W i Becchi

W i Becchi

Accoglienza, sorriso e ironia: è la Romagna, bellezza! Le discriminazioni...

In testa alla mia personale classifica dei Borghi più belli del riminese, la preferenza va a Santarcangelo. Sarò banale, ma ho espresso un giudizio positivo cosa oltremodo difficile in questi tempi di uomini bigi e di cieli grigi. Acidi come vecchie zitelle, si è perso il sorriso e l’ironia che caratterizzava da sempre questa fortunata e ubertosa terra. Il ghigno è l’espressione ricorrente negli incontri quotidiani, dove il saluto e la battuta, anche salace, identificavano il nostro DNA.
Torniamo a bomba; la caratteristica principale della Romagna è l’accoglienza. Da noi l’ospite è sacro, è l’inviato da Dio, è colui che viene accolto con un bicchiere di vino. “Dai da bè” diceva mio nonno Turein della genia dei Brancoun, in quel di Montetauro.
In nessun Paese al mondo si festeggiano i Becchi, in nessuna contrada ci si prende per i fondelli come in Romagna: Cevoli è il nostro prototipo, archetipo, modello, sborone e numero uno. Il Poeta diceva che se non ci fossero i romagnoli, bisognerebbe inventarli. E allora tutti a Santarcangelo perché li è la festa; una piada con la salsiccia e la cipolla non la si nega a nessuno. Sangiovese e cagnina a randa. Il resto, le polemiche pretestuose, i proclami, i diktat, le discriminazioni le lasciamo alle esigue rancorose minoranze. W I BECCHI, nunc et semper.
Rurali sempre.

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