Agenzia Mobilità Romagnola srl è uno scempio del principio di concorrenza

La recente delibera del Consiglio Comunale di Rimini che avvia la costituzione di una società a responsabilità limitata in luogo del Consorzio Agenzia

La recente delibera del Consiglio Comunale di Rimini che avvia la costituzione di una società a responsabilità limitata in luogo del Consorzio Agenzia Mobilità (AM) è sconcertante per molteplici aspetti, a prescindere dal fatto che la minoranza non ha potuto motivare il proprio dissenso. Considerazioni politiche a parte, sorprende il contenuto della delibera che, oltre a creare il “regolatore” che solo a livello regionale ha la forma giuridica di società di capitali, rappresenta l’avvio per la costituzione di un unico regolatore romagnolo.
Il regolatore dovrà dettare e controllare le regole del trasporto pubblico locale (TPL) romagnolo ed affidare, previa una gara per tutelare l’utenza, l’affidamento per una gestione che assicuri qualità di servizi alle migliori condizioni economiche. Il regolatore unico romagnolo sarà costituito dagli stessi comuni che hanno già creato Start Romagna S.p.a., attuale gestore del TPL sull’intero territorio romagnolo. Il conflitto di interessi è clamoroso ed esiste certamente materia anche per l’Autorità della concorrenza e del mercato (AEEG). Eppure, questo scempio del principio della concorrenza, invocato a livello governativo, si attua con il concorso della Regione Emilia-Romagna che, salvo improbabili cambiamenti da parte del nuovo governo regionale, impone la gara per l’intero ambito romagnolo, senza alcuna possibilità di indire gare per sub-bacini. In proposito, abbiamo già evidenziato come gli Enti locali procedono per consolidare i monopoli pubblici esistenti per assicurarsi assunzioni ed onerose gestioni a spese del contribuente. Il metodo per consolidare il monopolio pubblico è assai semplice: si dispone la gara per l’intero bacino di utenza (proprio come impone la Regione) e non per distinti lotti, prevedendo la concessione del servizio per periodi limitati, tali da non consentire un’idonea programmazione industriale. In una situazione del genere i concorrenti si allontanano e l’eventuale privatizzazione della minoranza del capitale avrà solamente un aspetto formale.  
La futura AM Romagnola S.r.l. dovrebbe provvedere anche alla costruzione del TRC, a meno che il “pacco” estremamente pericoloso non sia destinato ad altri lidi. A Rimini, fra l’altro, siamo divenuti specialisti per onerose costituzioni, fusioni e scissioni di società che non hanno portato alcun beneficio alla collettività. Sarà particolarmente interessante conoscere il destino del TRC che, con i radicali cambiamenti della tecnologia, richiede un aggiornato piano finanziario in una situazione estremamente delicata nella quale la magistratura contabile non si è mai espressa.

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