Tax free day: a Rimini le piccole imprese lavorano per il fisco 219 giorni all’anno

Tax free day: a Rimini le piccole imprese lavorano per il fisco 219 giorni all’anno

Secondo l'Osservatorio CNA sulla tassazione delle piccole imprese, il giorno della liberazione dalle tasse a Rimini scatta il 6 agosto: ben 219 giorni di lavoro all'anno vanno al "socio" pubblico.

L’Osservatorio CNA sulla tassazione delle piccole imprese in Italia ha analizzato il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in 137 comuni del nostro Paese e fra questi ci sono tutti i capoluoghi di provincia.
Il rapporto 2018 calcola il Total tax rate (Ttr), cioè l’ammontare di tutte le imposte e di tutti i contributi sociali obbligatori che gravano sulle imprese espresso in percentuale sui redditi, ed anche il Tax free day (Tfd), cioè il giorno della liberazione dalle tasse, la data fino alla quale l’imprenditore deve lavorare per soddisfare il “socio” pubblico.

Il modello preso in esame è l’impresa tipo italiana, con un laboratorio e un negozio, ricavi per 431mila euro, un impiegato e quattro operai di personale, 50mila euro di reddito. Ebbene, Rimini si colloca poco al di sotto della metà della classifica del Belpaese: al 61° posto su 137. Ben 219 giorni all’anno vanno per pagare il fisco, pari al 60%, e il Tax free day scatta il 6 agosto. Va meglio a Imola (54,9%) dove le imprese si liberano proprio oggi, 18 luglio, dal peso del fisco. A Faenza (56,4%) il 24 luglio, a Reggio Emilia (57,9%) il 29 luglio, a Ferrara (59,8%) il 5 agosto.
Allo stesso livello di Rimini c’è Ravenna, mentre ancora peggio se la passano le imprese di Cesena (63,1%), Forlì (63,3%), Cervia (63,3%) che possono festeggiare la liberazione dalle tasse rispettivamente il 17 e 18 agosto. In cima alla classifica c’è Bologna: 72,2% e Tax free day il 20 settembre. Il capoluogo regionale è al secondo posto su scala nazionale, dopo Reggio Calabria (con un Ttr del 73,4%). Gorizia invece è la più virtuosa: il Ttr incide per il 53,8% e al terzo posto si trova Imola (54,9%).

Spiega CNA che la pressione fiscale media sulla piccola impresa tipo italiana, salita nel 2017 dello 0,3% (al 61,2%), nel 2018 è destinata a crescere ancora, portandosi al 61,4%. “Un incremento compiutamente ascrivibile all’aumento programmato della contribuzione previdenziale dell’imprenditore. Di conseguenza, il giorno della liberazione fiscale media si allungherà di altre ventiquattr’ore, per arrivare all’11 agosto, contro il 10 agosto del 2017 e il 9 agosto del 2016”. Si amplia il divario tra la pressione fiscale che grava sulle piccole imprese e quella media nazionale: nel 2017 è andata dal 61,2% sulle piccole imprese al 42,4% sulla totalità dei contribuenti: “un’ingiustizia che vale 18,8 punti percentuali”.

Fra le proposte di CNA per ridurre la pressione fiscale ci sono anche la flat tax e l’estensione del regime forfetario: “La Flat tax deve essere introdotta in modo progressivo e credibile secondo un piano che, sulla base delle risorse rese disponibili attraverso il recupero dell’evasione e la riduzione della spesa pubblica, preveda la riduzione delle aliquote IRPEF a partire da quelle più basse del 23% e del 27% ed elimini la discriminazione attuale operata dalle detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali”.
Per quanto riguarda il regime forfettario, “deve essere esteso a tutte le imprese individuali e professionisti con ricavi inferiori a 100mila euro”, sostiene CNA. “Una misura che coniuga una reale semplificazione fiscale insieme ad una forte riduzione della pressione fiscale per centinaia di migliaia di imprese”.

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