“Sindaco assenteista”, la rivolta del consiglio comunale di Rimini

“Sindaco assenteista”, la rivolta del consiglio comunale di Rimini

Se il Comune di Rimini fosse una scuola, Andrea Gnassi avrebbe già ricevuto la ramanzina del preside, il richiamo scritto sul diario e la minaccia di

Se il Comune di Rimini fosse una scuola, Andrea Gnassi avrebbe già ricevuto la ramanzina del preside, il richiamo scritto sul diario e la minaccia di una clamorosa bocciatura. Ma siamo a Palazzo Garampi e le ripetute assenze del primo cittadino dalle sedute del consiglio comunale non hanno ancora provocato la reazione di quel “preside” che risponde al nome di Vincenzo Gallo e che è presidente del consiglio comunale. Ieri, però, la classe è esplosa ed ha chiesto al preside di non chiudere gli occhi.
Si parlava di Agenzia Mobilità ma ad un certo punto la questione del sindaco assenteista ha preso il sopravvento.
Ha cominciato Gennaro Mauro (Fi-Ncd) rilevando la “sistematica assenza del sindaco dai consigli comunali”, anche quando a tema ci sono argomenti della massima importanza, com’è accaduto ieri. Ci ha messo un carico da novanta Fabio Pazzaglia di “Fare Comune”, che oltre ad accusare il gruppo Pd di scaldare solo il banco, lasciando a desiderare in fatto di preparazione e confronto sugli argomenti in discussione (“ai tempi del tuo compagno Lugaresi c’era il gusto di intervenire”, ha detto rivolto a Morolli, entrambi viserbesi), ha sentenziato che “Ravaioli e Melucci in consiglio ci venivano e il sindaco non mancava mai”.
Ci ha provato Gallo ad arginare la protesta: “Stasera il sindaco ha un impegno istituzionale”. Non l’avesse mai detto. “Stasera? Ma se non c’è quasi mai!”, è stato il coro generale. Pure “Bertino” Astolfi ci ha provato: “Il sindaco ha problemi familiari e impegni istituzionali”.
E’ stato come accendere la miccia nella polveriera. “Massima comprensione sulle problematiche familiari, ma sono quattro anni che rivolgiamo delle interrogazioni ad un sindaco che non c’è, ma che invece convoca a getto continuo conferenza stampa”, ha tuonato Gioenzo Renzi.
Si ma quale sarà stato l’impegno istituzionale che ieri ha tenuto il sindaco lontano da Rimini? “Il sindaco è a Bologna perché c’è Fassino”, ha rivelato in aula Carla Franchini (5 Stelle). “E’ un incontro Anci”, ha precisato il presidente del consiglio comunale, ma senza riuscire a placare le opposizioni (nel silenzio più totale dei consiglieri del Pd: segno che anche fra di loro non manca il malessere?). Giuliana Moretti (Ncd): “In quasi 14 anni non mi era mai capitato di imbattermi in un sindaco così assente. Questo è l’unico luogo che lui non frequenta, dimostrando un’assoluta mancanza di rispetto per chi è stato eletto dai cittadini e per il luogo nel quale si assumono le decisioni”.
Morale: “D’ora in poi il consiglio comunale si convoca solo se è certa la presenza del sindaco”, hanno chiesto in diversi. “Per me va bene anche la domenica”, è stata la proposta di Carla Franchini. E il collega Tamburini adesso pretende che Gnassi faccia vedere all’intera scolaresca libretto delle assenze. “Vogliamo il conteggio delle assenze del sindaco dal 2011 ad oggi. E dopo bisognerà mandare a chiamare il segretario del Pd, in veste di “familiare” politico. Perché avanti così il sindaco potrebbe essere bocciato.

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