Un assessorato regionale al veleno. Cosa c’è dietro la nomina di Emma Petitti

Un assessorato regionale al veleno. Cosa c’è dietro la nomina di Emma Petitti

Nel corso delle festività natalizie siamo tutti più buoni del solito, ciò dipende da un diffuso perbenismo dei molti che si commuovono, solo temporane

Nel corso delle festività natalizie siamo tutti più buoni del solito, ciò dipende da un diffuso perbenismo dei molti che si commuovono, solo temporaneamente, al ricordo della nascita di quel Bambinello riposto in una fredda mangiatoia di una lontana stalla della Palestina.
Assecondando i sentimenti del periodo, si può perciò fingere di ascoltare con benevolenza le dichiarazioni di quei politici che affermano e decantano la positività del risultato di aver ottenuto la nomina di un assessore di Rimini nella nuova Giunta Regionale guidata dal Presidente Stefano Bonaccini.
Ma un attimo dopo aver finto di credere a quelle dichiarazioni piene di ipocrisia, è doveroso fuggire dalla timida e penosa cronaca giornalistica locale e avanzare le necessarie più ragionevoli argomentazioni politiche che non possono soggiacere a strumentali logiche di Partito. In questo caso, segnatamente, il PD.
Potrebbe essere sufficiente proporre ai lettori, almeno a coloro che ancora ragionano in proprio, tre semplici domande. Lasciandole cadere nella libera interpretazione soggettiva, cioè evitando di corrispondere in modo analitico al merito degli strumentali quesiti.
E cioè:
tra i tanti riminesi pretendenti un assessorato regionale, era indispensabile scegliere una deputata in carica?

Tra le tante rappresentanti di genere femminile del PD, non sarebbe stato utile per Rimini aumentare il numero di coloro che si occupano di politica a tempo pieno e in ruoli di così alto profilo?

Tra i tanti simpatizzanti della Sinistra riminese non era possibile individuare un esperto in affari di bilancio locale, anziché scegliere una pur rispettabile signora laureata in filosofia, seppur da sempre occupata in politica?

Interrogativi banali e, di fatto, funzionali al concetto che si intende qui sostenere. La scelta del neo Presidente della Regione Emilia Romagna è stata velenosa e al tempo stesso offensiva nei confronti di Rimini. Se solo la si vuole analizzare con le chiare lenti di una politica non sottomessa all’ormai evidente supremazia di altre aree forti. Quelle stesse aree, prevalentemente emiliane, che per Rimini e per i suoi rappresentanti nutrono poche simpatie e attenzioni, nonostante ciò che è dichiarato a una stampa compiacente per vicinanze di vario tipo e credulona per un’imperdonabile superficialità di critica.
In effetti, lo scaltro Bonaccini, Presidente della Giunta in carica e – allo stesso tempo – Segretario regionale del Partito Democratico, da un lato ha dovuto assecondare le supplichevoli richieste di assessorato provenienti dal territorio riminese al fine di evitare l’implosione del partito di maggioranza relativa e la defenestrazione della sua claudicante classe dirigente. Dall’altro, lo ha fatto con un cinismo e un accanimento da non poter apparire disinteressato.
Infatti, grazie alla nomina dell’On. Emma Petitti (nella foto insieme ad Alessandra Moretti) al ruolo di assessore regionale al Bilancio, il Governatore Bonaccini ha ottenuto alcuni rilevanti risultati di carattere politico.
Ha evitato la riconferma dell’assessore al turismo della precedente Giunta Errani.
Ha – con ogni probabilità – assecondato il Ministro Dario Franceschini, favorendo la promozione nel ruolo parlamentare della ferrarese Paola Boldrini, quale prima dei non eletti della lista del PD regionale, in sostituzione della deputata riminese.
Ha così dimezzato la rappresentanza parlamentare della Sinistra di Rimini, che da sempre fatica a farsi valere al di fuori delle mura cittadine.
Ha annichilito la litigiosa segreteria del PD locale, pur puntellandone temporaneamente la dirigenza politica.
Ha assegnato alla menzionata rappresentante riminese di Giunta, una delega in apparenza di peso, ma nella realtà con ridotte autonomie di intervento perché inquadrata in ferree logiche di bilancio saldamente in pugno ai dirigenti della ben oliata struttura regionale e, perciò, assai lontana dalle esperienze professionali e di attività politica della stessa nominata.
Ha scartato con sufficienza la veemente richiesta espressa dal Sindaco di Rimini, di porre adeguata attenzione alla prevalenza dei temi sul turismo, assegnando invece a un ravennate quella delega di grande interesse per Rimini!
La recente composizione della Giunta regionale ha così dimostrato, una volta di più, la scarsa e “velenosa” considerazione che è riservata alla realtà di Rimini e ai rappresentanti della sua politica. Il saldo “politico”, tra il “prima” e il “dopo” della composizione della Giunta regionale, è decisamente negativo per Rimini.
E’ pure probabile che quel veleno debba ancora produrre tutti i suoi effetti. Nel nuovo anno, sbollite le sbornie del “Capodanno più lungo del mondo”, si denunceranno diffusi mal di pancia.

Marino Straccialupi

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