Surreale e perbenista: la cultura che vogliono imporre a Riccione

Surreale e perbenista: la cultura che vogliono imporre a Riccione

A ogni torneo elettorale tutti parlano – senza competenza – di cultura. Ecco a Raggi X i programmi ‘culturali’ dei candidati Sindaci della Perla Verde. Con voti e giudizi.

Meglio non sbraitare a vanvera
A ogni slalom elettorale, non c’è candidato che non sbandieri il vessillo della ‘cultura’. La ‘cultura’, in effetti, in questo Belpaese dei cretini, esiste solo per fini elettorali, perché, insomma, per buongusto etico e per buonsenso politico, non puoi non ‘fare cultura’. Io ho una mia idea piuttosto tesa. Questa: meglio non sbraitare a vanvera di ‘cultura’. La ‘cultura’ sta bene come sta, da sola, lontano dal ring dei politicanti. Per puro gusto sportivo, però, rovistiamo sotto i pantaloni dei programmi dei candidati Sindaco di Riccione. Che idea hanno in merito alla ‘cultura’?

Istruzioni per l’uso della parola magica
Premessa. Quando parlano di ‘cultura’ associando il concetto alla parolina magica ‘indotto’ – che significa: denaro – urlate al massacro. La cultura non si fa per fare soldi, i soldi si fanno con le chiappe sulla brandina e con un concertone estivo tenuto dal cantante ‘di grido’. La cultura si fa perché è una esigenza intima dell’essere umano. Stop. Eppure, sotto elezioni il concetto levita in maniera enciclopedica. C’è chi pensa – fingendo – che Riccione sia una città culturalmente appetibile come Mantova, Firenze, un grado sotto Roma Capitale. C’è chi, invece, pensa che cultura sia un evento di burrako, un corso di disegno, un villaggio western, una gita in bicicletta come una mostra di Caravaggio: tutto è uguale purché costringano i turisti – pardon, gli ospiti – a muovere il culo.

Carlo Conti: tra Christo, il talebano del Liberty e il vecchio volpone dell’Istituzione
Il programma culturale di Carlo Conti – carta canta – è anoressico. “La cultura necessità [sic] di investimento in bilancio per coniugare la partecipazione con la qualità della proposta. È indispensabile un più stretto rapporto tra eventi culturali e le nostre scuole, una maggior sinergia con gli eventi turistici e la valorizzazione degli archivi anche attraverso nuove acquisizioni”. La vaghezza è inquietante – prima di parlare di cultura, ribadisco, meglio studiare la grammatica italiana. Anche l’impegno “Riccione come CITTA’ TEATRO” – proprio così, maiuscolo – è talmente astratto da apparire velleitario. L’inconsistenza del programma elettorale, comunque, è temperata dai candidati consiglieri affiliati a Conti. Il più solido è l’avvocato Giovanni ‘Johnny’ Bezzi, già Assessore alla cultura nei fantastici Novanta, presidente uscente dell’Istituzione ‘per la cultura’. Anche lui, come Madama Tosi – l’arcinemica, la vampiressa – rimpiange i due anni e mezzo in cui tutti gli baciavano le mani e contava qualcosa. Le sue idee? “Rilanciare le grandi mostre in città. Con un investimento di 120mila euro è possibile costruire almeno due o tre eventi di rilievo all’anno”; “unificare Premio Riccione e TTV Festival”; “ampliare gli Archivi di Riccione con i documenti delle famiglie che vogliono donare i propri tesori al Comune, costruendo un importante repertorio della cultura balneare”. Per carità, Bezzi ha la grinta, non le azzecca tutte – le ‘grandi mostre’ a Riccione sono un surreale paradosso: meglio andare a Bologna e fermarsi lì – ma un’aura di competenza c’è. D’altronde Bezzi è riuscito a coinvolgere nel suo progetto Fabio Severini (in lista come candidato), oboe assoluto al Teatro dell’Opera di Roma. L’altro Lancillotto della cultura arruolato da Carlo Conti è Andrea Speziali. Dotato di speciale spavalderia, il ragazzo ci fa una testa così con il Liberty, ritenendo che possa risolvere i mali dell’umanità, e propone di inscatolare il Savioli con un’opera di Christo sganciando nell’etere i suoi selfie con Sgarbi. Quanto al resto, sa nulla. Neofuturista. Voto: 6– Giudizio: L’eterno ritorno dell’uguale.

Andrea Delbianco: i grillini sognano in blu con il Premio internazionale ‘Con l’Arte si Magna’
Diciamo così: remano nel mondo delle idee. Il Movimento 5 Stelle non parla di ‘cultura’, parola abolita, che aborrono, ma di “Cultura dell’Arte di Vivere in Armonia, quale Strumento per Direttive Politiche Sostenibili”. Insomma, un incrocio tra un maestro zen e un finanziere, comunque, la cultura è utile come ‘strumento’, se ne promuove un uso ‘strumentale’. Da sola, la cultura, non esiste, non ha senso, non è utile. La regola del M5S è culturalmente semplice: “Riccione deve tornare ad essere Riccione”. Cosa vuol dire lo sanno solo loro. Comunque, cari riccionesi, state sereni “la posizione geografica di Riccione, grazie alle competenze presenti all’interno del Movimento 5 Stelle, rende possibile intercettare come minimo l’1% del turismo culturale e colto”. Il gemellaggio tra geografia e competenza è una novità del tutto grillina; vi prego di dar peso al come minimo. Come minimo, i grillini promettono “in onore di Federico Fellini” l’istituzione delle “Notti Blu dedicate alle coppie ed alle famiglia” – ma che c’entra Fellini con il blu e con le coppiette? Ogni grillino è un direttore artistico in pectore: “con la nostra programmazione di Mostre ed Eventi, già pronta e sostenibile economicamente, possiamo contare sull’aumento di moltissime presenze annue nella nostra città” – d’altronde, tra i candidati consiglieri c’è il gallerista Rosini. Di quali mostre o eventi si tratti non si sa, è un segreto di Casaleggio. Spassoso il “Premio internazionale dal tema ‘Con l’Arte si Mangia’”, ad ogni modo proliferano “Festival e Premi per Culinaria, Vini del territorio nella loro interazione con l’Arte nelle sue varie manifestazioni: Scultura, Disegno, Fotografia, Musica, Cinema, Design, Performance e Spettacolo in genere”. Insomma, è tutto un magna, magna. Voto: 5 Giudizio: Surreale.

Morena Ripa vuole tanti concerti pop allo Stadio Comunale
La Ripa sogna di diventare una popstar. Per dare ali al suo sogno progetta “di utilizzare maggiormente lo Stadio Comunale per spettacoli di musica pop”. In alternativa, “saranno organizzate mostre di arte antica e contemporanea per proseguire l’attività di promozione della cultura e del turismo nella nostra città a livello internazionale”, roba che più vago di così si muore, pare di scambiare Kant per Vasco. Bizzarra l’ipotesi di “promuovere una stagione teatrale dedicata ai progetti dei giovani della nostra città, anche con l’istituzione di un premio”. Forse la Ripa ignora che Riccione è la patria del più importante premio di drammaturgia in Italia, il Premio Riccione, appunto, che ha anche la sua nota appendice per under 30, il Premio Tondelli. Poco importa. Meglio un po’ di cipria con frasi fatte che studiare. Voto: 4 Giudizio: Eccentrica.

Renata Tosi vuole “Giochi senza frontiere”. Meglio tagliare tanto e andare dritto
Come si sa, nel proprio mandato sindacale, la Tosi ha depauperato le risorse proprie all’Istituzione ‘Riccione per la cultura’, passando dai 714mila euro del 2014 ai 390mila del 2016, prevedendo ulteriori tagli per l’anno in corso. Al di là del detestabile clima politico tra gli attori in scena – il Sindaco e ‘Johnny’ Bezzi – la Tosi ha dimostrato poco interesse verso le speculazioni culturali. Con coerenza, perciò, il candidato nel proprio programma dice quasi nulla, se non la nebulosa proposta di “mostre d’arte”, “rassegne di musica (dal Blues al grande Jazz”) – ma perché censurare il folk o il rock o il pop o l’etno? – “sino al grande e fascinoso mondo del cinema” – ma c’è già Ciné. Di fatto, le idee si riducono a “riportare a Riccione il fortunato e popolare evento ludico-sportivo ‘Giochi senza frontiere’” e fare del Castello degli Agolanti un “luogo da dedicare ai Bambini ed alle Bambine con spazi per attività ludiche, didattiche ed intrattenimento”, una idea che allinea la Tosi al perbenismo della sinistra (vedi sotto). Insomma, niente di nuovo per noi riccionesi. Voto: 4 Giudizio: Chissenefrega.

Sabrina Vescovi vuole gettare i bambini nel Palazzo del Turismo
La sinistra resta sempre uguale a se stessa, usa la cultura come una ancella alla sociologia spiccia, al perbenismo elettorale, alla didattica dei trinariciuti. L’idea – elettoralmente vincente – di tramutare il Palazzo del Turismo in ‘Palazzo della Cultura’ si è tramutata in un tetro bunker degli orrori. Nel ‘Palazzo della Cultura’ ci sono ludoteche per poppanti e inermi scaffali di libri – con divanetti d’ordinanza – per ragazzini dai 12 ai 17 anni. Immaginiamo le folle; meglio che un ragazzino, al mare, si sollazzi giocando a calcetto, facendo il bagno, è più salutare della ‘cultura’ sinistroide. Quanto al resto, le idee sono condivisibili – le abbiamo scritte noi per primi: “Riccione città del cinema, con anteprime periodiche con attori e registi”; “Valorizzazione del patrimonio bibliotecario e degli archivi storici del Premio Riccione Teatro e TTV”; “Dare vita a stagioni di teatro e musica dove qualità e originalità siano in sinergia con i comuni limitrofi”. La Vescovi intende “ridare nuova linfa al variegato mondo dell’associazionismo culturale Riccionese”. Ergo: fa felici elettoralmente tutti, con contributi a pioggia per calmare le ambizioni locali. Una idea, anche questa, d’armadietto sinistroide. E poco convincente. Il bridge, con tutto il rispetto, non è Italo Calvino. Bisogna onorare il merito, il genio, sempre. Voto: 5 Giudizio: Perbenista.

In forma di epilogo
La cultura è troppo importante per essere sputtanata dai politici. La cultura non è democratica, perché vince la grandezza – la mediocrità torna a casa sua. La cultura non ‘fa indotto’, induce, semmai, alle grandi scelte, fa guadagnare il cuore, non le tasche. La cultura non migliora la società, insegna a pensare in modo autonomo. La cultura non vegeta nell’ovvio, coltiva la contraddizione. La cultura non fa vincere le elezioni, trincera in una inspiegabile radicalità. La cultura ha bisogno di gente colta, non di politici che coltivano il proprio orto da cui suggere voti. Buon voto a tutti.

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