cattivi consiglieri, avvocato, lo dico per il suo bene.
Che se invece il bene della città le interessa sul serio, dia retta a me che me ne intendo, si aggreghi al gruppo di liste civiche nate da Dreamini.
Un’associazione culturale sbucata fuori non a tempo ormai scaduto, un’associazione che da tre anni lavora con e per i cittadini a un progetto quale nessun partito di opposizione, vista la latitanza di anni e anni, è riuscito a produrre.
Ma lei, mi scusi, da quanto tempo è in campo per fare un lavoro del genere, l’unico che può garantire una squadra di governo immune dalla sindrome Matteorenziana e Andreagnassiana dell’uomo solo al comando?
O sono questi, senza volerlo, i suoi modelli politici?
Perché allora meglio i leader di partito che almeno sono una certezza, mentre, se vincesse lei, ci ritroveremmo con un governo della città identico ai precedenti, semplicemente cambiato di segno.
Ne vale la pena?
Senza questo lavoro pregresso infatti, mettersi in politica significa non solo andare allo sbando personale, ma mandare allo sbando l’intera città.
E questo non è né moralmente, né deontologicamente, né politicamente ammissibile.
Lasci perdere, avvocato, mi creda: la vanità da uomo della provvidenza non le si confà.

Indefettibilmente suo
Bruno Sacchini

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