La relazione propedeutica ai successivi sondaggi da effettuarsi sul sito sembra essere stata prorogata, facendo slittare a chissà quando le decisioni
Come ho reso noto, e riportato in un nostro precedente articolo (qui), il giorno 30 dello spirato mese di giugno, gli archeologi incaricati dall’Amministrazione comunale, dovevano consegnare la loro relazione propedeutica ai successivi sondaggi da effettuarsi in quel sito. Come è ovvio in questi casi la sempre fragorosa macchina pubblicitaria istituzionale tace in proposito, perché a Rimini va sempre “tutto bene madama la Marchesa” e di conseguenza si propinano sempre e solo notizie di presunti mirabolanti successi. Ma noi abbiamo chiesto al consigliere Enzo Ceccarelli se sia o meno in possesso di qualche notizia in merito. Lo abbiamo fatto, poiché assieme al deputato Jacopo Morrone stanno seguendo attivamente la vicenda.
Buongiorno Enzo come saprai il giorno 30 dello scorso mese, gli archeologi incaricati dall’amministrazione avrebbero dovuto consegnare il loro studio propedeutico ai successivi sondaggi. Ma poiché non si sa nulla in proposito, puoi dirci se almeno tu nella tua veste sei al corrente della situazione?
«Dalle mie informazioni risulta che i ricercatori incaricati abbiano chiesto 30 giorni di proroga per terminare il loro lavoro, proroga concessa dall’amministrazione. La mia preoccupazione è che questo tempo si allunghi fino ad agosto, mese tradizionalmente di ferie, è quindi immaginabile che le successive e necessarie valutazioni sui risultati delle ricerche slittino molto in avanti mettendo a rischio la possibilità di procedere con gli scavi e le ricerche. Difficile pensare vengano fatti in autunno/inverno periodo tradizionalmente di piogge.»
Dopo il sopralluogo nell’Anfiteatro del sei maggio scorso in cui eri presente assieme al deputato Jacopo Morrone e la Soprintendente di Ravenna, è seguita una reazione “piccata” da parte di chi amministra la città, affermando che solo ora vi siete accorti di entrambe le realtà (CEIS e Anfiteatro ndr) ed un mezzo d’informazione locale ha addirittura affermato nel titolo di un suo articolo che “la Lega vuole mettere le mani sull’Anfiteatro”.
«A dir la verità mi occupo di anfiteatro e Ceis da inizio del mandato, abbiamo fatto interrogazioni, accesso agli atti e consigli comunali sul tema invitando anche storici e studiosi. A questo aggiungo di aver avuto interlocuzioni e visite presso la sovraintendenza di Ravenna per un confronto molto approfondito. Ho incontrato molti appassionati e studiosi della storia dell’anfiteatro e la più recente del Ceis. Incontri che ho avuto la possibilità di avere con politici di tutti gli schieramenti, sia di destra che di sinistra, amministratori anche del passato, inoltre per me molto importanti e proficui sono anche interlocutori con il ministero dei beni culturali ancora in essere. Per quanto riguarda il comunicato del Sindaco ritengo sia stato scomposto e che come spesso accade anche in consiglio comunale, elude le risposte alle domande scomode. Analogamente anche il titolo che raccontava del sopralluogo all’anfiteatro apparso su un sito web notoriamente vicino alla sinistra che ritengo veramente di basso profilo, sembra quasi che sia un delitto di lesa maestà volere chiarimenti in merito all’anfiteatro e Ceis.»
Fermo restando che a Rimini debbono esistere sia il Ceis che l’Anfiteatro, quale potrebbe essere la soluzione ottimale per addivenire ad una soluzione?
«Di questa problematica si parla da molto tempo, le amministrazioni che si sono susseguite ciclicamente, si sono trovate a dover dare delle risposte, a maggior ragione a seguito degli ultimatum giunti in comune che intimavano di trovare altra collocazione per il Ceis. Ricordo che l’attuale luogo dove è collocato l’asilo è tutelato dal ministero, su cui vige il divieto di edificabilità. In seguito a questi ultimatum giunti dalla sovraintendenza di Ravenna, l’amministrazione comunale nel redigere il piano strutturale edilizio aveva valutato e previsto aree idonee per una nuova collocazione. Previsioni urbanistiche completamente ignorate dall’attuale e precedente giunta che non hanno preso nessuna iniziativa.»
Tutte le volte che si è proposto il trasferimento della struttura educativa, è poi sorto il solito problema dei fondi necessari che il Ceis afferma di non possedere. Come si potrebbe gestire questo problema?
«É indubbiamente un capitolo complesso e non si risolve di certo facendo finta che non esista. Nel recente passato abbiamo avuto periodi particolarmente floridi per l’economia della nostra città. Si dovevano promuovere interventi in collaborazione con imprenditori sensibili e lungimiranti disposti a interloquire con l’amministrazione, questo alla luce della rilevanza che il Ceis ha nella città, così come già accade per altre prestigiose esperienze. A questo proposito ricordo che il Sindaco nomina suoi rappresentanti nel consiglio di amministrazione del Ceis, inoltre sostiene e contribuisce al funzionamento delle sue attività. Io credo sia giunto il momento di eliminare le contrapposizioni di parte, trovando tutti insieme le migliori soluzioni. Secondo me ci sono.»
Nel sopralluogo del 2018 da parte dell’Ufficio Tecnico del Comune di Rimini, consta che furono accertati degli abusi edilizi, di cui però in seguito non si seppe più nulla, specialmente come procede la questione e se è ancora vigente.
«A seguito di un sopralluogo dell’Ufficio Tecnico del Comune alle strutture del Ceis furono rilevate alcune irregolarità o abusi edilizi a cui seguirono ordinanza di demolizione. Il consiglio di amministrazione del Ceis ha incaricato i propri legali per presentare memorie difensive nonché un ricorso al TAR per sospendere l’ordine di demolizione. La causa è ancora pendente, una situazione molto delicata che merita la giusta attenzione per le implicazioni che ne potranno derivare.»
Ringraziamo Enzo Ceccarelli per questo aggiornamento con la sua lucida e puntuale esposizione dei fatti, e per l’impegno sta dedicando a questa questione.
Non è il caso di sospettare che magari questa proroga, sia organica per allungare oltremodo questa vicenda che si trascina in modo nconcludente da oltre mezzo secolo. Ma appare chiaro che in questo lungo periodo e fino alle recenti affermazioni di chi governa la città, è andata in scena una sequela di affermazioni, a volte di chiusura e a volte rassicuranti circa una poi mai affrontata possibile risoluzione del caso. Mancanza di volontà o di capacità? Difficile da dirsi, ma entrambi gli aspetti sono sempre stati sempre strumentalmente e puerilmente giustificati con una “guerra ideologica” (?), promossa da parte di coloro che chiedono apertamente all’Istituzione cittadina di potere avere sia il CEIS che l’Anfiteatro quali cose distinte e separate in quanto preziose peculiarità riminesi. Questo è in mancanza di una ricerca di dialogo con le parti interessate, che sicuramente avrebbe trovato una soluzione al problema.
Sono un seguace di San Tommaso della prima ora, e credo solo in ciò che vedo. Ma dato ed assodato il modo in cui (non) è stata finora voluta affrontare questa vicenda con il reale intento di dirimerla, né condividerne la gestione, è difficile credere che la stessa avrà la giusta conclusione che la città merita.
Salvatore de Vita


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