Straordinaria scoperta sotto al Galli, ma per chi conosce la storia…

Straordinaria scoperta sotto al Galli, ma per chi conosce la storia…

  I lavori di ricostruzione del teatro polettiano ‘Amintore Galli’ hanno portato alla luce una basilica paleocristiana che, annuncia l'ammini

 

I lavori di ricostruzione del teatro polettiano ‘Amintore Galli’ hanno portato alla luce una basilica paleocristiana che, annuncia l’amministrazione comunale, verrà resa visitabile al pubblico, nell’ambito del restauro del teatro.
“La campagna d’indagini archeologiche nell’ambito della ricostruzione del ‘Galli’, svolta sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Bologna, ha infatti evidenziato anche nella zona della platea una fortissima quanto inattesa presenza archeologica stratificata. In una sorta di viaggio a ritroso nella storia, in questa zona del teatro sono così emerse dapprima le strutture settecentesche dei Forni cittadini, poi le strutture di un quartiere medioevale, quindi complessi sepolcrali ed infine strutture d’epoca romana.

La cavea polettiana del Teatro Galli

La cavea polettiana del Teatro Galli

Nel tratteggio le mura della basilica paleocristiana

Nel tratteggio le mura della basilica paleocristiana

Rinvenimenti importanti e inaspettati che hanno spinto la Soprintendenza archeologica e la direzione lavori del Comune di Rimini a procedere con un approfondimento delle indagini archeologiche raggiungendo quote di scavo sensibilmente inferiori a quelle previste originariamente dal progetto. Oltre a far emergere nella sua interezza l’anello murario del Teatro ottocentesco che andava a cingere la Sala, dalla campagna di scavi nella zona della cavea sono stati così rinvenuti i resti di strutture murarie e battuti pavimentali di una basilica paleocristiana”. Per renderli visionabili al pubblico si è resa necessaria la totale riprogettazione delle strutture di fondazione della sala affinché fosse ancora garantita la ricostruzione filologica della sala stessa e preservata la zona archeologica oltre al muro originale del Teatro.
“Per l’accesso ai nuovi spazi museali, che renderanno il Teatro Galli l’unico teatro di tradizione a presentare al di sotto della platea un’area archeologica visitabile, sarà previsto un ingresso indipendente dal teatro diretto alla zona archeologica da via Poletti. Previsti inoltre ulteriori spazi che potranno ospitare sia materiale scientifico relativo alle risultanze degli scavi archeologici effettuati che prodotti didattici multimediali riguardanti il Teatro Galli, la storia del teatro all’Italiana, la figura di Giuseppe Verdi, legata al teatro di Rimini poiché scrisse l’Aroldo proprio in occasione dell’inaugurazione del 1857”.

Questa mattina ho letto con stupore su un quotidiano on-line della “straordinaria scoperta archeologica” rinvenuta nella vostra bellissima città al di sotto del Teatro Galli.
Il mio stupore non è originato dalla scoperta bensì dall’abisso di ignoranza in cui versano i preposti ai cosiddetti beni culturali: storici, archeologi e studiosi pagati dalla collettività quindi da noi. La scoperta è definita nuova e inaspettata.

Nel caso specifico della suddetta “straordinaria scoperta” lo storico Cesare Clementini nella sua ineccepibile e documentata Storia di Rimini ci racconta con dovizia di Stemnione (o Stennione) consacrato Vescovo di Rimini da Papa Marcello I nell’anno 307 e di come costui in qualità di Vescovo assistette nel 313 al Concilio di Roma.
Stemnione ottenne da Costantino il Grande il permesso di trasformare il Tempio di Ercole in cattedrale, la stessa che poi ospitò il Concilio di Rimini nel 359: la Cattedrale di Santa Colomba. Di fronte al Tempio di Ercole vi era il Tempio dei Dioscuri (Castore e Polluce) ove si riunivano anche i mercanti e tutt’ora mi sembra di ricordare che il mercato a Rimini sia collocato nei pressi. Il Tempio dei Dioscuri conservava anche i Pesi e le Misure, indispensabili per la correttezza degli scambi.

Anche il Tempio di Castore e Polluce seguì al tempo del suddetto Vescovo lo stesso trattamento del Tempio di Ercole, trasformata per il nuovo culto imperiale in una piccola chiesa. La planimetria del Tempio originario però era più consona a luogo di incontro quindi presto divenne altro, sede di commerci e potere cittadino sino a servire con la propria pavimentazione come come fondamenta per il Teatro Galli.
In sintesi la chiesa (Basilica è un’altra cosa) paleocristiana è del IV secolo, trasformazione del Tempio dedicato ai Dioscuri. Tutto è inaspettato per chi ignora….
Sono parecchi anni che non torno a Rimini e la ricordo come una bella città. Ora leggo sempre più spesso di una città inchiodata ad un passato malinconico, senza una meta e, peggio ancora, che ha dimenticato persino le sue illustri origini.

prof. R.C. Zanoni

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