Summer Pride, dopo la presa di posizione dei lefebvriani arriva il sussulto della Diocesi

Summer Pride, dopo la presa di posizione dei lefebvriani arriva il sussulto della Diocesi

Ieri il priore della Fraternità Sacerdotale S.Pio X, don Chad Kinney, ha preso posizione sul Summer Pride, versione addolcita, quanto meno nel nome (p

Ieri il priore della Fraternità Sacerdotale S.Pio X, don Chad Kinney, ha preso posizione sul Summer Pride, versione addolcita, quanto meno nel nome (per la sostanza bisognerà attendere di vedere l’evento), del “Gay Pride”, come invece è stato chiamato dai lefebvriani. Annunciando per domani (nella Cappella del Priorato Madonna di Loreto a Spadarolo), dalle 18 alle 21, un “atto di riparazione alla parata LGBT”. Evidenziava la Fraternità S.Pio X che l’evento “ha purtroppo ottenuto, da una parte, il patrocinio delle istituzioni civili e dall’altro ha suscitato (finora) soltanto l’assordante silenzio delle istituzioni religiose locali”. A stretto giro ecco arrivare la voce della chiesa riminese, in effetti molto spesso silente su temi caldi come questi e in generale con un particolare feeling con un sindaco (tanto di avergli chiesto di firmare la “Carta Marvelli“) che ha fatto delle nozze gay un cavallo di battaglia (e su questo invece la Diocesi tace). Cosa dice la Diocesi? Anzitutto “ribadisce il pieno rispetto per le persone con tendenza omosessuale, verso le quali la Chiesa è chiamata ad un atteggiamento di accoglienza nelle proprie Comunità e a contribuire ad una mentalità non violenta e antidiscriminatoria”. Con tanto di citazione papale riferita alla controversa Amoris Laetitia che parecchio dibattito sta sollevando nella chiesa. E poi aggiunge che “oltre che a sentimenti di fraternità e comunione, la Diocesi auspica – inoltre – per le persone con tendenza omosessuale la massima integrazione e un accompagnamento personalizzato del cammino di fede”. Una premessa francescana, insomma, anche se nel caso specifico non è in discussione il rispetto verso gli omosessuali, ma un evento che ostenta una certa bulimia dei diritti. Chissà se Comune e Regione avrebbero dato il loro patrocinio e megafono (e chissà se sarebbe arrivata anche la benedizione della Cgil) ad una manifestazione della cosiddetta famiglia tradizionale. Che comunque la Diocesi non si pone nemmeno il problema di organizzare.
Poi la Chiesa riminese “manifesta una forte riserva critica nei confronti di un raduno che – per quanto compreso dal programma proposto – tende a usare e ridurre la situazione, spesso travagliata, delle persone con tendenza omosessuale ad una ostentazione fin troppo esibita che vuole far passare il messaggio che ogni tendenza sessuale è uguale all’altra e che ogni desiderio è fonte di diritti (ad esempio cavalcando lo slogan: “stesso amore , stessi diritti”). La Diocesi di Rimini prende le distanze anche da un’equiparazione superficiale di ogni tipo di unione con la realtà della famiglia, in perfetta sintonia con quanto di recente dichiarato da papa Francesco”.
Meno politicamente corretta era stata la Fraternità Sacerdotale San Pio X, che “in accordo al costante insegnamento della Chiesa Cattolica”, aveva detto senza mezzi termini “che la pratica dell’omosessualità è un grave disordine, il cui atto specifico è classificato dalle Sacre Scritture tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio e chiamano, già da quaggiù, la Sua giusta punizione. Non potendo impedire un simile abominio, vogliamo cercare di riparare ad esso con l’unico strumento nelle nostre mani: la preghiera”. Un linguaggio che ricorda la chiesa dei papi Pii, ma che è la sostanza di quella dottrina cattolica passata di moda nella chiesa di Francesco. “Vogliamo testimoniare che ci sono tante persone che non sono affatto d’accordo con una cosiddetta “cultura” non paga di avversare, in modo sempre più provocatorio ed impositivo, la legge naturale e quella divina. Vogliamo testimoniare il valore eterno dei Dieci Comandamenti, del pudore, della continenza e di tutte quelle virtù capaci di temperare la concupiscenza. Vogliamo, però, come insegna Sant’Agostino: “odiare il peccato ed amare il peccatore”. Noi avversiamo la promozione delle perversioni degradanti di quest’ideologia antiumana che vuole giustificare pratiche contro natura, ma preghiamo per la conversione di tutti coloro che, con diverso grado di responsabilità e consapevolezza, cooperano alla sua affermazione nella società”.

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