C’è chi sciopera per Gaza e chi per lo stipendio: a San Marino è scontro Governo-Sindacati

C’è chi sciopera per Gaza e chi per lo stipendio: a San Marino è scontro Governo-Sindacati

La riforma del fisco sammarinese continua a generare un clima di tensione assoluta tra Governo e sindacati, ma anche con le associazioni di categoria in primis quella degli Industriali

Mentre in Italia si sciopera per Gaza, a San Marino si sciopera per il possibile aumento delle tasse. E non solo ai sammarinesi, ma anche ai quasi 8.300 frontalieri che ogni giorno salgono sul Monte Titano per “muovere” l’economia della piccola Repubblica. Soprattutto per questi ultimi (nel vero senso della parola, visto che vengono discriminati e tartassati molto più che i loro colleghio lavoratori residenti) è in atto uno scontro fortissimo tra il Governo e i sindacati, ma anche le associazioni di categoria, perché sanno benissimo l’effetto che potrebbe avere una tassazione del genere.
E così, dopo i 10mila del 23 settembre, ecco che il 7 ottobre si torna a manifestare in piazza: sarà ancora sciopero generale.
Ad annunciarlo le tre sigle sindacali sammarinesi in un comunicato congiunto in cui lamentano come il Segretario alle Finanze Marco Gatti non abbia accettato i cambiamenti richiesti.
“Le OO.SS. hanno riferito all’Attivo dei Quadri i primi risultati raggiunti attraverso l’esito dei negoziati con Governo e Maggioranza”, spiegano in una nota CSdL – CDLS – USL. “Si tratta di modalità tese a rendere più agevole il raggiungimento della quota SMAC, che comunque produrrebbe una detrazione fiscale massima di 900 euro annui, oltre al ritiro dell’articolo relativo al raddoppio delle imposte sul TFR. Il Segretario Gatti ha dichiarato che si metterà immediatamente al lavoro sugli emendamenti, che ad oggi non sono stati forniti. Occorrono 39 firme per presentarli in seconda lettura. Sono state illustrate ai Quadri sindacali le tabelle, consultabili sui siti delle Confederazioni, contenenti le simulazioni relative agli effetti prodotti dagli emendamenti già approvati in Commissione Consiliare. È comunque confermato l’aumento dell’imposizione fiscale per tutti i redditi da lavoro e pensione superiori a circa 23.000 euro, anche tracciando l’intero importo SMAC e ottenendo quindi la massima detrazione fiscale, pari a 900 euro. Non è pleonastico ricordare che si tratta di redditi che hanno subito una perdita del potere d’acquisto in doppia cifra e che saranno ulteriormente falcidiati dall’aumento dei contributi previdenziali. Per i lavoratori frontalieri, la discriminazione è confermata: viene solo ridotta nelle sue dimensioni. Tali lavoratori non beneficerebbero del “bonus” di 500 euro, decrescenti in base al reddito, mentre permane la oggettiva impossibilità di raggiungere l’intera quota SMAC.
L’Attivo dei Quadri ha ritenuto insufficienti le proposte di Governo e maggioranza, ascrivendo questi primi risultati alla partecipazione senza precedenti allo sciopero generale del 23 settembre scorso. Le/i Rappresentanti e Delegate/i sindacali hanno altresì ribadito i punti fermi sopra elencati, rilanciando una ulteriore fase di mobilitazione, a cominciare da un nuovo sciopero generale di una intera giornata in occasione della ripartenza dei lavori della Commissione Finanze, prevista per il prossimo martedì 7 ottobre. Il programma sarà il medesimo dello sciopero generale del 23 settembre. Nel frattempo, è arrivata la convocazione di un nuovo incontro con Governo e maggioranza per la mattinata di venerdì 3 ottobre, del quale verrà dato riscontro”.
Lo scontro dunque continua, ma anche il confronto. Bisognerà capire se sarà reale e costruttivo o si resterà ognuno sulle proprie posizioni.

COMMENTI