Tari: il caso è chiuso, ora via ai rimborsi

Tari: il caso è chiuso, ora via ai rimborsi

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha definitivamente chiarito l’applicazione della parte variabile della tassa sui rifiuti. I contribuenti che riscontrano un errato computo della quota variabile della Tari possono ora richiedere il rimborso del relativo importo (pagato ma non dovuto) a fare data dall’anno fiscale 2014. Ecco cosa verificare nella bolletta. Il Comune di Rimini è una delle Amministrazioni che dovrà provvedere ad adeguare il Regolamento della Tari.

Con la circolare n. 1/DF del 20 novembre il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha definitivamente chiarito l’applicazione della parte variabile della TARI chiudendo il caso che si era aperto con la risposta data dal Sottosegretario alle Finanze in data 18 ottobre 2017 all’interrogazione n. 5/10764 presentata dal deputato Giuseppe L’Abbate del MoVimento 5 Stelle.

Il Ministero, dopo aver fatto un cenno alla normativa che governa la determinazione delle tariffe della TARI, ha tratto le seguenti conclusioni “Ciò chiarito, con riferimento alle pertinenze dell’abitazione appare corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica. Un diverso modus operandi da parte dei comuni non troverebbe alcun supporto normativo, dal momento che condurrebbe a sommare tante volte la quota variabile quante sono le pertinenze, moltiplicando immotivatamente il numero degli occupanti dell’utenza domestica e facendo lievitare conseguentemente l’importo della TARI”.

Ora la risposta all’interrogazione n. 5/10764 ed il chiarimento del Ministero non danno altro spazio ad una diversa interpretazione della regola generale secondo la quale “la parte variabile della tariffa va computata solo una volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze situate nello stesso comune”.

Con la circolare 1/DF/2017 il Ministero ha anche chiarito che nella TARI “la quota fissa di ciascuna utenza domestica deve essere calcolata moltiplicando la superficie dell’alloggio sommata a quella delle relative pertinenze per la tariffa unitaria corrispondente al numero degli occupanti dell’utenza stessa, mentre la quota variabile è costituita da un valore assoluto, vale a dire da un importo rapportato al numero degli occupanti che non va moltiplicato per i metri quadrati dell’utenza e va sommato come tale alla parte fissa”.
Questa regola ha indirettamente convalidato la tabella con la quale è stata calcolata la possibile incidenza degli erronei conteggi TARI determinati dal Comune di Rimini in applicazione all’errata norma regolamentare approvata con deliberazione del Consiglio Comunale n. 9/2017.

I contribuenti che riscontrano un errato computo della quota variabile della TARI possono ora richiedere il rimborso del relativo importo (pagato ma non dovuto) a fare data dall’anno fiscale 2014. L’istanza non richiede particolari formalità e deve contenere i dati necessari ad identificare il contribuente, l’importo versato e quello di cui si chiede il rimborso nonché i dati identificativi della pertinenza che è stata computata erroneamente nel calcolo.

Cosa deve fare il contribuente per verificare se il Comune di Rimini ha chiesto importi illegittimi?
E’ necessario analizzare la bolletta di pagamento TARI ricevuta dal Comune.
Nei casi in cui la TARI per l’occupazione di locali ad uso domestico sia riferita ad una abitazione ed alle sue pertinenze (autorimessa, cantina, ripostiglio, deposito) la bolletta TARI deve contenere il calcolo riferito ad una sola utenza.

Qualora nella bolletta TARI siano riportate più di una utenza, una per l’alloggio ed una per l’autorimessa (come indicato nell’esempio), ci si viene a trovare in presenza di una illegittima determinazione della tassa; in questo caso l’importo illegittimamente richiesto è dato dalla somma del valore della Quota Variabile a cui si deve aggiungere l’incidenza della Quota Provinciale che, per il Comune di Rimini corrispondente al 5% dell’importo della sola Quota Variabile.

Infine è lo stesso Ministero, con la citata circolare 1/DF/2017, che nei casi in cui i Comuni abbiano adottato disposizioni il cui contenuto si è rivelato difforme rispetto ai criteri di calcolo ora chiariti, li invita a procedere ai necessari adeguamenti delle previsioni regolamentari.

Il Comune di Rimini è una delle Amministrazioni che dovrà ora provvedere ad adeguare il Regolamento TARI, mentre da una rapida lettura dei regolamenti TARI dei vicini Comuni di Bellaria-Igea Marina, Cattolica, Misano Adriatico e Riccione, sembra potersi affermare che per tali Comuni non si sia presentato il problema collegato alla determinazione della Quota Variabile.

Con i chiarimenti del Ministero, il caso sembra essersi chiuso definitivamente mentre, ora, si apre il via alla richiesta dei rimborsi per le posizioni errate.

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