Vigilesse denunciano Gnassi: rimproverate mentre multano un artista di strada

Vigilesse denunciano Gnassi: rimproverate mentre multano un artista di strada

Rassegna dai quotidiani oggi in edicola

Mentre due agenti della polizia municipale controllano un artista di strada non autorizzato, il sindaco Andrea Gnassi, lì per caso, si unisce ai passanti che criticano le "vigilesse" e le invitano a lasciare in pace il disgraziato e a occuparsi invece del traffico. La lite tra sindaco e vigilesse finisce davanti al magistrato. Si è dimesso il segretario provinciale Stefano Giannini, da un anno al timone del Pd. Non è accolta favorevolmente dalle cooperative sociali e dall'assessore che ne è il punto di riferimento a Rimini, la decisione del ministro Salvini di tagliare da 35 a 19/20 euro pro capite la somma destinata alla copertura delle spese di gestione dell’accoglienza ai migranti. Imu sugli ombrelloni: la politica a difesa dei bagnini. Ma l'Agenzia delle Entrate fa chiarezza. Tassa di soggiorno, legittimi gli striscioni di protesta.

La lite tra sindaco e vigilesse finisce davanti al magistrato (Alessandra Nanni, Carlino Rimini). “Il sindaco rimprovera due vigilesse che stanno multando un artista di strada, e queste mettono nero su bianco e spediscono tutto in Procura. Ora sarà il magistrato a dover decidere se Andrea Gnassi ha superato i ‘limiti’ del suo mandato, come sembrano pensare le divise, o se invece ha fatto solo il suo lavoro”. Cosa è successo? La versione del sindaco riportata dal Carlino è la seguente: il primo cittadino era in via Gambalunga col nipote (“sulle spalle”) e ad un certo punto viene fermato da un passante: “Fate le multe agli artisti di strada e ai poveri. Intanto qui a due metri sfrecciano auto e camioncini che rischiano di investirci a ogni passo”. Gnassi aggiunge di aver visto un “capannello di gente intorno a una persona” che stava componendo un cagnolino di sabbia sulla via (la stessa persona che da giorni si nota in varie parti del centro, compresa piazza Tre Martiri, ndr). “L’uomo stava piangendo mentre c’erano due agenti della Polizia municipale in piedi davanti a lui. Non so se per farlo spostare, identificarlo o multarlo. Qualcuno intorno protestava, si stava creando una situazione di tensione”, spiega ancora Gnassi, che a quel punto decide di intervenire. «Mi sono avvicinato ancora con mio nipote sulle spalle e ho chiesto cosa stava succedendo, anche per stemperare il contesto ‘elettrico’. Ho detto che bisognava fare quello che si deve fare, ma ho anche segnalato alle due agenti (come avrebbe fatto qualsiasi cittadino) che proprio in quel momento, lì accanto, in un sabato di mercato tra l’altro, c’era una situazione oggettiva di traffico, macchine e furgoni in transito e di pericolo per i pedoni e famiglie con bambini e passeggini che mi sembrava pericolosa e contingente. Punto. Materialmente non sapevo nemmeno che atto stessero compiendo nei confronti di quell’uomo”.

Gnassi “riprende” due agenti, adesso rischia la denuncia (Andrea Rossini, Corriere di Rimini). “Le due agenti della polizia municipale controllano un artista di strada non autorizzato… E imprevedibilmente, il sindaco Andrea Gnassi, lì per caso, si unisce ai passanti che criticano le “vigilesse” e le invitano senza mezzi termini a lasciare in pace il disgraziato e a occuparsi invece del traffico. La relazione su quanto accaduto sabato scorso in centro, stilata dalle due pubbliche ufficiali impegnate nel servizio anti-degrado, è già finita in procura all’attenzione della magistratura”, scrive il Corriere di Rimini, che poi riporta la versione di Gnassi.

Dimissioni a sorpresa del segretario provinciale (Mario Gradara, Carlino Rimini). “Terremoto nel Partito democratico. Si è dimesso il segretario provinciale Stefano Giannini, da un anno al timone del Pd. La motivazione che ha indicato, nella segreteria provinciale dell’altra sera, è stata di poter dedicare più tempo agli ultimi mesi di legislatura, «e portare a compimento il programma di mandato al Comune di Misano». Del quale Giannini è sindaco da due legislature, e dunque non più candidabile. Ieri pomeriggio numerosi segretari comunali del Pd, in testa quelli di Rimini e Riccione, gli hanno chiesto di «rimanere al proprio posto. Chiunque sia il nuovo segretario non avrà l’autorevolezza che deriva da una elezione congressuale». Venti di guerra in vista. «Una richiesta che mi gratifica quella di restare – sorride il diretto interessato – ma la decisione è presa».”

«Con venti euro al giorno non si ospita un profugo» (Mario Gradara, Carlino Rimini) Non poteva essere accolta favorevolmente dalle cooperative sociali e dall’assessore che ne è il punto di riferimento a Rimini, la decisione del ministro Salvini di tagliare da 35 a 19/20 euro pro capite la somma destinata alla copertura delle spese di gestione dell’accoglienza ai migranti richiedenti asilo. E infatti chi opera in questo settore, dalla Caritas all’ex parlamentare del Pd Elisa Marchioni, non l’ha presa bene. «Siamo preoccupati soprattutto del possibile smantellamento del sistema Sprar, deputato ad accoglienza e integrazione», dice Luciano Marzi della Caritas Diocesana al Carlino, secondo il quale “il rischio è che una riduzione delle contribuzioni favorisca personaggi senza scrupoli”. Anche l’assessore Lisi manifesta preoccupazione e sostiene che «se confermati, i tagli alla spesa previsti equivarrebbero alla chiusura degli Sprar».

Imu sugli ombrelloni: la politica a difesa dei bagnini. Ma l’Agenzia delle Entrate fa chiarezza. Secondo l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, «sembra una situazione anomala e davvero strana che non non va nella direzione intrapresa dalla Regione e dai territori, quella di investire nel turismo, in collaborazione con gli operatori privati». Invece secondo il parlamentare di Forza Italia, Galeazzo Bignami, «il Governo deve assolutamente intervenire con tempestività per evitare la paradossale tassazione sugli ombrelloni. Quanto richiesto dall’Agenzia Entrate sembra contrastare dal punto di vista normativo e giuridico con quanto stabilito dai principi dell’UE sulla definizione di beni materiali immobili». Ma il direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, chiarisce: «L’Agenzia non ha accatastato alcun ombrellone, ma ha preso in considerazione, nella determinazione delle rendite catastali, anche le aree scoperte degli stabilimenti, che hanno una potenzialità funzionale e reddituale, come previsto dalla legge». Agenzia rileva che le rettifiche si sono rese necessarie poiché le dichiarazioni dei concessionari «omettevano completamente la valutazione dell’area scoperta di spiaggia». «Il ‘numero di ombrelloni’ – prosegue Orlandi – è stato assunto come parametro utile a stabilire la capacità ricettiva, e quindi reddituale, delle strutture e può essere assimilato al numero di camere per gli alberghi, al numero dei posti auto nei parcheggi, al numero dei posti a sedere in cinema e teatri” (Mario Gradara, Carlino Rimini).

Tassa di soggiorno, legittimi gli striscioni di protesta (Giacomo Mascellani, Carlino pagina Cesenatico) “Gli albergatori possono protestare contro l’imposta di soggiorno e hanno diritto di esporre striscioni anche in luoghi pubblici. Lo ha stabilito il giudice di pace Roberta Laghi nella sentenza su una causa civile che vedeva l’Adac contro il comune di Cesenatico. I fatti si riferiscono all’estate dello scorso anno quando tutte le categorie, in rappresentanza degli operatori turistici e dei commercianti, aderirono ad una manifestazione in piazza senza precedenti per protestare contro l’amministrazione comunale che aveva deciso di applicare l’imposta di soggiorno che poi ha fatto quest’anno. (…) L’amministrazione non la prese bene, infatti la polizia municipale il 18 agosto 2017 notificò un verbale di violazione a Giancarlo Barocci in qualità di legale rappresentante dell’Adac, in concorso con la Cooperativa stabilimenti balneari, Confesercenti e Confcommercio. La multa da pagare era di 450 euro e nell’atto si contestava la collocazione dei due striscioni senza autorizzazione. BAROCCI si è opposto, ha presentato ricorso ed il giudice Laghi gli ha dato ragione scrivendo nella sentenza che i due gazebo infopoint erano autorizzati dallo stesso comune e venivano regolarmente utilizzati per la pubblicità e manifesti di varia natura. Per il presidente degli albergatori la sentenza ha un significato importante: «E’ una vittoria significativa, testimonia il nostro diritto a protestare contro le azioni da noi ritenute ingiuste. Il voler istituire l’imposta di soggiorno è una decisione politica sbagliata e noi abbiamo espresso la nostra opinione sostenuti da tutte le categorie. Questa sentenza aiuta anche l’amministrazione comunale di Cesenatico per agire diversamente, visto che nessun comune in Italia multa le associazione che manifestano le proprie idee. Non esistono padroni e sudditi, siamo tutti cittadini con uguali diritti e noi ci battiamo perché non accettiamo i soprusi. L’amministrazione ha comunque deciso di applicare l’imposta di soggiorno e ora vogliamo che i due milioni di euro incassati dai turisti vengano spesi per promuovere il turismo, infatti sono soldi drenati al commercio sul territorio di Cesenatico».”

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