Vagano, vagano, vagano…

Vagano, vagano, vagano…

Siamo nelle loro mani, con le mascherine, e non ci molleranno.

“Le manine scoincidono nel nostro paese con la primavera. Sono delle manine di cui che girano, vagano qua e vagano anche là. Sorvolano il cimitero di cui tutti riposano in pace. Sorvolano il lungomare come i tedeschi… datosi che il freddo non lo sentono. Vagano, vagano. Girolanz… gironzano, gironzalon, vagano, vagano!”
Giudizio in Amarcord (1973) capolavoro riminese.
Sono tornate, nonostante il Covid 19. Perché la natura se ne sbatte di noi uomini. Umani poco. Credo, come dicono, che l’uomo sia l’animale più pericoloso comparso, chissà perché, sulla faccia della terra. Basta vedere come teniamo la mascherina. Detto volgarmente alla riminese: “sbat e caz”. Così, siamo così: paurosi, meschini quando la Signora con la falce si appropinqua, faciloni, incoscienti quando crediamo di averla scampata.
La buttiamo in caciara, come d’habitude, bianchi e neri, meloni e sardine, fascisti e resistenti senza conoscere la Storia, documentandosi su Feisbuk.
Tutti scienziati, virologi, epistemologi, dottori, filosofi, lacaniani, in attesa che una banda cosmopolita e variegata ci risolva il problema delle 600 euro per comprare su Amazon una delle tante magliette cinesi.
Vagano, vagano, vagano ma i komunisti del Sol levante, i nipotini del libretto rosso di Mao, hanno vinto la 3° guerra mondiale. Game over.
Come, quando, dove, perché lo lascio alla vostra valutazione.
Ma siamo nelle loro mani, con le mascherine, e non ci molleranno.
Vagano, vagano, vagano…
Rurali sempre.

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