“Senza aeroporti in salute scordatevi i russi in riviera”

“Senza aeroporti in salute scordatevi i russi in riviera”

Rimini e la Romagna sono nel cuore dei russi. La crisi interna non li fermerà. Torneranno numerosi. Ma a condizione che ci siano aeroporti degni di questo nome. Intervista al console russo di Ancona, che parla anche di Novaport Italia e delle molte carte che Rimini potrebbe giocare sul mercato turistico russo: da Fellini a Tonino Guerra, dall'arte a San Leo. E a chi si occupa di turismo in ambito locale e regionale consiglia anche qualche competenza geopolitica.

Quando parla di aeroporti usa il plurale il console onorario russo di Ancona, Armando Ginesi. Perché nella riviera dei russi comprende anche le Marche. Ma sa bene che il miracolo è stato compiuto a Rimini: “Se non si risolve il problema degli aeroporti la vedo tragica… soprattutto per Rimini, perché nelle Marche i russi sono approdati dopo, in tempi più recenti. Una volta ridotta la carica propulsiva di Rimini hanno scoperto maggiormente anche le Marche e comunque si parla di numeri decisamente più contenuti rispetto al boom di Rimini, quando i russi hanno superato i tedeschi. In Romagna si è affermato un turismo russo di media fascia, grazie anche alla vostra politica competitiva dei prezzi. Quello di fascia alta è prerogativa del Tirreno e in particolare della Toscana, dove c’è stato anche il fenomeno dell’acquisto di residenze e vigneti da parte dei russi”.

Dalla sede del consolato di Jesi tiene tutto sotto controllo. I rapporti e le conoscenze non gli mancano, men che meno l’esperienza. “Che il russo scenda all’aeroporto di Bologna per andare a Rimini la vedo difficile, anche in presenza di un collegamento con bus-navetta, perché preferisce fare scalo nella destinazione prescelta”. Armando Ginesi da una decina d’anni è il console russo in terra marchigiana e da li si è occupato anche della Romagna (dall’agosto del 2014 è operativo il Consolato Onorario della Federazione Russa in Bologna, con competenza sul territorio dell’Emilia Romagna, ed il console è il prof. Igor Pellicciari). “Ricordo che partecipando ad un incontro con un gruppo di tour operator russi, la prima cosa che dissero alla controparte italiana formata da albergatori e amministratori pubblici, fu questa: scordatevi che i turisti russi scendano dall’aereo e salgano sul pullman per percorrere lunghi tragitti. Se la difficoltà esiste per Rimini, ovviamente è ancora meno ipotizzabile che scendano a Bologna per fare tappa ad Ancona. Ho paura che condizioni difficili dal punto di vista dei collegamenti sulla riviera adriatica favoriranno il Tirreno. Sarebbe un vero peccato perché la costa adriatica ai russi piace moltissimo, Rimini e la Romagna in particolare”.

Il console non può che seguire da vicino anche le vicende aeroportuali. Compresa l’ultima, che ha visto lo sbarco di Novaport Italia al “Raffaello Sanzio”. Una srl che viene descritta come legata a doppio filo con la Novaport russa, avrà preso contatto col console russo? Lo avrà fatto la Regione Marche, anche per sondare la “solidità” del partner al quale stava affidando la gestione dello scalo? Ginesi sorride. “Qui non si è visto nessuno”. Eppure presso la sede del consolato si trova anche l’associazione amici dell’Italia e della Russia, col compito di contribuire al consolidamento dei rapporti di collaborazione tra la Federazione Russa e l’Italia in ogni ambito, anche quello economico-commerciale. Di quello che sembra in questo momento l’uomo forte del nuovo corso all’aeroporto marchigiano, Andrea Delvecchio, si limita ad una constatazione: “L’amministratore unico di Novaport Italia srl, stupendo un po’ tutti è diventato amministratore delegato della Aerdorica”.

Torniamo ai russi. La Russia sta vivendo una situazione economica non facile dovuta ad una serie di cause, a partire dal prezzo del petrolio. “E’ ovvio che tutto ciò si ripercuota anche sul turismo e su mete come Rimini. Ma la crisi in Russia colpisce soprattutto le fasce basse della popolazione, non più di tanto quelle medio-alte per cui Rimini può recuperare, a condizione di una piena operatività dell’aeroporto. Inoltre la Russia è un paese solido, ricco di materie prime, la crisi non durerà a lungo”. Il console allarga la visuale e manda un messaggio molto preciso: bisogna svegliarsi. “Per le note vicende i rapporti fra Russia e Turchia, già non buoni da tempo per ragioni politiche, da mesi sono crollati. La Turchia era la prima meta del turismo russo. Ma nell’area del Mediterraneo ci siamo anche noi, con una ricchezza di arte, cultura, territori, entroterra, turismo, che non ha eguali e che trova eccellenze proprio fra Romagna e Marche. Le Regioni, che dovrebbero saperne un po’ anche di geopolitica per impostare le loro politiche turistiche, si sono mosse per intercettare quel turismo russo che è rimasto “orfano” delle mete della Turchia? Il consolato è a disposizione, ma se non viene interpellato…”

Armando Ginesi non è solo un diplomatico. Ha un curriculum importante in veste di storico e critico dell’arte. Ha insegnato storia dell’arte, ha collaborato con la Biennale di Venezia, è autore di circa duecento pubblicazioni, è socio onorario dell’Accademia Imperiale dell’Arte Russa di Mosca. Quale importanza ha l’arte per avvicinare il turismo russo? “Notevole… perché arte e Italia per il russo sono quasi sinonimi. Tante potrebbero essere le iniziative da attuare: una raccolta di opere di artisti russi da esporre a Rimini, ad esempio. Opere pittoriche ma anche sculture. Ma parlando di arte non si possono dimenticare Federico Fellini e Tonino Guerra: un omaggio a Fellini in Russia, preparato a dovere, procurerebbe esiti molto positivi per Rimini. Così come penso sia poco “sfruttato” il legame che Tonino Guerra ha avuto con la Russia”. Ma Ginesi non si ferma qui: “Rimini ha celebrato anche eventi legati al Natale ortodosso e farebbe bene a continuare e incrementare appuntamenti come questi. E poi il folclore russo, peraltro bellissimo, altra leva da considerare con attenzione”. Se gli si chiede quale valore abbia la carta dell’entroterra per aumentare l’appeal di Rimini verso il turismo russo, il console s’illumina: “San Leo attrae molto i russi, un po’ per la bellezza del luogo e un po’ per l’alone di mistero, legato anche alla figura di Cagliostro”.

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