Barche (e Maurizio Melucci) in fiamme: oggi in “prima” e non solo

Barche (e Maurizio Melucci) in fiamme: oggi in “prima” e non solo

Incendio divora tre barche, in fiamme il ponte dei Mille. L'ex assessore scrive al Carlino una letterina abbastanza di fuoco. E poi: "Cocaina nel locale dei Vip, spaccio libero nei bagni" e la battaglia per dedicare una strada a Zanza.

“Cocaina nel locale dei Vip, spaccio libero nei bagni” (Corriere di Rimini). L’inchiesta partita da un esposto dei residenti sulla musica troppo alta al Vichy Cristina. “Clienti abituali e non amavano appartarsi nell’antibagno del locale per consumare droga. A dirlo sono le oltre ottanta cessioni di droga, ‘immortalate’ dalle telecamere piazzate nel locale, dalla polizia municipale di Rimini nell’ambito dell’inchiesta ‘Whitesnow’, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli. Venti le persone indagate, tutte a piede libero, per spaccio” (Carlino Rimini). Il gip chiede la chiusura del locale.

“Incendio divora tre barche, in fiamme il ponte dei Mille” (Carlino). “Una colonna nera di fumo altissimo visibile in tutta la riviera fino a Riccione. Sono le 18.30 quando scatta l’allarme”. Le cause? “A procurare l’incendio, che ha dato vita all’immensa colonna nera, potrebbe essere stata una sigaretta lasciata accidentalmente accesa da uno dei tanti clochard che vivono nelle barche sotto il ponte. Oppure un gesto occasionale di un passante che, distrattamente, ha lanciato un mozzicone dal ponte, mozzicone che è, invece, caduto su una delle tre barche dando il là al rogo”.

Parte “la battaglia per dedicare una strada a Zanza” e “studentesse di 15 anni molestate a scuola, bidello alla sbarra” sono le altre due notizie sulla prima pagina del Carlino. Che a pagina 6 (“Noi riminesi”) ospita la lettera di un riminese abbastanza noto ma anche abbastanza incavolato per i peana al culto di Gnassi che il Carlino ospita o officia.
Titolo: “Non è solo merito di Gnassi”.
Svolgimento. “Leggo sull’edizione del Carlino una risposta a un lettore riferita al centro storico. Al di là del problema dell’accessibilità mi preme sottolineare una frase che mi lascia al quanto perplesso: “…alla nuova Rimini, bella e impossibile, che sta venendo alla luce dopo anni di colpevole incuria.” Ora sinceramente non so quali sarebbero gli anni di colpevole incuria. Forse gli anni ’70. Infatti ricordo che il sindaco Ravaioli e l’assessore Pivato hanno realizzato nel loro mandato: Domus del Chirurgo, completamento del complesso museale dell’ex ospedale, complesso del Teatro degli Atti, progettazione finanziamento e appalto del Fulgor, progettazione finanziamento e appalto del Teatro Galli. Solo con questi importanti investimenti che provengono da progettazioni di altre amministrazioni compresa quella del sindaco Chicchi, Rimini sta cambiando. Potrebbe apparire una difesa dell’amministrazione di cui ho fatto parte, ma in questo caso mi preme dare il merito anche a chi negli anni si impegnato per giungere a questi risultati”. Firmato Maurizio Melucci.

Risponde Carlo Andrea Barnabè. “Lungi da me, (ex) assessore Melucci, sottostimare il contributo dato dai predecessori di Andrea Gnassi alla rinascita del centro storico. Ogni amministrazione coltiva sogni e progetti, ma la differenza sta nella capacità di rimuoverli dai cassetti e portarli a casa. Se non ricordo male, il sindaco Ravaioli ha governato 12 anni lasciando il teatro Galli com’era e dov’era, ovvero un monumento alla negligenza della classe politica. E può stare tranquillo, non mi riferisco solo a quella recente, ma a chiunque dal Dopoguerra ad oggi ha permesso che teatri ottocenteschi, anfiteatri romani, musei e cinema storici venissero trascurati a differenza di interventi urbanistici di dubbia fattura. A Gnassi, a cui imputo di aver pensato un centro bello ma impossibile, va dato il merito di aver messo a sistema non singoli progetti ma un’idea di agorà, un meccanismo integrato, realizzato in tempi umani. Ogni sindaco si porta dietro il lavoro fatto da chi è venuto prima. Questo mi fa credere che lei abbia tante buone ragioni per essere fiero e condividere con lui i traguardi raggiunti”. Una risposta da Resto del Gnassino? Decidete voi. Di certo la chiusura equivale a far sedere Melucci sulla brace.

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