“Azzeramento della pandemia in Emilia Romagna nella seconda decade di luglio”

“Azzeramento della pandemia in Emilia Romagna nella seconda decade di luglio”

Così il rapporto Osservasalute, che per la nostra regione rileva anche una letalità fra le più elevate: tra il 14-16%.

Molte regioni sono ormai nella fase finale dell’epidemia (Bolzano, Umbria, Calabria, Sardegna, Valle d’Aosta, Sicilia, Trento, Puglia, Abruzzo e Basilicata) ma per altre bisognerà ancora attendere. E’ il caso dell’Emilia Romagna “per la quale si prevede l’inizio della fase di azzeramento nella seconda decade di luglio”. E’ quanto emerge dal rapporto Osservasalute (Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, operativo nell’ambito di Vihtaly, spin off dell’Università Cattolica), che fornisce anche interessanti valutazioni sui principali aspetti organizzativi ed epidemiologici che hanno caratterizzato la pandemia nelle regioni italiane.
“Dall’analisi di alcuni degli indicatori utilizzati per il monitoraggio emerge che questa pandemia ha avuto “gravità” diverse ed è stata affrontata in maniera disomogenea dalle regioni con il numero più alto di contagiati”, fra le quali c’è anche l’Emilia Romagna. “Un aspetto della “gravità” lo possiamo rappresentare con la letalità (n. decessi/n. contagiati), per esempio in Lombardia la sua dinamica raggiunge il 18% a fine marzo e inizi di aprile, e resta costante su questo livello sino al 15 giugno, mentre in Veneto cresce costantemente e raggiunge il 10% nell’ultimo periodo. Nelle altre regioni si osservano andamenti molto differenziati, dipendenti anche dallo sfasamento temporale dell’insorgenza, ma la letalità non raggiunge mai i valori della Lombardia”. Il caso Emilia-Romagna (insieme a Marche e Liguria) rientra fra quelli gravi secondo lo studio, perché fra le regioni “con la letalità più elevata, tra il 14-16%”. Come si spiega? “Non è chiara la spiegazione a questo dato, le interpretazioni più verosimili la attribuiscono alla sotto stima del numero di contagiati (il denominatore del rapporto con il quale si misura la letalità), cioè mancherebbero alla conta i contagiati asintomatici”. E “l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera terminata una pandemia quando il numero di nuovi contagi è pari a 0 per almeno 40 giorni consecutivi, pertanto, anche nelle regioni con il quadro epidemiologico migliore, ancora non è possibile affermare che l’epidemia si sia arrestata. Inoltre, resta inteso che i dati rilevati dalla Protezione civile ignorano i casi asintomatici che quindi non rientrano nelle curve stimate”.
Il bollettino regionale odierno parla di 44 casi in più rispetto a ieri, di cui 33 persone asintomatiche individuate attraverso l’attività di screening. I tamponi effettuati sono 6.012, che raggiungono così complessivamente quota 466.612, a cui si aggiungono altri 1.156 test sierologici, fatti sempre da ieri.
Le nuove guarigioni sono 50 per un totale di 22.985, l’81% dei contagiati da inizio crisi. Calano i casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono 1.074 (-15 rispetto a ieri). Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 22.985 (+50). Ma i decessi sono ulteriori 9, tre uomini e sei donne, 2 in provincia di Rimini, portando il totale dei morti in Emilia Romagna a quota 4.245. I nuovi casi di positività a Rimini sono 5, di cui 4 asintomatici, anche questi individuati grazie agli screening regionali.

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