Tutti sul carro di Zingaretti, dove Gnassi fila dritto con Emma Petitti

Tutti sul carro di Zingaretti, dove Gnassi fila dritto con Emma Petitti

Andrea Gnassi è stato un renziano a tutto tondo. Prima era stato bersaniano. Adesso entra nella lista di quanti andranno a comporre l’assemblea nazionale del Pd sotto la guida di Nicola Zingaretti. E chi c'è nella formazione riminese insieme a lui? L'assessore regionale Emma Petitti. Quella che lo incenerì dopo la debacle elettorale del 4 marzo che lasciò a casa Pizzolante e Arlotti. E che ce l'ha coi gattopardi trasformisti.

L’impressione è un po’ quella di avere a che fare con persone che si precipitano a sottoscrivere una polizza sulla vita. Politica. Magari non sarà così. Come fai a leggere nella mente degli altri. Però il sospetto viene.
La notizia è che il comitato “Rimini per Zingaretti”, nato a sostegno della candidatura del presidente della regione Lazio nella corsa a segretario nazionale del Pd, schiera fra coloro che andranno a comporre l’assemblea nazionale del partito (domenica 3 marzo l’elezione, contestuale a quella delle primarie per l’incoronazione del segretario), anche Andrea Gnassi. Gli altri sono Mirna Cecchini, sindaca di San Clemente, Juri Magrini, consigliere comunale, Ottavia Borghesi, coordinatrice Pd della Valmarecchia, Giacomo Gnoli, vicesegretario provinciale dei Giovani Democratici e poi lei, Emma Petitti, assessora regionale.

Davvero il destino è un po’ cinico e baro. Emma Petitti, dopo la debacle elettorale del centro sinistra alle elezioni del 4 marzo, aprì la “riflessione” sulla disfatta di Rimini, visto che l’elettorato lasciò a casa Pizzolante e Arlotti strenuamente appoggiati da Andrea Gnassi che si spese senza riserve nella campagna elettorale. Sbeffeggiò il “modello Rimini”, Emma Petitti, e invitò a non chiudersi “nel nostro recinto autoassolutorio e consolatorio”. E sempre lei, lo scorso novembre, disse di provare “tristezza” di fronte ai “riposizionamenti interni, l’arroganza dei gattopardi trasformisti la cui supponenza ci ha portato alla sconfitta storica del 4 marzo”. Ce l’aveva con chi si mette sempre a “favor di vento”.

Ora il vento nel Pd soffia a favore di Nicola Zingaretti. E molti ex renziani si rivolgono a lui coi versi di Iva Zanicchi: prendi questa mano, Zingaretti. Renzi, senza bisogno di aggiungere la news di ieri che tocca gli affetti familiari, è ormai un desaparecido nel Pd. Alcuni ex renziani, però, non hanno abiurato e non si sono schierati col leader forse più lontano dalla vision di Matteo Renzi, ovvero quella del fratello del commissario Montalbano. Graziano Delrio sta con Maurizio Martina, e così Luca Lotti ex braccio destro di Renzi, e Lorenzo Guerini, per dirne alcuni. Per i renziani doc c’era poi la carta Giachetti, al quale però molti big del rottamatore hanno voltato le spalle.

Renziano 18 carati Andrea Gnassi lo è stato per davvero, dopo essere stato bersaniano doc. Matteo è venuto a Rimini più volte a sostenerlo in campagna elettorale, fra i due c’era quasi una corrispondenza d’amorosi sensi: “E’ l’unico che ha una piattaforma davvero riformista, fondata su proposte concrete”, disse Gnassi nel lontano 2013 quando alle primarie del Pd si trattava di scegliere fra il fiorentino, Cuperlo (che adesso sta con Zingaretti pure lui) e Civati. Gnassi andò anche alla Leopolda: “un grande laboratorio di contenuti” lo definì. Grazie a Renzi, assicurava, “finalmente il Pd ha l’occasione di esprimere un’idea, proposte concrete, coraggiose e di sinistra”. Le cronache politiche lo inserivano nella generazione Lingotto, formata da diversi amministratori quarantenni decisi a cambiare pelle al partito.

Andrea Gnassi è stato un renziano a tutto tondo. Nel volume “Dal Pci al Pd” che fissa anche per i posteri le formazioni interne a questa grande famiglia politica, Andrea Gnassi ha l’onore di comparire fra “le figure di spicco legate alla corrente” renziana. Matteo e Andrea s’incontrarono per la prima volta nel 2006, quando il primo era presidente della Provincia di Firenze e il secondo consigliere regionale. Solo due anni fa alla assemblea degli amministratori locali del Pd che si tenne al Palacongressi di Rimini, Matteo Renzi pronunciò il famoso spot a favore dell’amico: “Viva il Pd, viva l’Italia e questa meravigliosa Rimini che con Gnassi sta cambiando alla grande”. Sembra ormai preistoria ma così andarono le cose.

Ora Gnassi si fa nomade, anzi zingaretto, e volta un’altra pagina della sua già lunga storia politica. Iniziata nel consiglio comunale di Rimini sui banchi del Pci nel 1990, proseguita in Regione, poi in Provincia da assessore al turismo, quindi le stagioni da sindaco. E che sicuramente non finirà nel 2021. Andrea ed Emma si ritroveranno insieme, uniti sotto il segno di Zingaretti. Lontani da Rimini perfetti compagni.

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