Sgambatoio che vai, mancanza di acqua che trovi

Sgambatoio che vai, mancanza di acqua che trovi

Un'area recintata, bella e spaziosa. Si trova a Bellariva. E' dotata di attrezzi per la “mobility dog”, panchine e fontanelle. Dalle quali però non scende l'acqua. Ricordate lo sgambatoio all'interno del parco Giovanni Paolo II? Appunto.

E’ il 30 gennaio, forse il più freddo dei “giorni della merla” di quest’anno. La temperatura oscilla intorno allo zero. Con avventato stoicismo sfidiamo la gelida mattinata di fine gennaio. Andiamo ugualmente a fare la consueta camminata veloce. Obbiettivo Bellariva. Non un chilometro di più, non un metro di meno. Quando arriviamo in piazzale Toscanini (siamo finalmente al giro di boa), sembrano farsi strada le prime allucinazioni zooptiche. In lontananza ci pare di vedere due grosse volpi artiche. I miraggi esistono anche al Polo Nord…
Avvicinandoci, ci accorgiamo che sono due giovani femmine di samoiedo. Passato l’attimo di scompenso crio-visivo, realizziamo che i due candidi esemplari sono all’interno di un recinto di sgambamento per cani. Sentiamo che i loro padroni stanno imprecando contro la mancanza di acqua all’interno della struttura. Avvertiamo una netta sensazione di “déjà vu”. Ma certo! E’ già accaduto qualche mese fa allo sgambatoio del Parco Giovanni Paolo II (Parco della Cava). Luogo, conduttori e cani differenti, ma stesso malumore per un problema identico: l’acqua. L’elemento sicuramente più importante per il benessere dei cani, quando scorrazzano infaticabili avanti e indietro, è quello. Ormai veterani, in fatto di cronica siccità degli sgambatoi riminesi, non ci resta che sondare il terreno (magari ne sgorga acqua). Su un cartellone all’ingresso del recinto leggiamo che “l’area è curata e offerta” dal vicino hotel Principe, facciamo una telefonata. Prendiamo appuntamento con la proprietaria. Ci riceve il pomeriggio stesso. L’albergo, a partire dal logo dell’insegna, è di chiara impronta cinofila: un bassotto sormontato da una corona. A fianco dell’hotel notiamo un esclusivo negozio per animali: “Il Piccolo Principe”. L’amore per gli animali è indiscutibilmente decifrabile.

Signora Paloschi, questa mattina abbiamo casualmente incontrato un paio di persone che stavano lamentando l’impossibilità di dissetare i loro cani dopo le inevitabili corse all’interno dello sgambatoio. Come mai non c’è acqua? L’area di sgambamento è per caso molto recente?
La ringrazio per l’interessamento, ma prima di rispondere, se me lo consente, vorrei avvisare tutti i possessori di cani che domenica 10 febbraio a Ferrara ci sarà un incontro per un’importante proposta di legge sottoscritta da varie associazioni animaliste. Questa. Ora vengo alla sua domanda. La struttura non è affatto nuova. Tutto ha inizio quattro anni fa. Prendo un accordo con il Comune di Rimini. Individuata l’area di sgambamento in piazzale Toscanini, in accordo con i tecnici preposti, faccio mettere le reti di recinzione, robuste porte di ferro, diversi attrezzi per la “mobility dog”, siepi di pitosforo lungo il perimetro, avvisi di vario genere e dispenser per i sacchetti igienici. Il tutto per una spesa complessiva non trascurabile, per un privato. Il Comune mette a disposizione lo spazio, le panchine e le fontanelle (?). A me dà il permesso, in fasce orarie prestabilite, di adoperare in uso esclusivo una delle tre aree in cui è diviso il campo per lezioni di educazione cinofila, addestramenti e altre manifestazioni canine. Però, di fatto, specialmente quando una nostra addestratrice tiene i corsi di socializzazione ai cuccioli, facciamo partecipare anche cagnolini esterni all’albergo.

Da quanto tempo siete operativi al cento per cento?
Diciamo che lo sgambatoio è in uso da due anni, ma come giustamente lamentato dalle due persone che lei ha conosciuto, ancora non ci sono le fontane per l’acqua, le pedane di accesso ai recinti dove purtroppo dopo la pioggia si crea fanghiglia e manca anche un minimo di illuminazione. Avevo proposto di aggiungere uno o due riflettori a quelli su un palo già esistente che rischiarano il vicino parcheggio.

Abbiamo notato che non ci sono tanti alberi. Quando fa caldo, anche l’ombra è importante, giusto?
Quello che dice è vero, ma lo spessore della terra non è sufficiente, dato che qui c’è un fondo di cemento. Si è parlato di rimediare con alcuni gazebo. Vedremo…

Perdoni, ma se dopo due anni ancora non c’è l’acqua, per luce e ombra la vediamo grigia.
Mi hanno assicurato che sistemeranno tutto prima dell’inizio della stagione estiva.
In fatto di manutenzione, i problemi sono tanti. Saltuariamente manderei anche qualche mio dipendente dell’albergo a tagliare l’erba quando ricrescerà (si spera) o a pulire e rassettare, ma non sarebbero coperti da assicurazione, per cui non è una strada percorribile. Ho anche pensato di attivare un gruppo Ci.Vi.Vo (Civico-Vicino-Volontario) per costituire un’associazione di volontari che si occupino della gestione dell’area e avere così copertura assicurativa. A quel punto si accederebbe all’uso di materiali per tosare il prato quando necessario, per esempio, ma finché non c’è la chiusura ufficiale dei lavori non possiamo nemmeno procedere con la costituzione del CI.VI.VO.
Signora Paloschi, nel recente passato la redazione di Rimini 2.0 si è mossa per sollecitare l’attivazione di una fontanella nel Parco della Cava. L’intervento di “una persona” si è dimostrato fondamentale per la risoluzione del problema. Guardi, lo scrivo davanti a lei: “Urge colloquio con l’architetto Bastianelli”.

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