Vescovi con la valigia, nella lista anche mons. Lambiasi

Vescovi con la valigia, nella lista anche mons. Lambiasi

Peserebbe l'esposizione debitoria della diocesi, quantificata (due anni fa) in 35 milioni di euro.

Fra le nomine che papa Francesco si appresterebbe a fare si parla, oltre che di Ferrara, anche di Rimini.

Che mons. Negri, vescovo di Ferrara, avesse la valigia pronta era risaputo. Giunto al termine del suo mandato dopo aver compiuto 75 anni lo scorso novembre, gli resta ancora poco tempo per guidare quella chiesa particolare. Già sono circolati nomi per la sua successione, in particolare quello di monsignor Giancarlo Perego, attuale direttore della pastorale per i migranti nella conferenza episcopale italiana, anche se Sandro Magister sull’Espresso accredita maggiormente quella di monsignor Dal Cin. Ma il noto vaticanista spiazza tutti con un’altra notizia. Dopo aver accennato al ruolo dell’ex direttore della Caritas di Bologna Giovanni Nicolini, “legato a quell’influente think tank cattolico progressista, noto come “scuola di Bologna”, che ha avuto nello stesso Dossetti il suo fondatore e ha nello storico della Chiesa Alberto Melloni e nel fondatore del monastero di Bose Enzo Bianchi i suoi attuali reggitori e guru, entrambi ultrabergogliani”, scrive che “corre appunto voce, tra costoro, che “l’Emilia Romagna è ormai nostra”, proprio grazie alle nomine che papa Francesco si appresterebbe a fare non solo a Ferrara, ma anche nella vicina diocesi di Rimini, il cui attuale titolare, il vescovo Francesco Lambiasi, è alle prese con una esposizione debitoria talmente grave da esigere una sua sostituzione, non necessariamente punitiva visti i suoi appoggi romani e visto il precedente della diocesi di Terni, per il cui debito si svenò lo IOR e per il cui vescovo, Vincenzo Paglia, si dischiusero le praterie di alte cariche curiali”.
Il nome di Lambiasi era circolato in occasione di avvicendamenti in diocesi importanti, non solo Modena ma addirittura Bologna, Milano e Torino. Qualcuno lo accreditava anche per il dopo Negri a Ferrara, dove pare che i giochi siano invece già fatti.
L’esposizione debitoria c’è ed è importante. Fummo i primi a darne notizie pubblicando i numeri che vennero illustrati in un presbiterio, alla presenza del vescovo, nel 2013. La questione resta calda e irrisolta, tanto che il 4 marzo prossimo si riuniscono in seminario i consigli per gli affari economici parrocchiali sul tema delle finanze diocesane. La cifra, confermata ufficialmente, del debito per le casse della diocesi, era di circa 35 milioni di euro, ma in ambito ecclesiale e non si è parlato anche di un importo superiore.
Pur con un patrimonio immobiliare che sfiora i 100 milioni di euro, che però è difficile smobilitare, la diocesi di Rimini ha una forte esposizione bancaria. Ha speso 12 milioni di euro nella costruzione del nuovo seminario di Covignano, rimasto nel frattempo praticamente senza preti, e 10 milioni nella ristrutturazione di quello vecchio, dunque si può dire che i problemi da questo punto di vista Lambiasi li abbia in buona parte ereditati da mons. De Nicolò. Per il seminario ci sarebbero trattative in corso per affittare lo stabile (almeno in parte) e farne una sede di istituto scolastico o campus universitario. E’ stata anche istituita una “commissione” di esperti laici che collabora con l’economo diocesano don Danilo Manduchi.
Intanto la chiesa riminese prepara l’assemblea diocesana in programma il 2 e 3 giugno che si occuperà di temi come la povertà, la famiglia, i giovani, l’educazione, ma anche la politica e il sociale.
Lambiasi non dà quindi l’impressione di avere la valigia pronta. Nella intervista che ci concesse pochi mesi fa, alla domanda cosa immagina per il suo futuro, rispose così: “Se la Diocesi non si è ancora stancata di me, io di sicuro non mi sono stancato della Diocesi. Sono contento del servizio che il Signore attraverso la Chiesa mi ha chiamato a svolgere qui, a Rimini”.

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