Quali ripercussioni sul territorio riminese all'annuncio del ministro Salvini di tagliare la quota giornaliera di 35 euro per ogni richiedente protezione internazionale? La Corte dei conti aveva segnalato che nella nostra provincia la somma pro-capite per profugo è stata la più alta di tutta la regione.
“Entro l’estate i 35 euro al giorno per immigrato, scenderanno almeno a 25. Quello che risparmieremo in falsa accoglienza lo investiremo in sicurezza!”. Parola del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che così ha twittato e poi confermato anche nella lettera che ha inviato al Corriere della Sera.
Chissà se l’annuncio si tradurrà in concreto, ma la linea dura (nel limite del possibile) sugli sbarchi e il taglio delle risorse di cui beneficiano cooperative, e non solo, che in questi anni hanno fatto incetta di fondi pubblici messi a bando dalle prefetture, sono segnali che l’aria sta cambiando.
L’affidamento del “servizio di accoglienza di cittadini stranieri extracomunitari richiedenti la protezione internazionale” aggiudicato dalla Prefettura di Rimini col criterio della offerta economicamente più vantaggiosa, ha visto di recente stilare la graduatoria definitiva degli enti partecipanti. Per l’ambito 1, Rimini nord, la cooperativa “Metis” si è guadagnata il primo posto in classifica con un importo pro-capite al giorno per migrante di 34,49 euro, seguita da “Cento Fiori” (34,45 euro). Ma c’è anche chi è arrivato a 34,50, così come chi è sceso a 34,15 euro. Nell’ambito 2, città di Rimini, il punteggio più alto l’ha ottenuto “Mondo di gioia”, con un importo pro-capite di 34,40 euro, ma a fianco della relativa posizione in graduatoria, il verbale della prefettura recita “non utilizzabile per assenza di posti”. In vetta alla graduatoria si è così ritrovata la cooperativa Eucrante (34,49 euro). Anche per l’ambito 3, Rimini sud, si è piazzata la cooperativa Metis (34,49 euro).
Se davvero il taglio sbandierato dal ministro Salvini colpirà i fondi che finiscono all’accoglienza, quanti troveranno ancora conveniente questo tipo di attività? Non bisogna dimenticare che dei 35 euro per ogni cittadino extracomunitario richiedente protezione internazionale, solo 2,50 euro al giorno finiscono ai diretti interessati, che salgono a 7,50 nel caso di nuclei familiari, somma alla quale si aggiunge una ricarica telefonica una tantum di 15 euro. La rimanente somma va ai “gestori”: servizi di pulizia, pasti, mediazione linguistica e culturale e così via. Si tratta poi di capire, caso per caso, quali sono i servizi offerti.
Clamorosa la notizia anticipata da Riminiduepuntozero lo scorso marzo: la Corte dei Conti ha verificato le spese della prima accoglienza degli immigrati richiedenti asilo ed è emerso che nel 2013 e nel 2014 in provincia di Rimini la spesa pro capite è stata di 45 euro per annualità e nel 2016 di 34,99 euro, superiore alla media regionale.
Dal tavolo dell’immigrazione convocato dalla Prefettura per fare il punto sulla rete di accoglienza dei profughi nel territorio riminese, emerge che rispetto allo scorso anno ne sono arrivati oltre trecento in meno, con un numero di persone accolte in provincia tra Cas (centri di accoglienza) e Sprar inferiore di 373 unità rispetto al tetto massimo fissato da Anci.
Secondo il Comune di Rimini “dei 40 maggiorenni inseriti nel progetto Sprar del Comune di Rimini, la maggioranza – 30 – ha già avviato un percorso lavorativo, in azienda o nel settore dei servizi. Sono ragazzi giovanissimi, molti dei quali sono stati inseriti nel progetto Sprar ancora minorenni, e che hanno seguito corsi di lingua e di formazione professionale”. C’è chi lavora come saldatore, chi in albergo o nei ristoranti, chi fa l’elettricista. “Diversi ragazzi hanno frequentato i corsi del Centro Enaip Zavatta e adesso lavorano come saldatori ed elettricisti con contratti di apprendistato o con tirocini retribuiti nelle aziende del territorio. Tanti anche i ragazzi che per la stagione estiva lavorano nei ristoranti sia a Rimini sia Riccione, in cucina, in sala o come magazzinieri. Tra questi un ragazzo ivoriano, arrivato minorenne in Italia, e che poco dopo essere arrivato a Rimini ha scoperto di essere affetto da una forma tumorale all’occhio: non appena guarito è riuscito a trovare la sua strada ed è stato assunto in un noto ristorante di Riccione. C’è poi la storia di un ragazzo del Camerun, che ha iniziato a lavorare per un mobilificio di Rimini: saputa della morte del padre, i colleghi hanno fatto una piccola colletta per dargli un sostegno”.
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