Siccità: non è colpa del fato

Siccità: non è colpa del fato

Per un territorio tutto sbilanciato nell'uso delle risorse idriche sulla costa, che condanna l'agricoltura alla marginalità, le soluzioni ci sono. E' necessario invertire le politiche della depurazione e dell'acqua che trasformano la costa in imbuto drenate di tutta l'acqua della provincia con nefaste conseguenze per molti e il mare in discarica del depuratore.

Grave la discriminazione che subisce il nostro territorio, tutto sbilanciato nell’uso delle risorse idriche sulla costa, condannando la nostra agricoltura alla marginalità.
Davide Brullo racconta questa situazione che vede l’economia agricola e della Valle del Marecchia segnata mentre in costa è florida.
Questa è la realtà sclerotica del nostro territorio. Pioggia in estate significa scarichi a mare e cattivi affari per i balneari mentre l’ambiente dell’entroterra vive insieme alla sua agricoltura e allevamento. Sole e caldo permettono ottimi affari in riva la mare e acqua pulita, mentre per l’ambiente significa la desertificazione e per l’agricoltura una confermata marginalità.
Tutto questo non è dovuto al caso. Vi sono scelte disattese da oltre 40 anni che avrebbero potuto mitigare la situazione odierna essendo occasione di emancipazione della economia agricola e abbondanza di acqua per uso domestico.
Una delle principali cause di questa situazione è dovuta alle politiche dell’acqua fatta sul nostro territorio.
Infatti Hera, con Romagna Acque e Consorzio di Bonifica, ha sponsorizzato e portato avanti una politica di concentrazione della depurazione con rilascio in costa dei reflui, di fatto un ciclo integrato dell’acqua aperto.
Dagli anni ’70 invece si indica nel riuso delle acqua depurate una strategia necessaria, strategia però disattesa e censurata. Il rilascio di ingenti quantità di acqua depurata in costa è causa inoltre di scadimento delle acqua di balneazione con gravi ripercussioni sulla economia di costa e sulla economia ittica.
E’ necessario invertire le politiche della depurazione e dell’acqua che trasformano la costa in imbuto drenate di tutta l’acqua della provincia con nefaste conseguenze per molti e il mare in discarica del depuratore.
Si deve riconsiderare la scelta della dismissione dei depuratori periferici e trasformarli invece in impianti di riutilizzo delle acqua per i territori circostanti. Infatti i depuratori della nostra provincia liberano molte decine di milioni di metri cubi di acqua ogni anno, più in estate che in inverno. Va scongiurato che si ripetano situazioni come quella di Poggio Berni di pochissimi anni fa. Previsto e finanziato un impianto di fitodepurazione degli scarichi del comune che avrebbe alimentato il torrente Uso e da li i prelievi degli agricoltori, è stato invece sacrificato per un collettamento diretto con il depuratore di Sanata Giustina. Stessa cosa per Coriano e Bellaria e ancora prima per Verucchio.
Questi depuratori sarebbero stati ottimi punti diffusi sul territorio per l’alimentazione idrica dell’ambiente e delle relative attività. Invece si è preferito prosciugare tutto.
Il depuratore di Novafeltria invece è attivo, come quello di San Leo e Montecopiolo, e altri. Da questi si potrebbe partire per riusare le acqua in loco. Poi valutare un sistema di riuso delle acque degli impianti più grandi. Si potrebbe poi valutare un costo del servizio ambientale da riconoscere agli agricoltori che riusano le acqua del depuratore invece di scaricarle in mare.
In costa viene poi abbondantemente usata acqua di falda per irrigazioni abbondanti, acqua che si potrebbe usare per la potabilizzazione, non gravando così sulle disponibilità per l’entroterra.
Un maggiore rispetto della risorsa acqua porterà ad una maggiore disponibilità, prima di tutto proprio di quell’acqua che usiamo nelle nostre case. Acqua abbondante per tutti, anche per i comuni “cenerentola” dell’interno.
Le cose possono facilmente essere cambiate, non è responsabilità del fato e del clima, ma di specifiche scelte politiche e territoriali.
Si può cambiare e rimediare a questa situazione che discrimina territori e cittadini della provincia. Ci sono idee e strumenti previsti da molti decenni, ma non c’è una equivalente volontà politica, spesso piegata ai desideri dei gestori a discapito della collettività e a vantaggio di pochi.

Ivan Innocenti

COMMENTI

DISQUS: 0