Pubblicato un avviso per raccogliere le manifestazioni di interesse da parte di cittadini e aziende che vivono o operano in abitazioni isolate e lontane dal centro storico
Il Comune di Rimini ha pubblicato un avviso “per raccogliere le manifestazioni di interesse da parte di cittadini e aziende che vivono o operano in case sparse (abitazioni isolate e lontane dal centro storico) che non sono ancora collegate alla rete dell’acquedotto. L’iniziativa, in particolare, fa parte di un progetto regionale coordinato da ATERSIR (Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e i Rifiuti) con l’obiettivo di programmare nuovi e futuri estendimenti della rete idrica in zona non ancora servite”.
Tradotto: né gli uffici comunali né tantomeno l’Agenzia regionale sanno bene chi siano e quanti siano gli edifici non collegati all’acquedotto e ora chiede agli stessi di autosegnalarsi, o, visto il tipo di avviso, di “manifestarsi”.
Ma il bello deve ancora venire. “Si tratta di una fase preliminare, di carattere esplorativo”, mettono subito avanti le mani dal Comune. Il quale “vuole capire dove esistano reali necessità, raccogliendo le segnalazioni direttamente dai cittadini o da chi svolge un’attività produttiva. Le richieste raccolte saranno poi trasmesse ad ATERSIR, che valuterà i vari casi per stabilire quali interventi potranno essere inseriti nel piano operativo”. Quindi basterà “manifestarsi” entro il 30 settembre tramite la procedura prevista dall’avviso (per informazioni consultare l’Albo Pretorio online del Comune) e sarà fatto l’allaccio? No. Perché “la presentazione della domanda non garantisce automaticamente l’esecuzione dei lavori, ma serve a costruire un quadro chiaro delle esigenze del territorio”. E comunque, dulcis in fundo, “cli interventi che verranno eventualmente approvati dovranno prevedere un contributo economico da parte dei richiedenti o di soggetti terzi, pari almeno alla metà del costo complessivo”.
Tradotto: né gli uffici comunali né tantomeno l’Agenzia regionale sanno bene chi siano e quanti siano gli edifici non collegati all’acquedotto e ora chiede agli stessi di autosegnalarsi, o, visto il tipo di avviso, di “manifestarsi”.
Ma il bello deve ancora venire. “Si tratta di una fase preliminare, di carattere esplorativo”, mettono subito avanti le mani dal Comune. Il quale “vuole capire dove esistano reali necessità, raccogliendo le segnalazioni direttamente dai cittadini o da chi svolge un’attività produttiva. Le richieste raccolte saranno poi trasmesse ad ATERSIR, che valuterà i vari casi per stabilire quali interventi potranno essere inseriti nel piano operativo”. Quindi basterà “manifestarsi” entro il 30 settembre tramite la procedura prevista dall’avviso (per informazioni consultare l’Albo Pretorio online del Comune) e sarà fatto l’allaccio? No. Perché “la presentazione della domanda non garantisce automaticamente l’esecuzione dei lavori, ma serve a costruire un quadro chiaro delle esigenze del territorio”. E comunque, dulcis in fundo, “cli interventi che verranno eventualmente approvati dovranno prevedere un contributo economico da parte dei richiedenti o di soggetti terzi, pari almeno alla metà del costo complessivo”.
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