Tosilandia vs Sabrygrad. L’intervista/2

Tosilandia vs Sabrygrad. L’intervista/2

Renata Tosi parla del suo successo personale, dei ‘traditori’, del ‘cerchio magico’, di Dio, dei chili di troppo, di Renato Zero e del suo caratteraccio. “Non sono vendicativa, ma il Trc è un oltraggio, a imperitura memoria, che ci insegna cosa accade quando un partito preferisce il proprio bene al bene della comunità”.

Renata è raggiante. Canotta nera, jeans, ogni tanto qualcuno le tocca le mani, evidentemente taumaturgiche. Andrea Dionigi Palazzi, il residuo di Forza Italia, ormai un igloo più che un partito, a Riccione, le fa da cavaliere. Poi scompare. Se Sabrina Vescovi è severa come una zarina, Renata è olimpica, come una Madonna. Zona 18, bar sul mare, il sole picchia e Renata è felice perché il sole bacia i vittoriosi. Mi complimento per il successo al primo turno. “L’elettore non è stupido, è maturo. Sa distinguere, si informa, capisce dov’è la bufala e dov’è la buona volontà”. Ogni riferimento al Patto Civico costruito a tavolino dall’Onorevole Pizzolante con quelli che Renata chiama ‘i traditori’ – Luciano Tirincanti, ‘Johnny’ Bezzi, Carlo Conti – è implicito. Onore a Renata. In gergo da Gran Premio, Renata ha ‘doppiato’ chi la voleva fuori pista e fuori dai giochi, ha vinto con gesto dell’ombrello in allegato. Durante l’intervista, Renata saluta tizio, dà un consiglio a caio, tratta con sempronio. Non le sfugge niente. Politicamente, è animalesca. Gongola perché la lista che porta il suo nome, piena di verginelle della politica, è il terzo ‘partito’ più votato, con il 13,3%, dietro PD e a ciò che rimane del M5S. “Il mio nome attira, si vede…”, dice, maliarda. Beh, visto che il suo nome tira così tanto, bisogna usarlo come un marchio, una griffe, per abiti che fanno moda. Dopo Alberta Ferretti, Gucci, Chanel… Renata Tosi.

Identità di genere (gender). Va insegnata nelle scuole?
“No. Apprezzo la differenza e la vorrei valorizzata. Va insegnato il rispetto, nella differenza e con la differenza”.

Che cosa intende per ‘famiglia’?
“Il nucleo della società civile. Da lì si ha la crescita e la prima alcova dove si crea il nuovo individuo, il nuovo cittadino”.

Definizione accademica. Per lei cos’è ‘famiglia’?
“Radici. Anche se è stata massacrata, la mia famiglia è quel legame che non finisce mai, per cui dai tutto”.

Immigrazione: come la pensa? Riccione apre le braccia ai migranti oppure no?
“Penso, intanto, che ‘immigrazione’ sia un termine abusato. Le persone che hanno bisogno devono essere aiutate, tutte. Riccione ha il dovere di accogliere e ha il dovere di controllare. Creando le possibilità di un vero inserimento. Senza limitarsi a dare un tetto, ma dando aiuto e sostegno a tutti. Ripeto, a tutti. Quanti ‘immigrati interni’ abbiamo, oggi, tra i nostri cittadini, che mare di fragilità e di marginalità interne abbiamo da accogliere…”.

L’evento che le ha cambiato la vita.
“La morte di mio marito”.

Riccione: la descriva con un aggettivo.
“Energia”.

Qual è la sua strategia per vincere il ballottaggio? Alleanze, scambi di poltrone, serietà?
“L’unica strategia è, ancora una volta, passeggiare con i cittadini e dare ascolto. Sono ripartita dai quartieri, intrattenendomi con i riccionesi, parlando con la gente”.

La accusano di aver lacerato la città, di averla spaccata, creando feroci divisioni, riducendo la campagna elettorale a un mero tifo da stadio.
“Sono una che non vuole il silenzio, ma il protagonismo e la partecipazione perché questo è l’unico modo per far crescere una comunità. Forse per questo do noia. Non sarò mai un Sindaco che accontenta, ma che stimola e vuole essere stimolata”.

Il progetto del suo programma che preferisce, che le darà più gioia realizzare?
“Riavviare compiutamente la nostra attività economica principale, il turismo”.

Mi dica un progetto concreto.
“Dobbiamo riqualificare la città. Tutta. La manutenzione è stata abbandonata, mentre vado in giro annoto cosa non va. Dovremo avere coraggio, ma sarà una sfida divertente e bella”.

Tre volte candidata a Sindaco di Riccione, una presenza in consiglio pluridecennale. Perché ha scelto di fare politica?
“Ho reagito, semplicemente. Partecipai a una assemblea in cui veniva illustrato il Trc. L’ho sentito come un sopruso nei confronti della mia città. Così, ho reagito. Questa voglia, questa energia è ancora forte e viva”.

Lei, come il suo avversario al ballottaggio, fa politica da una vita: non è ora di un ricambio generazionale? In fondo, non rappresenta certo una novità nella politica locale…
“La politica non si improvvisa e il cambio generazionale si fa nella mente, non con l’età. Questo ricambio lo sto costruendo fin da subito, con la mia squadra”.

Una squadra di sudditi…
“Non è vero. Nessuno mi ‘obbedisce’, perché quelli della mia squadra sono molto partecipi e molto critici. Discutiamo, litighiamo, anche, ma con lo scopo di giungere a un obbiettivo”.

Legge elettorale: qual è la migliore?
“Il proporzionale. Noi siamo figli del proporzionale. Poi, certo, il premio di maggioranza è necessario perché la governabilità è estremamente importante. Insieme allo sbarramento”.

Il politico del passato che la ispira, quello di oggi in cui si riconosce.
“Tommaso Moro. Il suo prestarsi con l’anima alla politica mi rappresenta appieno, le sue parole sono un esempio, mi aiutano”.

L’accusa dice: in poco più di 2 anni la Tosi si è dimostrata incapace di superare la sinistra. Ha adottato lo stesso schema dei ‘rossi’: governo amicale, favoritismi ai pochi, soliti amici. Cosa risponde?
“La risposta a queste accuse, vacue, sta nel 36% che ho preso al primo turno”.

Dicono che lei abbia l’ossessione della poltrona, della carica di Sindaco. E’ così?
“No. Ho imparato dagli errori che ho commesso. Se mi daranno la possibilità di tornare a essere Sindaco, sarò sempre meno presente nella casa comunale. La mia casa comunale sarà la città, tutta. La comunità riccionese ha bisogno di parlare e di farsi sentire”.

Dicono che si sia candidata per avere una rivincita. Intanto, la rivincita se l’è presa su Pizzolante, Tirincanti, Bezzi & Co. Una volta al Governo procederà con liste di proscrizione e vendette?
“Non sono vendicativa, mai, e questa città non ha bisogno di vendette. Non voglio ‘stravincere’, ma ridare corpo ai sogni fatti insieme alla città”.

Esiste davvero il “cerchio magico”, il gruppo che la affianca alla guida della città, che comprende Lucia Baleani e Natale Arcuri…
“La lista civica che porta il mio nome, vincente, è la sola risposta a queste accuse. L’unico ‘cerchio magico’ sono io”.

Una cosa buona fatta da Sindaco uscente, anzi, defenestrato. E una cosa sbagliata.
“La cosa buona è aver creato un protagonismo nell’ambito commerciale ed economico che non si fermerà. Quanto all’errore, ho sbagliato la tempistica di alcuni provvedimenti, quello della musica e delle attività in spiaggia, ad esempio. Ma dovevano maturare alcune condizioni”.

Che musica ascolta?
“Sono una ‘sorcina’ da sempre. Renato Zero”.

Il film preferito?
“Mi è piaciuto, recentemente, Perfetti sconosciuti. Mi sembra uno spaccato di attualità che fa riflettere. In questo tempo siamo tutti troppo soli”.

Cosa cambierebbe di sé?
“Qualche chilo…”

…e di Riccione?
“Vorrei poter dare luce a quegli aspetti poco valorizzati di Riccione. Le aree verdi, l’entroterra, le radici che hanno fatto grande l’attività turistica. I riccionesi piacciono perché sono comunicativi e accoglienti”.

Se torna a fare il Sindaco, avremo un sindaco sotto indagine per mancata o tardiva emissione dei divieti di balneazione. Questo può alterare la sua capacità di governo?
“Sono serena. Credo nel lavoro della magistratura ma soprattutto in quello che ho fatto. A volte capitano questi incidenti, mi spiace che perdiamo tempo con queste cose”.

Si ritiene fortunata?
“Come si dice, ho la salute… Arrivare a governare la città, fare della passione un lavoro è una fortuna. La passione, poi, è chiaro, nasconde la fatica”.

Le piace Donald Trump?
“No”.

Tra le donne, meglio Angela Merkel, Teresa May o la Le Pen?
“In generale, dico che il protagonismo delle donne mi piace. Non è una questione di ‘genere’, ma di differenze che portano visioni e contributi diversi”.

Nel 2022 il Comune di Riccione, sotto il Governo suo o della Vescovi, compirà 100 anni. Qual è il modo migliore per giungere a quella data, fatidica?
“Prima di tutto, dovrà essere una festa per tutta la città e non una vetrina per pochi. Riccione è ‘tanta’ e bella, bisogna festeggiarla nel suo complesso”.

Lei ha avuto modo di stigmatizzare la scarsa affluenza alle elezioni.
“Una parte dei riccionesi è distratta. Il dato della scarsa affluenza mi spiace moltissimo. Ma dopo cinque minuti, mi sprona a creare le condizioni per un nuovo protagonismo. Dobbiamo rompere muri”.

Cosa pensa della sua avversaria, Sabrina Vescovi?
“La conosco politicamente da tanto tempo. Siamo diverse. Molto diverse”.

Se non guidasse Riccione, quale comune vorrebbe governare? Perché?
“Non mi interessa nessun altro comune. Mi sono messa in discussione nuovamente per Riccione, perché è la mia città. Le mie ambizioni si fermano qui”.

La prima cosa da fare a Riccione. E la seconda.
“Bisogna chiudere l’estate, che è precaria. Organizzare il Natale da subito, lo voglio promuovere a ferragosto. Poi procedere con il masterplan dei campeggi e con il Savioli Spiaggia. Quando hai imprenditori pronti, la cosa peggiore è non dare risposte. Fosse anche un ‘no’, bisogna sempre dare risposte”.

Il progetto da qui a dieci anni, da lasciare in eredità alle amministrazioni future?
“Non sono i singoli progetti a contare, non ce n’è uno migliore di un altro. Serve una città coesa e consapevole, con la schiena dritta. Allora, si affronta tutto”.

Lei ha imposto in questa campagna elettorale la parola ‘tradimento’. Dice di essere stata tradita da chi governava con lei. La verità però è che non è stata in grado di governare il Consiglio comunale, che faceva acqua da tutte le parti. Cosa si rimprovera?
“Il Consiglio comunale era ‘acqua controllabile’. Poi, è certo, quando succede qualcosa, la colpa non è mai solo da una parte. Bisogna saper riflettere sui propri errori. Eppure, sono certa che solo la verità costruisce. I riccionesi, che hanno occhi e orecchie aperti, hanno saputo distinguere tra la verità e le bugie”.

Dicono: la Tosi ha un caratteraccio, detta le condizioni, ha tolto Riccione dal contesto romagnolo, volendo fare sempre di testa sua. C’è del vero?
“Non è vero. Il problema è che io non sono stata silente e ‘piegata’. Credo che la partecipazione di Riccione ai tavoli sia una ricchezza e una risorsa. Riccione va messa al centro del ‘sistema Romagna’, con le sue peculiarità, che vanno valorizzate e non spente. Altrimenti, è il solito ‘poltronificio’”.

Dicono: sul Trc, la memorabile battaglia della Tosi, solo promesse elettorali, solo bugie.
“Non è vero. Non è che io non ho fermato il Trc, è che il Trc resta a imperitura memoria di ciò che la politica non deve fare, è il simbolo dell’operato del PD quando sceglie se stesso rispetto alla comunità. Tra l’altro, io non ho ancora visto il piano di gestione del Trc. Secondo me, la partita non è ancora finita”.

Questione aeroporto: cosa ne pensa?
“L’ulteriore silenzio di un partito che vuole coprire anziché lottare per avere. L’aeroporto ce l’abbiamo ed è fondamentale, non possiamo perderlo”.

Perché un riccionese dovrebbe votarla?
“Perché sono una persona semplice e sono qui a lavorare per i riccionesi”.

Chi è la prima persona che inviterebbe, una volta diventata Sindaco, come simbolo del suo Governo?
“Nessuna. Festeggio con la città. Magari invito i nuovi Sindaci del territorio. Insieme, potremo finalmente parlare un nuovo linguaggio”.

Cosa pensa dell’eutanasia?
“Il valore della vita donataci da Dio è troppo importante. Non riesco a comprendere la libera scelta nel togliersi la vita”.

Crede in Dio?
“Vengo da una famiglia cattolica, per me Dio è un punto fermo. Più il lunedì della domenica, quando siamo tutti bravi ad andare a Messa. Faccio della fede un motivo contaminante del mio essere e della mia amministrazione”.

Cosa c’è dopo la morte?
“Io credo. Credo in una specie di paradiso in cui godere ancora di più la vicinanza a Dio, alla Madonna, a Gesù. Sono molto devota alla Madonna, mi è stata di grande aiuto. Non sarei sopravvissuta senza”.

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