Turismo, gli istituti di rilevazione parlano lingue diverse

Turismo, gli istituti di rilevazione parlano lingue diverse

I dati dell'Osservatorio turistico Unioncamere Emilia-Romagna a confronto con quelli Istat

Quanti sono i turisti in Emilia Romagna, e quanto soggiornano? Domande che sorgono spontanee, confrontando i dati - sensibilmente diversi - dei diversi istituti di rilevazione.

Pochi giorni fa il presidente della Regione Bonaccini ha esultato per il “risultato straordinario” di 48,2 milioni di presenze turistiche nell’anno 2016, oltre un milione in più rispetto a quello precedente. Questo secondo i dati forniti dall’Osservatorio sul turismo regionale di Unioncamere Emilia-Romagna, “elaborati con metodologia Trademark Italia che prevede, oltre alla rivalutazione periodica delle statistiche ufficiali, anche la stima, in tempo reale, dell’andamento turistico”.
Vedremo se anche le statistiche ufficiali raccolte dall’Istat comune per comune, confermano l’andamento di crescita.
Ma è davvero tutto oro quel che luccica? Cerchiamo di approfondire, comparando i dati dell’Osservatorio con quelli Istat degli anni precedenti, e dando una scorsa ai conti economici.
Secondo l’Osservatorio turistico regionale, nel 2015 in Emilia Romagna si sono registrate 46.169.000 presenze turistiche con 8.781.000 arrivi (fonte: elaborazione Trademark per Osservatorio turistico Unioncamere Emilia-Romagna). Stando alla stessa fonte, nel 2014 le presenze erano state 44.720.000 e gli arrivi 8.357.000. Conclusione, le presenze totali erano aumentate del 3,2%, ma avendo gli arrivi fatto un balzo del 5,1%, il dato della permanenza media del turista era diminuita passando da 5,35 giorni nell’anno 2014 a 5,26 giorni nel 2015.
Come già accaduto in passato, il dato 2015 dell’Osservatorio regionale non collima con quello ufficiale dell’Istat, secondo cui le presenze totali in Emilia Romagna sono state 36.551.003 (cioè quasi 9,7 milioni in meno di quante stimate dall’Osservatorio). Diversa la situazione per gli arrivi: secondo l’Istat sono stati 9.732.848, cioè quasi un milione in più rispetto alla rilevazione dell’Osservatorio.

Incrociando i dati Istat, nel 2015 il turista ha soggiornato in Emilia Romagna mediamente 3,75 giorni (anziché i più ottimistici 5,26 dell’Osservatorio)

La differenza ha conseguenze macroscopiche sulla permanenza media: incrociando i dati Istat, nel 2015 il turista ha soggiornato in Emilia Romagna mediamente 3,75 giorni (anziché i più ottimistici 5,26 dell’Osservatorio). Che abbiano ragione gli uni o gli altri, è comunque questo il dato che maggiormente dovrebbe interessare i “decisori” del settore turistico. La permanenza media infatti è decisiva nel determinare la redditività dell’impresa turistica, cioè quanto rendono le camere e i singoli posti-letto.
La Regione del resto non nasconde i dati ufficiali Istat, che fanno mostra di sé nelle pagine del sito internet istituzionale.
Ad esempio la tabella della permanenza media dei turisti negli ultimi anni, disponibile anche in resa grafica: una terribile linea in caduta libera, che va dai 4,26 giorni del 2010 a poco più di 3,80 nel 2014.

Vedremo che cosa ci riserverà la ufficializzazione dei dati Istat del turismo regionale nel 2016, per fare altre valutazioni comparative.

La permanenza media dei turisti in regione è in caduta libera: va dai 4,26 giorni del 2010 a poco più di 3,80 nel 2014

Ma ora proviamo a verificare se la tendenza al declino, o alla stagnazione, è confermata o meno dai conti economici, almeno quei pochi di cui disponiamo. Abbiamo trovato alcuni dati sul valore aggiunto nazionale, regionale e provinciale.
Vediamo cosa realizza l’Italia. Secondo dati Istat (aggiornamento settembre 2016, dati grezzi), il valore aggiunto a prezzi base, nel settore “servizi di alloggio e di ristorazione” è aumentato nel periodo dal 2010 al 2015, passando da 51.655,8 milioni di euro a 54.606,9 milioni di euro. Un sensibile aumento del 5,7%.
La banca dati Istat provvede anche ai dati regionali, mancano però quelli del 2015: il settore “servizi di alloggio e di ristorazione” in Emilia Romagna ha vissuto oscillazioni fra il 2011 e il 2014, con saldo negativo del valore aggiunto, passato da 4.647,8 milioni di euro a 4.593,2 milioni di euro, variazione percentuale -1,2%.
Per Rimini non disponiamo di dati esattamente comparabili a questi, ma ci andiamo vicino. Fra il 2012 e il 2014, mentre il settore “servizi” è aumentato dello 0,7%, il sotto-settore “commercio, trasporti, alloggio e ristorazione” ha registrato una sostanziale stagnazione del valore aggiunto: da 2.369,2 milioni di euro a 2.360,9 milioni di euro, in percentuale una diminuzione dello 0,3%.

Il turismo e la ristorazione italiana crescono negli ultimi anni a ritmi sostenuti, a Rimini invece non sono in territorio positivo

In altre parole, il turismo e la ristorazione italiana crescono negli ultimi anni a ritmi sostenuti, a Rimini invece non sono in territorio positivo, tantomeno nel totale regionale. Vedremo che cosa ci riservano i prossimi aggiornamenti.

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