Un grosso albero crolla sull’ingresso del Cemi, fortunatamente chiuso

Un grosso albero crolla sull’ingresso del Cemi, fortunatamente chiuso

Questa mattina davanti al Centro di Educazione Musicale Italiano di via Dario Campana un ippocastano a terra. E' il secondo in poco tempo a fare la stessa fine. Se fosse accaduto durante il giorno e in orario di corsi...

Ore 11.30 di questa mattina. Davanti all’ingresso del C.E.M.I. (Centro di Educazione Musicale Italiano; scuola Suzuki) al civico 65 della rotonda Anna Maria Mozzoni (via Dario Campana), vediamo un ippocastano schiantato al suolo. Nella caduta ha trascinato anche un alto lampione della pubblica illuminazione. Attorno al “cadavere”, fettucce rosse e bianche e cartelli stradali di segnalazione. All’interno della scuola notiamo e chiediamo lumi sull’accaduto a una signora che sta togliendo qualche ramo caduto nel giardino. E’ una responsabile del centro. Ci assicura che ieri sera l’albero era in piedi. Lo hanno trovato così questa mattina intorno alle 7.30.

«E’ il secondo, in poco tempo. Il primo a cadere è stato quello abbattuto dal vento. Stava dall’altra parte della rotonda. Questa che vede è la situazione che abbiamo constatato anche noi appena siamo arrivati. Meno male che il fatto è avvenuto durante la notte. Pensi se ci fossero stati bambini e genitori che entravano o uscivano. Non ci voglio nemmeno pensare». Quando ce ne andiamo incrociamo una signora che ci ferma. Ha visto e sentito mentre ci interessavamo dell’ippocastano e tiene a dire la propria opinione al riguardo.

«Questo forse è morto perché era malato. Vede alla base? Le radici non si vedono neppure. Probabilmente era già tutto marcio. Speriamo che tutti questi alberi caduti vengano rimpiazzati presto con altri giovani e sani. E che finalmente entri in funzione il Piano del Verde».

Pare che la signora si intenda di alberi e di verde. Glielo domandiamo. «No, non me ne intendo. Non più di tanto, almeno. Però so quanto siano importanti le piante, e la vegetazione in generale, per la nostra esistenza. Quanto al “Piano” che non decolla, basta leggere i giornali. C’è un fatto: a me pare che siano più gli alberi tagliati dall’uomo (per varie ragioni, più o meno valide, più o meno necessarie) o sradicati dalle bufere, di quelli che vengono piantati. Sarà solo un’impressione, ma se dovessi giudicare da quello che ho visto in viale Vittorio Veneto (dove abito), non riesco ad essere ottimista. Sono anni che in quella via ne hanno “rasati” parecchi senza mai rimpiazzarli». La signora ha ragione. Ci siamo occupati dei platani di viale V. Veneto qualche mese fa. E solo pochi giorni orsono, chiamati da un abitante di Marina Centro, siamo andati a fotografare gli ennesimi tronchi di pino letteralmente circondati di cemento. Inutile ricordare che attorno ai tronchi andrebbero sistemate apposite “asole” o “griglie salvapiante” di ghisa per la filtrazione delle acque. Sono denominate salvapiante: ci sarà un motivo? Che acqua potrà mai filtrare da un coriaceo blocco cementizio? Avremmo voluto scrivere un articolo dedicato al fenomeno. Non abbiamo avuto tempo per farlo.

Approfittiamo dell’occasione per portare una volta ancora il problema alla distratta attenzione (perdonate l’ossimoro) di chi dovrebbe occuparsene. E vi mostriamo solo alcune (ce ne sono molte altre) delle asole di cemento.
Torneremo presto sull’argomento…

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