Aureliano Bonini: “Rimini è eterna, prima di lei chiuderà il Vaticano!”

Aureliano Bonini: “Rimini è eterna, prima di lei chiuderà il Vaticano!”

Il capo di Trademark ci scrive a proposito della nostra ricostruzione dei rapporti congiunturali sul turismo degli anni 90. E ribadisce il suo ottimismo. A parer nostro mal riposto.

Caro Monti (solo tu puoi essere l’autore),

grazie di avere riesumato decenni di lavoro che hanno indirizzato la pubblica governance dal 1990 fino alle dimissioni di Errani. Ieri toccava a noi la stesura dei piani triennali e annuali della promozione turistica e la Riviera procedeva lenta e felice quasi-quasi come oggi. Stessi numeri, stessi redditi di albergatori e bagnini. Nessuno si lamentava del reddito ottenuto in una cinquantina di giorni di lavoro intenso. Solo qualche polemica periodica sul modello “datato” ma italianissimo della pensione completa.
Cos’è cambiato? Le camere e i letti sono quelli. E’ arrivata internet. Per il resto non c’è più Silvano Cardellini, gli albergatori che ieri partecipavano ai forum hanno ceduto e i loro figli sono inchiodati ai pc per dialogare con le OTA, nessuno tra Rimini e Cesenatico parla più il tedesco e lo slogan di Federalberghi è: Il ringiovanimento tocca al territorio.

A dare suggerimenti lucidi e informazioni utilizzabili restano con noi circa 160 albergatori di tutte le età che interpretano la situazione, discutono e ci affidano i numeri migliori (più autentici) del fenomeno turistico. Il Panel di circa 1300 operatori della Riviera resta attivo, ma il nucleo che ci aiuta di più è quello dei 160. 
L’Osservatorio, con risorse esigue rispetto agli anni che descrivi, reagisce sempre. Invia pareri anche quando non viene interpellato, dà suggerimenti ai responsabili del turismo regionale su scelte promozionali, leggine e Condhotel. Nondimeno restiamo il riferimento regionale della performance turistica con le nostre rivalutazioni delle cifre parziali di fonte ISTAT.
In sostanza elaboriamo dati “superiori” che riguardano il pubblico interesse. Forse le nostre diagnosi, che hai ricordato, non hanno il rilievo che avevano, perché i media interpellano i rappresentanti delle associazioni albergatori e bagnini oppure direttamente alcuni operatori. Forse perché anche noi guardiamo sfiancati il procedere sereno di una Riviera vecchia ma senza “reali” concorrenti.

Grazie tuttavia per avere ricordato le seguenti affermazioni dell’Osservatorio scaturite da Forum e interviste… mica tanto ingiallite:

“Il ringiovanimento del prodotto resta la base essenziale per il rilancio della Riviera”.

“Il futuro dipende dal decollo dei prezzi e della qualità ospitale”.

“Tutte le imprese turistiche hanno incontrato grandi difficoltà a trovare il personale” (e allora si garantiva addirittura l’alloggio a chi non era di Rimini).

“L’apatia delle categorie economiche e degli albergatori … è una conferma della crisi imprenditoriale”.

“Troppi negozi espongono merci scadenti e stock di merci già rifiutate dai turisti nelle metropoli di residenza” (ieri Rimini era famosa anche per un mercato bisettimanale di qualità. Oggi la metà degli ambulanti sono cinesi, africani e asiatici che assediano il centro storico con sacchi di stracci da 1 e 2 euro).

Qualcosa Monti ti manca. Ti mancano i giudizi sullo stato del mare, ora “migliorato”, e l’affermazione che piaceva tanto ai giornalisti: perché Rimini è eterna. Prima di lei chiuderà il Vaticano!
 Grazie Monti e… cordiali saluti!

Aureliano Bonini

Caro Bonini,
sei un inguaribile ottimista. Io condivido al riguardo un pensiero dello scrittore colombiano Nicolás Gómez Dávila: “L’ottimismo adultera la speranza, il pessimismo la custodisce virilmente”.
Mi inchino davanti alla tua competenza in materia di turismo, ma dissento dal tuo ottimismo. Oltre a quello che ricordi tu, a me pare che sia cambiato qualcosa di importantissimo rispetto agli anni che ho velocemente ricostruito attraverso i rapporti di Trademark: di turismo non si discute più. Finiscono stagioni insoddisfacenti, da encefalogramma piatto dal punto di vista di arrivi e presenze, e nessuno si interroga. Nessuno fa. Chi critica passa per disfattista.
Ci sono centinaia di alberghi chiusi e degradati e nessuno intavola il problema per risolverlo. Gli immobiliaristi assicurano che i nostri alberghi, pur a prezzi stracciati, non se li fila più nessuno. Le flessioni nei fatturati delle attività alberghiere sono allarmanti. Viviamo una crisi occupazionale che ci vede fanalino di coda in regione, che si spiega soprattutto col fatto che “il turismo” batte in testa. Penso abbia ragione il prof. Attilio Gardini quando sostiene – inascoltato – che “Rimini non ha saputo interpretare i cambiamenti, è rimasta fuori dalle nuove tendenze e da oltre 10 anni perde quote di mercato estero a favore di altre destinazioni costiere europee ed anche italiane, vale a dire lidi forlivesi, ravennati, veneti e destinazioni costiere delle regioni meridionali”.
La “pax erraniana” (ma che te lo dico a fare, tu conosci molto meglio di me anche questo aspetto!) ha adulterato le regole del gioco. Gli organismi rappresentativi degli albergatori sono diventati allineati e coperti nei confronti del sindaco e dell’assessore regionale di turno. A volte sembra obbedienza. Il dissenso è stato bandito e con lui anche gli spiriti imprenditoriali liberi e creativi. In questo clima non potrebbe più nascere una nuova Promozione Alberghiera. Il turismo riminese non sforna più nulla di nuovo, non sa più cosa sia la leadership in fatto di cultura del turismo. A chi oggi, anzi da un po’ di anni, in ambito turistico verrebbe in mente di mettersi “alla scuola” di Rimini, come un tempo?
Tu scrivi e sostieni che va tutto bene. A me non sembra. Anche l’impero romano è finito. Fa male pensare di essere eterni. Ritengo si debba sempre ricominciare, mai accontentarsi, e questo vale tanto più quanto prestigioso è il brand ereditato.

Claudio Monti

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