Bellini “azzoppata” prima di cominciare, Magrini si ricordi del “tunnel Tiberio”

Bellini “azzoppata” prima di cominciare, Magrini si ricordi del “tunnel Tiberio”

La cultura sottratta alla vicesindaca tiene banco. Mentre il ritorno di Juri a palazzo Garampi riaccende i sogni sul progetto che probabilmente potrà ritrovare in qualche cassetto del Comune.

“Ho qui la prima bozza di lista che voglio proporre propostatamente, il mio dream team: Melo La Qualunque, Salvo La Qualunque, Rosario La Qualunque, Pino Lo Straniero acquisito La Qualunque, poimente… Rocco La Qualunque!”

(Cetto La Qualunque, Qualunquemente)

Ci siamo! E’ stata svelata la nuova giunta, il dream team o “drim tim” secondo Cetto La Qualunque, dopo averla infarcita di parenti e amici.
I prescelti, tutti premiati per lo zelo dimostrato al cessato regnante, ed al nuovo eletto sindaco. Tutto nella norma, politica s’intende, senza nomi di rilievo e, soprattutto, tecnici di spessore fuori da quelle scuderie. Ma nello scontato epilogo, due soli aspetti meritano di essere presi in considerazione per la loro particolarità.
Il primo riguarda la vice Sindaco. “A Chiara Bellini…, in base all’accordo siglato tra le diverse anime del partito, non andrà la cultura”; e ciò nonostante la sua preparazione in questo campo, e “nonostante la sinistra aveva chiesto espressamente l’assessorato alla cultura”. Così si leggeva ieri. Pare che le critiche a segno del museo Fellini e della Piazza degli incubi, leggi sogni per alcuni, rese in campagna elettorale, non siano state per niente gradite dall’attuale sindaco e dal deposto monarca. E qui la prima “purga democratica”, ancor prima di iniziare i giochi; un record. Neppure le epurazioni gnassiane furono così temporalmente rapide. E’ già domani.
Il secondo, il ritorno di Juri Magrini anche se con deleghe che non gli consentiranno di mettere le mani sul piatto ricco delle opere pubbliche, riservate agli assessori della continuità. Per buona memoria egli fu assessore all’urbanistica nella giunta Ravaioli, e fervente entusiasta di un progetto che avrebbe risolto non solo la – vera – chiusura del Ponte Tiberio ma, per converso, la viabilità, i parcheggi, il mercato ambulante, e l’autentica pedonalizzazione del Centro Storico con tutte le sue problematiche. Nonostante il ventilato assessorato ai lavori pubblici non sia stato assegnato a Magrini, gli chiedo non solo un suo parere sul fatto che quel progetto non venne attuato, ma anche se è sua intenzione fare quanto nelle sue possibilità per riproporlo a fronte delle varie soluzioni alternative fantasticate nell’ultimo decennio, divenute quasi un concorso di astruserie, il cui premio è l’odierno caos che attanaglia il centro storico e non solo. Ma visti gli attori in campo, dubito che arriverà mai una risposta in merito.
Infine tornando al tema della cultura. Recitava l’articolo della stampa amica che Jamil terrà per sé la delega “per portare avanti le linea tracciata in questi dieci anni da Gnassi” (!). Non risulta che, come nel caso di quello precedente, il nuovo sindaco abbia competenze in quella materia, anzi, tutt’altro; ma si sa, la tuttologia a Rimini è famosa quanto l’idioma “riminizzare”, e così veramente assisteremo ad una triste continuità. Auguri quindi al patrimonio artistico e culturale riminese, e a quanti speravano che la comparsa della Bellini potesse costituire un motivo di riflessione circa gli scempi ai monumenti locali.

Salvatore de Vita

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