Toccante testimonianza del sacerdote di Mosul in piazza Tre Martiri

Tanti anche ieri sera i partecipanti alla terza veglia di preghiera promossa dal Comitato Nazarat per i cristiani perseguitati del Medio Oriente. In p

Mons. Lambiasi e mons. De Nicolò ieri sera alla veglia di preghiera in piazza Tre Martini, insieme a padre Sony Behanan e a Marco Ferrini

Mons. Lambiasi e mons. De Nicolò ieri sera alla veglia di preghiera in piazza Tre Martini, insieme a padre Sony Behanan e a Marco Ferrini

Tanti anche ieri sera i partecipanti alla terza veglia di preghiera promossa dal Comitato Nazarat per i cristiani perseguitati del Medio Oriente. In piazza Tre Martiri anche mons. Francesco Lambiasi e mons. Mariano De Nicolò.
Toccante la testimonianza conclusiva di padre Sony Behanan, sacerdote siro-cattolico proveniente dalla città di Mosul. “Preghiamo Dio perché ciò che abbiamo visto noi non debba accadere a nessuno nel mondo, musulmani compresi, nessuna persona umana sia perseguitata come lo siamo noi”.
Padre Behanan ha spiegato il progetto di desertificazione della Piana di Ninive dai cristiani. “Il cristianesimo ha contribuito in maniera determinante a rendere sviluppati i nostri territori, e questo anche i musulmani lo riconoscono, tanto che ci chiamano i fiori dell’Oriente e dell’Iraq. Ma se l’Iraq si priva dei fiori cosa rimarrà? Solo la sabbia”, ha detto.
I cristiani, ha aggiunto, “non vogliono privilegi, hanno reso la pianura di Mosul fertilissima; il cristiano lavora, ama la madre terra, il paese e nessuno vorrebbe emigrare”. E allora perché vengono perseguitati, si è chiesto. “Da chi viene la cattiveria di voler svuotare il Medio Oriente dai cristiani?”
La sua è stata la testimonianza vissuta di una profonda sofferenza che sta colpendo intere popolazioni: “L’Isis ha marchiato le case dei cristiani con la N di Nazarat, usando il termine Nazareno per schernire i cristiani e bollarli come persone di una classe inferiore”.

Ha poi raccontato la fuga dalle case, abbandonate in piena notte: “Il 10 giugno i cristiani di Mosul sono stati costretti a fuggire dalla loro città, privati di documenti, soldi,… tutto. A questo primo esodo ne è seguito un secondo il 25 luglio, che ha coinvolto tutti i cristiani della Piana di Mosul: è durato qualche giorno e poi la gente è potuta ritornare a casa. Il terzo, e lo dico con grande amarezza, forse il definitivo esodo, l’abbiamo vissuto il 6 e il 7 agosto. L’Isis ha spogliato la gente di tutto”. Orribile ha poi definito il trattamento riservato alle donne, anche giovanissime e anziane, “vendute davanti ai loro mariti, questo è accaduto in Iraq”.

Padre Behanan ha concluso con l’invito al coraggio e a dire la verità: “Siamo perseguitati perché cristiani, non c’è altra ragione. I cristiani non insidiano il potere ai musulmani, i quali hanno tutto nelle loro mani: petrolio, armi, televisione, radio, ministri, governo, moschee… il cristiano non pone nessun problema a loro. E’ una vera persecuzione. Basta con la diplomazia, adesso bisogna dire la verità sull’Islam, pur amando quei nostri fratelli”.

Nella sua introduzione alla serata, che ha visto la recita del rosario, Marco Ferrini ha detto che si continuerà il gesto di preghiera ogni 20 del mese, “anche con il brutto tempo”. Ieri si è pregato anche per Asia Bibi, giovane donna cristiana madre di cinque figli, arrestata cinque anni fa in Pakistan con l’accusa di blasfemia, che prevede anche la pena di morte. “Condannata in primo grado nel 2010, il suo principale accusatore è un imam che l’ha denunciata cinque giorni dopo i fatti ammettendo di non aver sentito di persona gli insulti a “Maometto e al Corano”. Una accusa per sentito dire basta a tenere Asia Bibi in carcere”, ha concluso Ferrini.

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