Sul ponte di via Coletti con Bartali e Coppi, alias Biagini e Gnassi

Sul ponte di via Coletti con Bartali e Coppi, alias Biagini e Gnassi

Uno se l'è chiamata. Stamattina è arrivato alla inaugurazione del nuovo ponte di via Coletti in maglia rosa, con la bicicletta da corsa, il casco e i

Uno se l’è chiamata. Stamattina è arrivato alla inaugurazione del nuovo ponte di via Coletti in maglia rosa, con la bicicletta da corsa, il casco e i guanti rossi, manco si fosse aggiudicato il Tour de France. L’altro all’enfasi dei traguardi alla portata di tutti, dipinti però come epocali, ci ha ormai abituati. Anche oggi se n’è uscito con il discorso alla De Gasperi davanti all’Italia bombardata: “Ora trasformiamolo in un luogo dell’identità”. Ma è un ponte! Un semplice ponte, nemmeno simile a quello di Brooklyn e nemmeno in acciaio. Vabbè!
Il primo è l’assessore ai lavori pubblici, Roberto Biagini, uno che lavora. Il secondo è il sindaco Andrea Gnassi, quello dei concept.
Al primo non va troppo a genio di faticare come un arrampicatore per la causa di Palazzo Garampi per poi vedersi sorpassare a 10 metri dall’arrivo dal signorino con la fascia tricolore. E così stamattina ha voluto affidarsi alla simbologia ciclistica: tu sarai Coppi, sembrava volesse dire al capo, ma io sono Bartali, non certo Fiorenzo Magni, sempre in ombra. Magni c’era, in realtà, defilato come vuole la storia, c’era sul ponte tirato a lucido, però non era il terzo uomo che ci hanno raccontato le cronache sportive, ma la terza donna, l’assessore Nadia Rossi. Vicina a due primatisti così si è confusa fra la folla. Tradita dall’inesperienza, avrà fatto tesoro per un altro ponte.
Biagini “Bartali” ha sfidato anche i soliti che ti squadrano dalla testa ai piedi posando lo sguardo sulla pancetta, pur di lanciare la sua sfida. Ma la maglietta rosa sotto sforzo per contenere qualche chilo di troppo, ha fatto la sua porca figura.
Gnassi “Coppi” si è presentato in abito d’ordinanza, camicia azzurra e pantalone scuro (nemmeno una bandana rosa in ossequio al Capodanno dell’estate), parecchio sorpreso per il coup de théâtre del collega di giunta. Ed ha attaccato, in mezzo a borghigiani e viserbesi, il pistolotto dell’efficienza e della potenza della macchina comunale: “Dopo 109 giorni di lavoro riconsegniamo alla città il Ponte di via Coletti. E’ un bel ponte: è una struttura di ottima qualità, definitiva, esteticamente bella e dal quale si può ammirare un paesaggio unico in tutta la città. E’ stato realizzato in tempi brevissimi, in anticipo rispetto alle previsioni: in pochi ci credevano”.
Volevamo farlo brutto? Volevamo impiegare 218 giorni? Non basta che si sia aperto il 4 luglio, a stagione ormai ultimata?
Propenso a scambiare la Barafonda per Manhattan, Gnassi “Coppi” ha ringraziato “tutti coloro che ci hanno creduto e che hanno lavorato al progetto, dai tecnici agli ingegneri del Comune a cui va il mio plauso, alle imprese, la Cbr di Rimini e Ged di Cesena”. Sindaco, è solo un ponte. C’è poco da crederci.
L’epopea della terra promessa a cavallo del Marecchia, è arrivata a ruota: “Ora però il progetto prosegue, non ci fermiamo. Questo infatti è un luogo straordinario, dove attraverso il Marecchia il mare incontra il Montefeltro. E’ forse l’unico scorcio di Rimini che non ha un orizzonte finito. Per questo motivo vogliamo che diventi un luogo dell’identità. Riqualificheremo gli argini e saranno realizzati quattro belvederi, quattro piattaforme con opere artistiche in sintonia con il paesaggio”. Chiamiamola illusione ottica.
Più ruvido e concreto Biagini “Bartali”: “Chi amministra deve accettare le critiche e talvolta ascoltare anche qualche idiozia, senza polemizzare: in questa vicenda non sono mancate né le une né le altre”. E l’ha detto uno che quando può polemizzare pedala molto più forte, come sanno bene i bagnini. “Ci lasciamo alle spalle 109 giorni di cantiere durante i quali i controlli sono stati continui, con gli uffici che costantemente hanno relazionato a me e al Sindaco l’avanzamento dei lavori. Un plauso quindi alla direzione lavori e agli uffici comunali, alle imprese del territorio che hanno lavorato e ai cittadini della zona, che hanno subìto inevitabilmente dei disagi, ma a cui adesso possiamo consegnare un’opera definitiva. Questo come diceva il sindaco è solo l’inizio, andiamo avanti”. Avanti verso Torre Pedrera o Marina Centro? Gran giorno per Rimini. Che ha clamorosamente smentito quel che pensava Nikita Chruščëv: “Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire un ponte anche dove non c’è un fiume”. Qui il fiume c’è. Grazie, Bartali e Coppi!

Le fotografie della storica inaugurazione
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