Trc: si scoprano le carte sul contratto con i costruttori dei bus

Trc: si scoprano le carte sul contratto con i costruttori dei bus

Mentre il sindaco di Rimini inaugurava il panem et circenses dello scivolo di ghiaccio all’Arco, proprio in quel momento arrivava, a rovinargli la fes

Mentre il sindaco di Rimini inaugurava il panem et circenses dello scivolo di ghiaccio all’Arco, proprio in quel momento arrivava, a rovinargli la festa, la notizia tombale del fallimento della APTS, la ditta Olandese produttrice del Phileas.
Per chi ancora non lo sapesse, Phileas è il marchio di fabbrica dei mezzi che dovrebbero, o meglio avrebbero dovuto, correre sulla tratta della metropolitana leggera tra Rimini e Riccione.
Già la scorsa settimana l’associazione Dreamini era intervenuta, prima con una conferenza stampa poi con una pubblica assemblea, per denunciare l’assoluta inaffidabilità del mezzo, come dimostrato nell’occasione dall’ing. Antonio Alei, uno dei massimi esperti a livello nazionale sull’argomento.
Al grande pubblico questi dettagli forse dicono poco.
Ma l’impresa del Trc, a parte gli sfracelli viari e urbani che sta provocando quella specie di muro di Berlino a monte della ferrovia, ha comportato un investimento (fra l’altro sicuramente in perdita dal punto di vista gestionale) di più di cento milioni di Euro, che saremo noi a pagare.
Cifra spropositata anche in forza della sostanziale inutilità della struttura in oggetto: a che serve andare in metrò da Rimini a Riccione se non ci sono altre linee che mi collegano alla fiera, al centro storico, alle scuole, all’ospedale eccetera?
A testimonianza dell’inadeguatezza d’un’idea di città oscillante tra ecologismi friburghesi, grandeur metropolitana sovradimensionata rispetto alle dimensioni di Rimini e museificazione dell’esistente tramite espulsione del mercato ambulante e chiusura del ponte di Tiberio.
Come dire che chi ci governa non ne azzecca una…
Visto che il Palas continua a essere un buco nero, la ricostruzione del Galli una ballata macabra, l’aeroporto una barzelletta che non fa ridere nessuno (riaprirà non prima di Pasqua: del 2015 o del 2025?) e il Trc una presa in giro perché non solo non ne vedremo il compimento, ma Agenzia di Mobilità (per conto dei nostri amministratori) vi ha già speso sopra una barca di milioni.
Ma perché gli stessi amministratori, pur disponendo di ben altri mezzi di informazione e comunicazione rispetto a quelli d’una modesta associazione culturale, non si sono allertati per tempo, rinunciando a percorrere una strada che si è rivelata un vicolo cieco?
Se dovessero esserci danni frutto d’una sprovvedutezza da dilettanti allo sbaraglio, chi li pagherà?
Sempre e solo noi cittadini, quando i veri protagonisti dello sfacelo continuano a restare impuniti?
Eppure ci dovrebbe essere un giudice a Berlino, o s’è addormentato anche quello?
Perché, arrivati a questo punto, parrebbe lecito indagare sulla contrattualistica sottoscritta ed eventuali responsabilità: le clausole garantiscono (con fideiussioni o altro) sui possibili risvolti di indebitamento con la ditta costruttrice?
Altrimenti avremmo pagato e (forse) dovremmo continuare a pagare per un Trc che non si realizzerà mai.
Se non cambiando mezzo di trasporto, con possibili ulteriori costi che qualcuno comincia già vergognosamente a ventilare.

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