Se i privati stanno alla larga da Rimini un motivo c’è

Se i privati stanno alla larga da Rimini un motivo c’è

E' stato proprio Lei, signor Sindaco, col suo protagonismo, a mettere in ginocchio un privato distrutto dalla concorrenza (sleale) del Comune. Al punto che la capitale del Divertimentificio non ha più una discoteca funzionante. Modesta proposta ad Andrea Gnassi.

Gent.mo signor Sindaco,
bella quella battuta alla conferenza stampa d’inizio anno che Rimini ha bisogno dei privati.
Bella, ma anche (se mi consente) un po’ contraddittoria, visto il blitzkrieg statalista con cui Ella ha raso al suolo l’imprenditoria del mondo della notte con l’ubriacatura pubblica di Notti Rosa, Molo Street Parade, Capodanni più lunghi del mondo eccetera.
Tutte cose le quali, esaltando le Sue straordinarie capacità di imprenditore (ma anche celebratore di Se Stesso) coi soldi nostri, hanno desertificato la città al punto che Rimini, la capitale del Divertimentificio, non ha più una discoteca funzionante.
Né vale, sig. Sindaco, nascondersi dietro formule altrettanto immaginifiche come quelle neo-Keynesiane d’un pubblico che surroga un privato momentaneamente in crisi.
Perché dalle nostre parti è stato proprio Lei, col suo protagonismo, a mettere in ginocchio un privato distrutto dalla concorrenza (sleale) del Comune.
Il quale può fregarsene di conti che non tornano avendo le spalle coperte, ma il singolo imprenditore cosa può fare se non chiudere bottega e invidiare colleghi e concorrenti i quali, grazie alle loro possibilità sinergiche, prosperano sempre e comunque?
Realizzando un cartello di tipo monopolista quale da noi non se n’era mai visto e adesso invece c’è solo quello.
Ma si sa, dalle nostre parti popolo della notte ed elettorato sono di bocca buona, gli basta l’ubriacatura a scatofisso del gnassismo di botta e di governo e, per il resto, chi se ne frega della società civile?
Come quei giornalisti che alle sue conferenze stampa, di fronte ai radiosi orizzonti da Lei esibiti, si limitano a pigolare se l’investimento privato (di tipo rigorosamente Milanese, amaracmànd) verterà sulle infrastrutture o sulla gestione delle medesime.
Senz’altre domande che possano disturbare il manovratore.
Per cui, sig. Sindaco, a questo punto vien quasi nostalgia del friburghismo ecologista dei suoi esordi, non quello a base di sballo istituzionale e nevem et circenses, ma quello con verde pubblico e spiagge incontaminate ovunque.
Riguardo alle quali la mia Modesta Proposta, che è anche il mio chiodo fisso, è quello di tornare a quegli anni cinquanta (non cementificati né antropizzati) quando stelle marine e cavallucci popolavano il bagnasciuga e i ruglamerda correvano ilari e giocondi sul parterre dell’arenile.
A dimostrazione d’una rusticità dell’ambiente cui oggi converrebbe forse tornare, impiantando in loco allevamenti intensivi dei simpatici animaletti.
Certificando così l’avvenuto recupero dell’ambiente per bagnanti e turisti ecologici che a quel punto accorrerebbero in massa, commossi ed estasiati di fronte a esibizioni stercorarie organizzate dal Comune sulla spiaggia del Grand Hotel.
Fermo restando, ovviamente, il placet di ambientalisti e guardia forestale contro ogni rischio di sfruttamento di delfini, leoni marini e ruglamerda medesimi.
Che ne dice, sig. Sindaco, non potrebbe essere un’idea?

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