Si vota, da Bonaccini piovono milioni: al primo posto le “donne migranti”

Si vota, da Bonaccini piovono milioni: al primo posto le “donne migranti”

Alla velocità di Speedy Gonzales la Regione Emilia Romagna mette online un bando per assegnare un milione di euro proprio sotto elezioni. La cornice è il contrasto alla violenza di genere, ma andandolo a leggere è una mano tesa ad enti locali, associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato e Onlus a favore delle donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo.

Dalla Regione 1 milione di euro per contrastare la violenza di genere. A fine gennaio gli emiliano-romagnoli sono chiamati alle urne e il governatore uscente Stefano Bonaccini si sta dando da fare parecchio. Finanziamenti a raffica, tanto sono denari pubblici. L’ultimo annuncio è dell’assessora Emma Petitti, ancora in corsa per occupare uno scranno nella istituzione di via Aldo Moro a Bologna. Il comunicato ufficiale spiega che l’obiettivo del bando che farà piovere una montagna di soldi è quello di “potenziare la rete di ascolto e di protezione per le vittime di violenza, per contrastare le discriminazioni e la violenza di genere e favorire una cultura della parità uomo-donna”.
Ma chi beneficerà di queste somme? I comuni montani e quelli dell’area del basso ferrarese, ma anche tutto il mondo delle associazioni di promozione sociale, le organizzazioni di volontariato e le Onlus.
E di quali donne la Regione intende farsi carico? Lo spiega l’allegato a) della delibera regionale, ovvero il “Bando per la presentazione di progetti rivolti alla promozione ed al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere”. Si vuole “contribuire a contrastare il meccanismo di riproduzione e reiterazione della violenza contro le donne in situazione di emarginazione sociale, di sfruttamento, di discriminazione e in particolare contro le donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo“.

“Nel corso degli anni si è assistito ad una costante processo di femminilizzazione del fenomeno migratorio, al punto che oggi le donne costituiscono la maggioranza degli stranieri residenti in regione (52,9%). In un contesto di riduzione degli ingressi per motivi di lavoro, il motivo principale di ingresso per le donne straniere è rappresentato dal ricongiungimento familiare (62% nel 2018) e dunque per queste migranti neo-arrivate emergono questioni legate alla definizione di percorsi di integrazione socio-economica, di valorizzazione delle loro competenze, di pari opportunità nell’accesso ai servizi e di ridefinizione del proprio ruolo all’interno della famiglia”, si legge nel bando che riconferma le somme stanziate anche negli scorsi anni. “Nel corso degli ultimi anni, pur in un contesto di parziale riduzione dei flussi a partire da agosto 2017, il verificarsi di arrivi non programmati di richiedenti asilo, ha visto altresì la presenza in regione anche di una quota femminile (attorno al 15% del flusso complessivo) di donne richiedenti o titolari di protezione internazionale, che molto spesso hanno vissuto molteplici situazioni di violenza e con le quali è dunque fondamentale attivare un percorso di ricostruzione della propria autonomia attraverso la collaborazione di tutti i soggetti che a vario titolo si interfacciano nel percorso di accoglienza ed integrazione. Da considerare infine anche il numero elevato di assistenti familiari straniere in regione che possono vivere situazioni di isolamento sociale e sostanziale discriminazione dei diritti di cittadinanza”.

I migranti al primo posto, insomma. E non sarà un caso se gli sbarchi col governo giallo-rosso sono impennati. E dunque giù risorse agli enti locali e al mondo dell’associazionismo che “sviluppano e promuovono questi temi”. A differenza dello scorso anno, nella comunicazione arrivata dalla Regione stavolta non si cita nemmeno la fondamentale finalità del bando, chissà perché. Forse perché teme ulteriori ripercussioni negative sul voto a Bonaccini? Ma la realtà è quella descritta, che parla in particolare di donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo.

Quali attività si dovranno mettere in campo per incassare? Le maglie sono talmente larghe che non sarà difficile essere pescati: “promozione, con riferimento alle giovani generazioni, dell’educazione e della formazione alla cittadinanza di genere e alla cultura di non discriminazione in ambito scolastico, della formazione professionale, sportivo e aggregativo, come strumento di prevenzione e contrasto di ogni violenza e discriminazione sessista e per superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato di essere donne e uomini”. E poi “realizzazione di campagne di comunicazione, educazione, attività culturali, artistiche e sportive, per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini anche attraverso progetti di sensibilizzazione territoriale rivolti alla prevenzione della violenza di genere”.

Alla velocità di Speedy Gonzales. La scadenza del bando è ravvicinatissima: la delibera della giunta regionale è di ieri e le domande devono pervenire entro il 6 dicembre. Quanta fretta! Arriba!Arriba! Ándale! Ándale! Che poi si vota.

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