Aeroporto sacrificale. Perché Gnassi lo offre a Bologna?

Aeroporto sacrificale. Perché Gnassi lo offre a Bologna?

Quel ragionamento del sindaco Gnassi, fatto peraltro sotto alle due Torri, ha lasciato allibiti parecchi osservatori. Ha detto che Rimini potrebbe rin

Quel ragionamento del sindaco Gnassi, fatto peraltro sotto alle due Torri, ha lasciato allibiti parecchi osservatori. Ha detto che Rimini potrebbe rinunciare all’aeroporto, a favore dell’hub bolognese, scambiandolo con collegamenti su rotaia ad alta velocità. Va preso come una “sparata” o come un cambio di strategia? Perché è arrivato al punto di immolare il “Fellini”? E a favore di cosa?
Considerato che a parlare è uno che vive di “grida” mediatiche, modello primo ministro, anche queste affermazioni vanno prese con le pinze. Però per chi ricorda certi ragionamenti che circolano da un decennio almeno nella politica riminese e regionale, la sortita di Gnassi accende una pista.
Bologna non ha mai voluto concedere nulla a Rimini. Lo ha ricordato anche l’ex presidente di Aeradria, Gabriele Morelli, nell’intervista che ci ha concesso. Non ha permesso il decollo del “Fellini”, ed anzi ha fatto di tutto per ostacolarne lo sviluppo, anche attraverso la concorrenza di Forlì, ed ha sempre fatto il tira e molla sulle Fiere. Ma nel passato ci fu anche un tentativo, da parte del Pd riminese, di intavolare una trattativa con Bologna: il peso fieristico a noi e gli aeroporti a voi. La Fiera di Rimini avrebbe dovuto diventare, in questa logica, la locomotiva fieristica in regione, mentre il “Fellini” si sarebbe ridimensionato fino a scomparire a favore del “Marconi”. Bologna all’epoca rispose di voler tenere tutto per sé. In Regione c’era Errani, all’aeroporto di Bologna e alla Camera di Commercio c’erano persone che non vedevano di buon occhio l’operazione.
Nel frattempo è cambiato il mondo. Sul sistema fieristico-congressuale di Rimini si è abbattuta una montagna di debiti, col Palas che ha appesantito il tutto, Aeradria è fallita, in Regione è arrivato Bonaccini (che sa bene in quali ambasce versi la città amministrata da Gnassi e non può proprio decidere di staccare la spina, ma sa pure che per la Regione non sono più i tempi delle vacche grasse e alcune scelte andranno fatte) che in giunta si è preso la riminese Emma Petitti ad occuparsi dei conti pubblici.
Ma ha anche ragione Carla Franchini quando nota che a Rimini si cambia idea con molta facilità. “Gnassi ha detto l’esatto contrario fino al giorno prima! Ci sono fiumi di dichiarazioni rilasciate alla stampa con le quali il sindaco – insieme alle massime autorità cittadine – si è prodigato anima e core per il Fellini, benché ahimè senza grandi risultati. Dapprima perchè il Fellini non fallisse, e poi perché non chiudesse”, tuona l’esponente grillina. Così come, nota Franchini, le parole del sindaco sono “palesemente contrarie al comune sentire del territorio perché è arcinoto che per Rimini l’aeroporto è sempre stato, e rimane ancora oggi, assolutamente strategico. E ignorare la volontà di un’intera città mi pare davvero troppo persino per lui”.
E poi, aggiunge, dopo che una società privata si è aggiudicata la gestione definitiva (con gli applausi del sindaco, aggiungiamo noi) a che titolo Gnassi mette becco sul futuro dell’aeroporto? “Sembra un discorso da padroni del vapore. Ed è questo che non capisco. AiRiminum non è la nuova gestione?” Ma forse il sindaco dispone di elementi di valutazione per ritenere che quella uscita dal bando Enac non sia più la soluzione?
Secondo Carla Franchini “il Fellini ha le carte in regola per essere sostenibile e i 340 giorni di eccellente gestione provvisoria del Dott. Santini hanno dimostrato con quasi 500 mila passeggeri la “sostenibilità economica” dell’aeroporto riminese”. La politica per una volta provi a rimanere da parte”. Oppure cerchi di fare il proprio mestiere.

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