Andrea Delvecchio non parla russo. Le disavventure di Novaport Italia

Andrea Delvecchio non parla russo. Le disavventure di Novaport Italia

Sugli effettivi legami di Andrea Delvecchio con Roman Trotsenko si interrogano in tanti. Lo fa anche la stampa nella terra di Putin. Partita per conq

Sugli effettivi legami di Andrea Delvecchio con Roman Trotsenko si interrogano in tanti. Lo fa anche la stampa nella terra di Putin. Partita per conquistare il “Fellini”, la Novaport Italia srl (società inattiva) ora fa parlare di sé nelle Marche. Ci sono prove del suo legame con chi in Russia opera nel settore aviation? Ad oggi non pervenute.

Новапорт sta per Novaport e Римини per Rimini. Anche in Russia ci si interroga: Novaport Italia è oppure no collegata alla Novaport russa – che nella terra di Putin gestisce gli scali di Novosibirsk, Volgograd, Astrakan, Chelyabins, Chita, Tomsk e Barnaul – a sua volta un satellite di Aeon corporation di Roman Trotsenko? E, soprattutto, ai russi interessa davvero il “Raffaello Sanzio” di Ancona?
Che Novaport Ltd avesse puntato l’attenzione su Rimini è una certezza. Il suo direttore generale, Sergey Rudakov, il vice Abduganiev, Andrea Delvecchio e il suo socio in Novaport Italia, Viliyan Petrov, parteciparono anche alla ricognizione tecnica all’aeroporto di Rimini in vista della partecipazione al bando Enac. Ma Rimini non è Ancona. Se non è un segreto che i russi considerino la città romagnola molto appetibile, lo stesso non si può dire per lo scalo della località marchigiana. A fare la differenza è una questione di numeri, come ben sa chi si occupa di questa materia. Il bando, però, andò nel modo a tutti noto, ovvero sancì la “vittoria” (seppure, per molti, a sorpresa) di Airiminum. Novaport Italia rinunciò anche a fare opposizione al Tar e sembrò volersi ritirare in buon ordine. D’altra parte, una semplice visura della società permette di constatare che risulta inattiva, con un capitale versato di 120 mila euro.
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Invece il riminese Andrea Delvecchio, “armato” della solita Novaport Italia srl, non ha rinunciato agli aeroporti, facendo rotta sulle Marche. E i russi ci sono ancora? Il dubbio arrovella più d’un osservatore in Russia e dalle nostre parti. Delvecchio, che ad Ancona ha prima indossato la giacca del “compratore”, pronto ad investire circa 30 milioni di euro e a diventare azionista di maggioranza (ma è successo di tutto ed Enac e ministero dei Trasporti si sono messi di traverso, pretendendo un bando, con conseguenti dimissioni del cda) e poi è diventato amministratore delegato di Aerdorica (a metà dello scorso dicembre), società di gestione del Sanzio, ha minacciato azioni legali verso il console russo ad Ancona, Armando Ginesi. La sua colpa? Quella di avere fatto notare l’ovvio, e cioè che la società impegnata nella trattativa per mettere le mani sullo scalo (e che la stampa locale definiva come russa), si chiama Novaport Italia, ha sede a Rimini e non è una società russa. Così puntualizzò, parlando di una precisazione dovuta.
“Novaport Italia Srl è stata costituita il 12 giugno del 2014 su incarico diretto della Novaport Ltd, società di diritto russo, firmato il 4 maggio 2014, con il preciso mandato di partecipare al bando di gara Enac per la gestione dell’aeroporto di Rimini e successivamente all’offerta ad evidenza pubblica per l’acquisizione delle quote di maggioranza della società Aerdorica Spa che gestisce l’aeroporto di Ancona”, ha mandato a dire piccato Andrea Delvecchio, minacciando azioni legali verso chi osi metterlo in discussione. Ma in tanti si sono chiesti: possibile che il console abbia voluto mettere i puntini sulle i senza avere in mano nulla di concreto? E come mai una società “russa” intenzionata a sbarcare nelle Marche non va d’amore e d’accordo col consolato russo?
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Chi, dall’Italia, ha cercato di appurare il giallo andando alla fonte (lo abbiamo fatto anche noi a metà dello scorso dicembre), ovvero interpellando la Novaport russa e lo stesso Trotsenko per chiedere chiarimenti, non ha ricevuto soddisfazione. Silenzio di tomba.
Ci sono però due tasselli nuovi che si aggiungono al puzzle. Andrea Delvecchio non ha mai mostrato l’accordo con Novaport Ltd. E non lo ha fatto nemmeno la Regione Marche. A dicembre tre consiglieri regionali hanno presentato una interrogazione per sapere “se sia Aerdorica che la Regione Marche siano in possesso della documentazione, ivi incluso il mandato redatto nelle forme legali previste dalla normativa vigente, comprovante che la Novaport Italia Srl è stata incaricata di operare in nome e per conto della Novaport russa”. La risposta dell’assessore Anna Casini è stata disarmante: “La Regione non è in possesso di documentazione comprovante l’incarico a Novaport Italia Srl, da parte “della Novaport russa”, di operare in nome e per conto della medesima”. Aggiungendo che “notizie in merito rientrano nelle clausole di riservatezza commerciale e sono state eventualmente fornite nell’ambito della procedura di privatizzazione dell’Aerdorica Spa, di competenza del Consiglio di amministrazione della Società stessa”. E’ quindi normale che le perplessità continuino a circolare.
Il secondo tassello non è meno significativo: il tema ritorna leggendo quel che scrivono i giornali russi. “Secondo i media italiani, Novaport Italia fa capo direttamente alla “Novaport” russa e ad AEON Corporation. Ma il rappresentante della Novaport russa sostiene che Novaport Italia non è nella struttura della società”, ha scritto l’importante quotidiano economico russo Vedomosti. Una storia diversa da quella raccontata da Delvecchio anche ai media riminesi e sammarinesi ai tempi della partecipazione al bando Enac, quando sosteneva che “Novaport Italia fa parte della grande multinazionale Aeon Corporation” e parlando in prima persona, come fosse parte del grande gruppo, elencava: “Solo come Novaport abbiamo circa 6500 dipendenti e con questa società facciamo viaggiare nel mondo persone e merci”.
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Intanto i dipendenti di Aerdorica sono senza stipendio: hanno ricevuto solo un acconto della tredicesima e devono ancora vedersi accreditata la mensilità di dicembre. Non ci sono i soldi e si attende che i 3 milioni di euro stanziati dalla Regione arrivino ad Aerdorica. Per Andrea Delvecchio lo stipendio c’è ma non è ancora ben chiaro a quanto ammonti. Si sa solo che per i tre componenti del cda sono a disposizione 240 mila euro l’anno. Sul sito di Aerdorica alla voce amministrazione trasparenza manca però ancora tutta la documentazione, anche se la nomina è dell’11 dicembre scorso: compenso annuo, dichiarazioni reddituali e manca anche il curriculum vitae. In tanti lo attendono per divorarlo come un romanzo di John Grisham.
Solo 5 anni fa, quando si candidava alle elezioni comunali di Rimini con Marco Moretti, Andrea Delvecchio nel suo curriculum indicava: “Laureato in Scienze Politiche e Giurisprudenza, Master in Criminologia, Corso di specializzazione in Diritto Tributario, dal 2011 Conciliatore e Mediatore professionista accreditato presso il Ministero di Giustizia. Ricercatore e docente per la Società Internazionale di Criminologia in qualità di Esperto per le Politiche della Sicurezza Urbana. Autore nel 2000 del Progetto Spiagge Sicure che ha risolto il problema Abusivismo commerciale dalle spiagge della provincia di Forlì. Esperienze lavorative: dal 1986 al 2000 dirigente Fiat Auto, negli ultimi anni consulente aziendale per primarie società estere. Autore di svariate pubblicazioni e ricerche sul tema della Sicurezza Urbana e sociale”. E gli aeroporti? Aspettiamo con ansia di leggere il nuovo e più completo curriculum preparato per Aerdorica. Perché li Delvecchio è approdato per sanare un deficit disastroso in capo ad una società di gestione aeroportuale e per far volare un aeroporto. (c.m.)

Sul sito di Aerdorica è stato pubblicato il curriculum di Andrea Delvecchio (26.01.2016)

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