Stappi una bottiglia con il faccione del Duce? Nadia Rossi ti arresta

Stappi una bottiglia con il faccione del Duce? Nadia Rossi ti arresta

Non si parla d’altro che della proposta di legge avanzata da un PD che fa acqua da tutte le parti. Fiano propone “la reclusione da sei mesi a due anni” per chi ‘spaccia’ immagini di Mussolini. L’ex Assessore nel regno Gnassi, ora in Regione, gli va dietro da tempo. Cronaca di un assurdo storico.

Ma se inneggi al ‘Che’, l’assassino con il sigaro, sei figo
Un Piddì evidentemente allo sbando tenta la più paracula delle strategie politiche mandando in pasto alla Camera, in questi giorni, la proposta di legge – presentata il 2 ottobre del 2015 – del deputato Emanuele Fiano, che vuole mandare in carcere i ‘nostalgici’ del Ventennio. La proposta è questa: “Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”. Insomma, se sul tuo spazio Facebook metti un’immagine del Duce e la divulghi agli amici del rione, ti arrestano. Se invece indossi una maglia del ‘Che’, uno che non si faceva troppi problemi a mandare al creatore chi non la pensava come lui, sei un figo. E se hai una gigantografia di Stalin in cameretta, vabbè, amen, quel baffone assomiglia tanto a Giovannino Guareschi… La proposta di legge, in effetti, è come la corazzata Potemkin di fantozziana memoria, una cagata pazzesca. A dire il vero, è bastata la “relazione di minoranza” di quel ragazzino pentastellato di Vittorio Ferraresi – viene da Cento e non ha ancora trent’anni – a mandare all’aria il politburo fesso del PD. “Va subito detto che il testo all’esame dell’Assemblea, se pur con intenti astrattamente condivisibili, introduce una norma che contraddice la prevalente giurisprudenza, dando luogo a misure potenzialmente e sostanzialmente arbitrarie o liberticide, che mal si coordinano con la vigente normativa ‘anti-fascista’”. Il ragazzino ha ragione. Un conto è farsi una scampagnata a Predappio e brindare ai bei tempi andati stappando una bottiglia con su affissa l’icona di Benito, un altro organizzare dei ‘fasci di combattimento’ per andare a menare i pii cittadini italiani. Perché, allora, non estendere la medesima risoluzione a chi incita a un risveglio degli ideali comunisti? Perché non punire chi propaga la religione islamica, sotto i cui vessilli sono saltate teste ed esplosi edifici? A questo punto, retroattivamente, perché non punire i cristiani, che hanno sterminato Indios, indiani, indù? E perché non abolire lo studio degli autori latini che incitano a sostenere imperatori sanguinari e bastardi e insegnano che la politica è l’arte degli intrighi e del malaffare? E perché non impedire lo studio di Dante e di Shakespeare, conclamati antisemiti? E perché non decapitare Ungaretti e Pirandello dalle antologie scolastiche, firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti? La verità, cari tutti, è che nei libri di Storia nessuno è innocente ed è impossibile legiferare su chi è nel giusto e chi no, chi sei tu, un emerito dio?

La disastrosa proposta di legge di Fiano, di cui si parla oggi forse perché non si ha altro di più serio di cui parlare, comunque, ha dei reflui prettamente ‘locali’. La proposta di legge, infatti, segnala in un capoverso che “altrettanto grave e non derubricabile a un mero fatto di folklore è tutta la complessa attività commerciale che ruota intorno alla vendita e al commercio di gadget o, ad esempio, a bottiglie di vino riproducenti immagini, simboli o slogan esplicitamente rievocativi dell’ideologia del regime fascista o nazifascista”. Il PD ha così poco senso dell’umorismo e del quieto vivere che vuole impedire il commercio delle bottiglie con la faccia del Duce. A questo punto cambiamo il nome dello ‘strozzaprete’, lesivo per chi pratica la religione cattolica, e impediamo le celebrazioni del 25 aprile, che offendono chi ha perso parenti, cugini o zii per mano dei partigiani – che non sono sempre stati ‘i buoni’. Come un vigile soldatino – pardon ‘compagno’ – la Consigliera regionale Nadia Rossi, già Assessore del regno di Gnassi dal 2011 al 2014, se ne uscì, il 27 ottobre 2015, con una risoluzione regionale contro la vendita “di oggetti vari con immagini del regime fascista e nazista” in quanto “fenomeno consolidato”. La Rossi s’è indignata perché “in visita nel riminese”, “due cittadini statunitensi, di origine ebrea” hanno denunciato il fatto d’inciviltà patria. E allora? Certo, certissimo, esiste il fenomeno dei ‘nostalgici’, testimoniato, tra l’altro, dieci anni fa, nel bel libro a cura di Pierluigi Moressa Caro Mussolini… Cinquant’anni di missive al Duce nella cripta di Predappio. Ci sono i nostalgici del Duce e quelli di Stalin e perfino quelli dei Savoia e pure quelli di Hitler. E allora? Non s’è mai visto una democrazia che decida, per legge, di far fuori una ‘minoranza’. Mi rendo conto, però, che non tutte le ‘minoranze’ sono uguali: alcune, per laidi fini politici, sono più utili di altre.

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