Beata normalità

Beata normalità

Non ne posso più delle Feste, dei Ponti, dei Weekend allungati.

Sono sei mesi che scrivo per Rimini 2.0, puntuale come un orologio svizzero, o come i treni di quando c’era lui; ogni settimana dispenso pillole di saggezza, contando su una folta platea di appassionati lettori che non vedono l’ora di sorridere delle mie boiate. Perché si scrive? Meglio ancora, perché scrivo? In verità, in verità vi dico, che scrivo perché mi piace. E’ l’unica, vera, profonda motivazione. E’ come le ciliegie, è come l’amore: più ne hai più ne vorresti. Questo il preambolo. La sostanza della settimana: non ne posso più delle Feste, dei Ponti, dei Weekend allungati. Non vedo l’ora che si torni alla normalità, al quotidiano, alla vita di tutti i giorni, quando gli altri lavorano e tu fai quello che ti pare. Nel senso che prendi la bicicletta e vai. Mi piace un sacco arrivare fino a Cattolica seguendo la linea blu di Tonino Guerra. Per noi rurali, il mare è il massimo, dopo la terra. E’ libertà, è conquista, è orizzonte; è la nostra palestra, la nostra magnifica piscina. Come diceva il Poeta: ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga Primavera… avendo ancora la neve sulla Carpegna.
Rurali sempre.

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