Si fa presto a dire pista ciclabile

Si fa presto a dire pista ciclabile

Rimini ha ottenuto il premio di Comune ciclabile. E si appresta a gestire altri 2 milioni e mezzo di euro con la stessa finalità. Vediamo alcuni dei principali percorsi già realizzati. Perché la prossima volta si possa fare meglio.

La notizia è che Rimini è stata insignita con la bandiera gialla con quattro “bike smile” su cinque, che attesta il suo essere “Comune ciclabile”. Viene però da chiedersi se questi riconoscimenti siano concessi a prescindere, o nella sostanza, ovvero va bene qualsiasi pista anche simil-ciclabile, oppure solo se realizzata a regola d’arte? Forse la prima, perché esistono alcuni aspetti che meritano di essere analizzati nei casi più salienti.

Ciclabile del lungomare. Costruita su due livelli, marciapiede e strada a seconda sei sensi di marcia, il dislivello costituisce già di per sé un pericolo. A ciò si aggiunga la promiscuità tra ciclisti e pedoni per la parte sul marciapiede, delimitata solo da una striscia bianca di vernice.

Ciclabile di via Destra del Porto. Nessuna divisione fisica tra ciclisti e pedoni, con l’interruzione di ben due distributori di carburante; in questo punto il ciclista deve passare dietro gli impianti, rischiando di investire il pedone poco visibile in transito. L’alternativa è percorrere quei tratti sulla strada ma contromano.

Ciclabile di Via Principe Amedeo. Adattata sullo stesso marciapiede in cui transitano i pedoni, con la sola separazione tra i due percorsi virtuali per mezzo di una striscia di vernice bianca.

Ciclabile di Villaggio 1° Maggio. Già i quotidiani in un recente passato mostrarono le foto di punti critici con evidenti ostacoli quali cartelli segnaletici e transenne.

E per concludere il ponte di Mordor dove una persona anziana fatica non poco ad arrampicarsi sulle rampe, ed anche in quel caso in promiscuità con i pedoni; o la ciclabile di Via Saffi che finisce nel nulla, la cui realizzazione sta congestionando ulteriormente il traffico e la viabilità in quella zona.

Ci vuole molta fantasia, quindi, a definire questi tragitti arrangiati come piste ciclabili, come pure fantasioso è il termine affibbiatogli: “ciclopolitana” (?).
Infine in quell’occasione il delegato a ritirare l’ambito riconoscimento per conto dell’amministrazione, ha proclamato che sono “in arrivo circa 2,5 milioni di euro di finanziamenti che verranno investiti il prossimo anno su progetti relativi a piste ciclabili e a percorsi pedonali sicuri”. Bene, ci auguriamo che stavolta si faccia sul serio, sia in termine di vere piste ciclabili che di sicurezza soprattutto per i pedoni. Perché quei soldi sono tanti, e quando si amministrano soldi altrui (nostri) si dice che valgano il doppio. Ma il dubbio ci assale, data l’abitudine di vedere come sono stati finora spesi.

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