Sul ponte di Mordor spunta il primo lucchetto dell’amore: che fare?

Sul ponte di Mordor spunta il primo lucchetto dell’amore: che fare?

Anche a ponte Milvio tutto cominciò con un lucchetto. Sul sovrappasso di via Roma inizia il remake dello stesso film?

L’incipit è una scena del film di dieci anni fa tratto dal romanzo di Federico Moccia: “Ho Voglia di Te”. E’ il seguito del clamoroso successo cinematografico di tre anni prima: “Tre Metri Sopra il Cielo”. Due romani, giovani e innamorati (nella pellicola Riccardo Scamarcio e Katy Louise), mettono un lucchetto al lampione centrale di ponte Milvio. Per concludere l’incantesimo di eterna fedeltà, gettano le chiavi in Tevere. Così, l’Amore è blindato per sempre. Mah!

Il Pont des Arts a Parigi

L’emulazione ha dimensioni internazionali. La stupidità è contagiosa. Nel giro di poco, ovunque nel mondo, tonnellate di ottone e acciaio ricoprono ponti, tralicci, lampioni o qualsiasi sbarra ferrosa uncinabile. Grazie, Signor Moccia. Bella idea. Roba da chiedergli i danni.
Nel 2007 a Roma collassano due lampioni sotto il peso del metallo: pegni d’amor… perduti.
Nel 2012 il Comune capitolino finalmente si decide; fa rimuovere la brutale ferraglia per salvaguardare il ponte stesso da possibili cedimenti. A Dublino succede la stessa cosa, così pure a Parigi, sul ponte des Arts. E anche altre capitali mondiali devono correre ai ripari al grido di liberiamo dai lucchetti le nostre città. Tardivo, forse impresa sisifea, ma ci provano.

Ora, tornando alla più contenuta provincia e al recente e controverso sovrappasso su via Roma, più noto come ponte di Mordor, sapete che c’è di nuovo? Ad un tirante d’acciaio è cresciuto “spontaneamente” un grazioso lucchetto cromato.
Con tanto di cuoricino e iniziali. Non vorremmo che qualche “pischello” desse avvio a nuove ondate di “lucchettomania”. Per il bene delle nostre tasche e del sovrappasso inaugurato appena pochi mesi fa (ci piaccia o no, lo paghiamo noi), esortiamo chi di dovere a tenere sotto controllo la situazione ed eventualmente ad intervenire per stroncare il fenomeno fin dai primi vagiti. Va aggredito mentre è in stato embrionale. Fra l’altro i ponti inlucchettati fin qui noti affacciano su fiumi e le chiavi ci finiscono dentro. Nel caso di Rimini dove vengono gettate?

Se presto saranno branditi tenaglie e tronchesi, suggeriamo anche una visita all’albero incatenato. Sì, il “prigioniero” rimane al termine della discesa del ponte, in direzione mare. Eccolo là, nella verde staticità, l’albero in ceppi. Che volesse scappare? Non si sa, ma chiediamo che venga liberato in fretta. A volte ci domandiamo come mai gli alberi vilipesi li vediamo solo noi. Eppure, sono sotto gli occhi… vigili (?) di molti.

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